10 anni senza Marco Simoncelli, il SuperSic della MotoGP

Sic voleva essere ricordato come un pilota che correndo sapeva emozionare: dopo 10 anni è ancora così

10 anni senza Simoncelli, il SuperSic della MotoGP

Facebook – Fondazione Marco Simoncelli

Con la sua moto correva come un fulmine in pista, sempre con il gas al massimo, contro tutti i suoi avversari. Lo si riconosceva subito senza casco, dalla irriverente folta e riccia capigliatura. La simpatia, la felicità che dimostrava in ogni situazione e il grande affetto che sapeva dare. Questo era Marco Simoncelli.

A 10 anni dalla sua morte, merita di essere ricordato attraverso il racconto della sua carriera, del suo rapporto con la famiglia e con il suo grande amico Valentino Rossi fino alla Fondazione, istituita dai suoi genitori e che oggi porta il suo nome.

SuperSic: dagli inizi al grande salto

SuperSic: dagli inizi al grande salto

Facebook- Fondazione Marco Simoncelli

SuperSic nasce a Cattolica, in provincia di Rimini, nel 1987. Con la sua famiglia si trasferisce a Coriano dove, alla soli 7 anni, comincia a ottenere i primi successi in sella alle minimoto. Da quel momento la carriera di Marco è costellata da numerosissimi titoli: a 12 anni viene proclamato campione italiano di minimoto e solamente un anno più tardi vince la medaglia d’argento nel campionato europeo.

A 14 debutta nel campionato mondiale di Moto 3 (125 cc) vincendo la classifica nel 2002, fino ad arrivare al momento della consacrazione: nel 2008 vince il campionato di Moto 2 (250 cc).

Nel 2010 realizza finalmente il sogno della sua vita: passa alla classe MotoGP con la Honda RC212V del team San Carlo Honda Gresini, dove gareggia insieme al compagno di squadra Marco Melandri. Terminerà la stagione all’ottavo posto con 125 punti.

Mi piacerebbe essere ricordato come uno che quando correva sapeva emozionare diceva Marco durante una delle sue prime interviste da professionista. Un atleta umile e allo stesso tempo grintoso.

Interessante è anche la storia che lega Sic all’iconico numero 58 (ritirato nel 2016 in suo onore): per alcuni sembra essere un omaggio alla data di nascita della madre Rossella, ma in realtà non fu Simoncelli a scegliere quel numero, ma l’ufficio nel campionato europeo della 125. Il numero voluto da Sic era in realtà il 55, ma era già occupato da un altro pilota. Con il 58, però, SuperSic vinse l’europeo del 2002 e da allora in avanti non lo ha più lasciato.

Sic e Vale: una grande amicizia

Sic e Vale: una grande amicizia!

Ansa.it

Valentino Rossi è stato uno dei migliori amici di Marco Simoncelli. In una delle sue più commoventi interviste ha raccontato tutto ciò che faceva di Sic un vero e proprio “atleta-modello”.

I due si conoscono nel 2008, quando Valentino vinceva il suo quinto motomondiale e Marco era appena sbarcato tra le file della Moto 2. Tra i due nasce subito un rapporto che si può definire fraterno: gareggiavano uno contro l’altro ogni pomeriggio alla Cava (circuito dove Rossi si allenava) e uscivano sempre insieme.

In fondo per VR46 SuperSic era prima un amico e poi un avversario: Simoncelli ha saputo dimostrare che nessun sogno è impossibile da raggiungere e che l’umiltà e la semplicità nella vita ripagano sempre. Uno dei più grandi rimpianti per Rossi è quello di non aver avuto più tempo di condividere gioie e successi con il suo migliore amico che, il 23 ottobre di 10 anni fa, ha visto morire proprio sotto i suoi occhi.

La sera prima della gara in Malesia, SuperSic invia un video a Vale, come racconterà lui stesso nell’intervista. Nella sua stanza d’Hotel di fronte ad una telecamera Marco, sorridente come sempre, dichiara di dover salire sul piano più alto del podio: solo lì le telecamere potranno riprenderlo in tutta la sua bellezza.

Questo l’ultimo ricordo che Valentino Rossi ha dell’Marco Simoncelli, prima della tragedia.

23 ottobre 2011: l’incidente

23 ottobre 2011: l'incidente

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Si corre a Sepang. Nelle prime fasi del Gran Premio della Malesia, precisamente nel corso del secondo giro, SuperSic perde il controllo della sua Honda alla curva numero 11 e, nel vano tentativo di rimanere in sella, sterza verso la sua destra rientrando verso il centro della pista. Viene investito da Colin Edwards e proprio dal suo più grande amico Valentino Rossi, che in alcun modo avrebbe potuto evitarlo. In seguito a quell’impatto violento il casco di Simoncelli vola fuori dalla pista. Inutili i tentativi di salvataggio, i traumi riportati alla testa, al collo e al torace risultarono fatali per il giovane motociclista.

Gli affetti di SuperSic: il ricordo di Paolo Simoncelli e Kate Fretti

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Paolo Simoncelli non è stato semplicemente il padre di Sic, ma anche un amico e la sua spalla. In un’intervista rilasciata a Fanpage nel 2017 Paolo ha parlato del rapporto complicato padre-figlio: a unirli sempre e comunque la passione per le moto. “Quando abbassava la visiera Marco era competitivo al 100%, ma quando si sfilava la tuta da gara era un ragazzo come un altro” così Paolo Simoncelli ha voluto ricordare suo figlio, come un giovane che sapeva come chiedere scusa e mettersi in discussione.

Un’altra figura importante al centro della vita di Sic è stata la fidanzata Kate Fretti. Durante una recente intervista a Fanpage, ha raccontato tutto quello che loro due erano riusciti a realizzare insieme e delle loro ambizioni per un futuro stroncato dalla morte del suo amore.

All’epoca Kate aveva 22 anni, viveva a casa Simoncelli, dove è rimasta per stare a contatto con la famiglia: “Parlare di casa Simoncelli è come parlare della mia famiglia. Rimasi con loro, anche perché così potevamo sostenerci a vicenda e così è stato”. Per Kate la vita è stata ovviamente dura dopo quel 23 ottobre del 2011: Se avessi continuato a vivere come ho vissuto l’anno dopo la morte di Marco, mi sarei ammazzata. Mi mancava un pezzo della mia esistenza.”

La Fondazione Marco Simoncelli

Kate Fretti è parte integrante della Fondazione Marco Simoncelliun’organizzazione creata dai genitori del pilota (senza scopo di lucro) con finalità morali e umanitarie per conservare in modo dignitoso e indelebile la memoria di Marco Simoncelli. È stata costituita per onorare in modo degno e duraturo la memoria di Sic, mantenendo vivo l‘impegno di solidarietà e di attenzione verso i più deboli che il pilota ha sempre affiancato alla sua carriera. 

La Fondazione intende rafforzare il significato morale e umanitario dell’impegno di Marco: mettere in atto ogni sforzo per sensibilizzare il mondo dello sport, a livello nazionale ed internazionale, sulla necessità e il dovere morale di aiutare le persone che versano in condizioni di povertà, stimolando l’impegno attivo degli sportivi, delle loro associazioni, enti ed organizzazioni di rappresentanza.

I Valori fondamentali dell’operato della Fondazione e della propria presenza in ambito nazionale e internazionale sono le qualità morali di cui Marco Simoncelli è stato costante esempio come: l’integrità morale in ogni aspetto della vita pubblica e privata, la lealtà e la correttezza nella competizione sportiva, gli ideali di fraternità e soccorso verso i più deboli

Chi è oggi Marco Simoncelli?

10 anni senza Simoncelli, il SuperSic della MotoGP

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La morte di Simoncelli ha mobilitato non solo il mondo del motociclismo, ma anche moltissimi altri esponenti di vari sport che hanno voluto omaggiare il campione di Coriano.

In occasione del Gran Premio d’India di Formula 1, svoltosi la settimana successiva alla tragedia, vari piloti hanno posto il numero 58 sui loro caschi e sulle loro vetture. Il motomondiale lo ha invece ricordato prima del Gran Premio di Valencia, del 6 novembre 2011, quando i piloti di tutte le classi, oltre ad apporre il numero 58 su caschi, tute e moto, hanno effettuato insieme un giro di pista commemorativo dietro alla Honda di Simoncelli.

L’anno successivo, il team Gresini Racing ha scelto di correre la stagione 2012 cambiando la propria livrea da bianca a nera in segno di lutto, deponendo anche una targa commemorativa alla Curva 11 del circuito di Sepang, dove Simoncelli ha perso la vita.

Dopo la morte di SuperSic tifosi e appassionati hanno promosso l’idea di intitolare la pista di Misano Adriatico alla memoria del pilota italiano. Il Milan, squadra di cui Simoncelli era tifoso, ha giocato con il lutto al braccio la partita di campionato giocata a Lecce poche ore dopo la scomparsa del pilota.

Nel 2014 è stato inserito nella Hall of Fame del motociclismo, ricevendo il riconoscimento di MotoGP Legend. Durante i funerali, celebrati il 27 ottobre 2011 nella parrocchia di Coriano, ai microfoni il padre ha detto: “Mancano i riccioli di Sic e la sua parlata romagnola, la sua morte addolora non solo gli sportivi ma tutte le persone che hanno amato mio figlio”.

Il 23 ottobre 2021 in occasione dei 10 anni dalla scomparsa di Simoncelli, la sindaca di Coriano Domenica Spinelli ha ripercorso insieme alla famiglia di Sic il tragico momento della sua morte, fissando sul calendario il 23 di ottobre come ricorrenza annuale. Durante la commemorazione è stata accesa la fiamma nell’area Dainese, il simbolo della storia e della carriera di Simoncelli che nessuno mai potrà cancellare.

“Tutto ciò che è stato realizzato nel suo nome – racconta la Spinelli – è il segno tangibile di quanto l’intera comunità di Coriano sia legata al suo campione, al padre Paolo e a tutta la famiglia” . Tracce indelebili, in memoria di chi oggi non c’è più. “Il tempo non potrà mai cancellare la simpatia, la caparbietà, la semplicità, il coraggio e le capacità di andare in moto di questo ragazzo – conclude la sindaca – lo abbiamo perso troppo presto, lo stiamo ancora piangendo, ma i campioni non tramontano mai anche quando se ne vanno per sempre”.

 

Di Gabriele Pio Piccolo

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