Goal line technology ancora in panchina

PER GLI EX FISCHIETTI DE MARCO E PIERI NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE

International BoardIl mondo del calcio si prepara alla discesa in campo delle nuove tecnologie per evitare polemiche sui famosi goal-non goal. L’esigenza nasce, spiega Lorenzo Fontani a Sky Sport Tech, dal 2010. Precisamente dal goal di Lampard a Neuer negli ottavi della finale mondiale tra Germania e Inghilterra. “Sul 2 a 1 per la Germania, Lampard pareggia ma gli arbitri non se ne accorgono. Blatter capisce che non può permettersi un simile errore per il Mondiale successivo, ed è così che avviene la svolta”, spiega il giornalista. La Fifa comincia così ad interrogarsi sulla possibilità di introdurre le nuove tecnologie in campo e decide di passare la palla all’Internation Board, organismo internazionale che si occupa della modifica del regolamento del calcio (che si riunisce una volta all’anno) ed ha la facoltà, quindi, di decidere cosa si può utilizzare sul terreno di gioco e cosa no.

GOAL LINE –  Nel 2012 si decide per l’introduzione della Goal line technology e degli arbitri addizionali. La Goal line technology è un sistema che si affida a 7 telecamere per ogni area. Ogni telecamera scatta 500 foto al secondo, che trasmette ad un software, il quale elabora una simulazione video e, in caso di goal, fa vibrare l’orologio dell’arbitro. Questa innovazione, chiamata anche Hawk-Eye, in passato è stata già sperimentata in altri sport come il cricket e il tennis, ed è stata sviluppata dagli ingegneri che ora possiedono la compagnia Hawk-Eye Innovations Ltd.

Goalcontrol 4dBRASILE 2014, IL MONDIALE PIU’ TECNOLOGICO – A partire dal 2012, quindi, la tecnologia comincia ad essere gradualmente applicata al mondo del calcio, ma è senza alcun dubbio il Mondiale brasiliano quello più tecnologico e il match Francia-Honduras ne è il primo esempio. Le innovazioni sono state diverse, a partire dal pallone Brazuca, prodotto da Adidas, sulla cui superficie sono state installate sei telecamere in hd per monitorare l’azione di gioco. La Fifa era, inoltre, intenzionata ad utilizzare l’Hawk-Eye (occhio di falco) o la Goal Reaf. Quest’ultima, di produzione inglese, si basa sull’utilizzo di campi magnetici creati attraverso il posizionamento di cavi sotto il terreno e intorno alla porta, i quali interagiscono con dei recettori posizionati all’interno del pallone per determinarne l’esatta posizione.Ma, considerando che erano novità troppo costose, si è deciso di adottare il progetto dell’azienda tedesca Goal Control che ha istallato nei dodici stadi brasiliani la GoalControl 4-D, per funzionamento simile alla Hawk-Eye, ma più economica. L’azienda, inoltre, assicura l’impossibilità di manipolare o falsare l’elaborazione delle immagini in quanto è una tecnologia che lavora offline. “Il sistema è stato sviluppato in circa 5 anni. Abbiamo fatto test esterni e interni, in tutto almeno 10mila scatti tutti corretti. E allora perché non dovrebbe funzionare proprio durante la più grande competizione del mondo” dichiara l’amministratore Dirk Broichhausen al portale TechMedia.it.

C’è un’ulteriore miglioria che ha caratterizzato il Mondiale 2014, introdotta anche nel campionato italiano: la bomboletta spray usata per non permettere alla barriera di avvicinarsi durante  un calcio di punizione rimanendo quindi alla canonica distanza di 9 metri e 15 centimetri. Il nome dello spray è 9:15 Fairplay ed è stato inventato dal giornalista sportivo Pablo Silva; la schiuma che esce dalla bomboletta è formata da tre gas: butano, isobutano e propano mischiati con un agente schiumogeno, acqua e altre sostanze chimiche. La schiuma lascia sul terreno di gioco una striscia che dopo pochi minuti sparisce spontaneamente lasciando sull’erba solo acqua e qualche residuo chimico incolore.

LA SITUAZIONE ITALIANA – In Italia la Goal line technology non è ancora stata introdotta, a differenza di ciò che è avvenuto per la Premier League (che si è affidata a quest’ultima già da due stagioni) e per la Bundesliga. Nel nostro Paese ci si affida agli addizionali o arbitri di porta i quali, posti ai lati dello specchio, hanno il dovere di controllare tutto ciò che avviene nell’area di rigore. Tuttavia, il loro impiego sembrerebbe un esperimento fallimentare e costoso. Secondo il sito internet Wired.it, infatti, il supporto alla terna arbitrale sarebbe addirittura più costoso della Goal line technology, poiché farebbe sborsare alla Figc circa 800 mila euro l’anno più rimborso spese. Nel nostro calcio, specialmente dopo molti episodi dubbi di goal non goal, molti sono favorevoli all’introduzione della tecnologia in campo; primo fra tutti l’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, il quale ha scritto più volte al presidente della Figc Carlo Tavecchio per sottolineare quanto un aiuto per l’arbitro sia diventato indispensabile. Anche Rudy Garcia e Andrea Stramaccioni, allenatori rispettivamente della Roma e dell’Udinese, dopo l’episodio del goal dubbio di Astori in Udinese-Roma del 6 gennaio, si dichiarano favorevoli all’introduzione della tecnologia in campo.

De MarcoPARLANO GLI EX FISCHIETTI DELLA SERIE A – Dello stesso parere è l’ex arbitro Andrea De Marco che ritiene la Goal line technology molto utile e urgente nel nostro campionato. “Visti gli ultimi casi che si sono verificati (Milan Udinese,Udinese Roma, Sampdoria Palermo) direi che è uno strumento che serve per dare certezze in situazioni difficili da valutare sul terreno di gioco e che gli arbitri non possono che essere favorevoli ad un’innovazione che può sicuramente portare un beneficio a tutto il movimento. Si eviterebbero così ulteriori polemiche e si ridurrebbero i margini di errore in situazioni delicate come la segnatura di una rete”. Per quanto riguarda i tempi necessari per rendere operativo questo sistema, De Marco afferma: “Basta modificare gli stadi con i supporti tecnologici necessari e già dalla prossima stagione si può mettere in pratica”.

Tiziano Pieri, anch’egli ex arbitro, dichiara: “È  un’innovazione molto importante che toglie un peso e una responsabilità agli arbitri aiutandoli nelle decisioni. Personalmente la valuto positivamente, l’importante è che sia chiara al 100×100 e non lasci nessun dubbio sull’assegnazione del goal”.

Pieri, così come De Marco, ritiene urgente la sua introduzione e affronta anche il dilemma tipicamente italiano sull’eliminazione degli addizionali per fare spazio alla tecnologia: “Si, la tecnologia è urgente viste le diatribe che ormai ogni domenica accadono nel nostro campionato. Anche se l’introduzione di questa tecnologia porta ovviamente a una scelta, ovvero se deve essere utilizzata come integrazione al ruolo dell’addizionale o se uno esclude l’altro. Personalmente penso che possa essere un’integrazione, ma se si fa una scelta puramente economica allora bisognerebbe scegliere solo la Goal line technology”. Sui tempi di installazione i due colleghi sono ancora una volta dello stesso parere: “Volere è potere; secondo me può diventare operativa già dal prossimo campionato, ma affinché diventi realtà il prima possibile la Federazione deve cercare magari l’aiuto di qualche sponsor che investa su questa nuova tecnologia e che dimezzi i tempi di realizzazione”. L’unico che sembrerebbe contrario è Marcello Nicchi, presidente dell’Aia, che dichiarava, non molto tempo fa, alla Gazzetta: “La tecnologia applicata al gol non gol è costosa”.

Carlo-TavecchioIN ATTESA DELLA SVOLTA – In ogni caso, Tavecchio assicura che la tecnologia in campo verrà adottata dal prossimo campionato, “ma non posso dire se partiremo dalla B o dalla A. La Lega dirà dove partire. Noi daremo l’autorizzazione”, conclude il presidente a Goal.com. L’unico limite sembra essere il costo che peserebbe soprattutto sulle piccole società. Anche se, secondo quanto si è detto ultimamente, la spesa per l’installazione della Goal line technology sarà divisa tra Figc e club, mentre la manutenzione sarà a carico delle società.

In futuro probabilmente verranno inserite ulteriori innovazioni, come parastinchi e divise dotati di gps, pallone con sensori per registrare velocità, rotazione, traiettoria … Tuttavia, su questo argomento Pieri dichiara: “La tecnologia migliore è quella della ‘serenità’: l’arbitro deve sentirsi sicuro mentre svolge il proprio lavoro e deve essere accettato senza troppe polemiche da squadre e giocatori. La polemica inutile porta solo malumori e aumenta la pressione verso gli arbitri che invece per fare bene il loro lavoro devono sentirsi tutelati e non messi sempre in discussione e accusati di malafede”.

di Samanta Carrea e Marco Tucci

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