Cosa voterebbero gli under 30 se le elezioni politiche fossero domani?

I DUE VOLTI (SOMIGLIANTI) DELL'ANTIPOLITICA

SIMBOLI partitiChi votereste se le elezioni fossero domani?
Se siete studenti o comunque giovani, probabilmente in questo momento non avete una risposta pronta. A dirlo è un sondaggio rivolto agli under 30 che ambisce, più che a una valenza strettamente scientifica, a comprendere gli umori di un bacino elettorale importante.
Importante eppure non rappresentato: il 37% dei votanti (27% scheda bianca, 10% non voterebbe)  non si riconosce in nessun partito, segno che l’offerta politica è poco rappresentativa delle generazioni più giovani. A confermarlo sono le motivazioni espresse nel sondaggio: se è vero che il 18% voterebbe Movimento 5 stelle, molti lo farebbero più come ripiego che per una vera convinzione: “Nonostante io non condivida molti aspetti del Movimento 5 stelle  – afferma una ragazza – ritengo che sia il partito che è più lontano di ogni altro dalla corruzione”; o ancora: ” Credo che nonostante le scelte discutibili, poco condivisibili, magari sbagliate, in qualche modo stia cercando di cambiare dei sistemi politici che per tanti, troppi anni nessuno ha avuto il coraggio di toccare”.

Un sentimento simile anche a chi voterebbe Pd (secondo partito con il 16%) se è vero che solo pochi infatti motivano con un deciso “ho fiducia in Matteo Renzi”. Altra netta tendenza degli studenti Unipr è quella del voto a sinistra: oltre alle percentuali già citate, l’unico altro partito a superare lo sbarramento del 5% è Sel. Se da una parte la sinistra si fa piccola rispetto al partito dell’astensionismo, dall’altra la destra sembra addirittura scomparire: miglior risultato il 2% di Fratelli d’Italia.

I DUE VOLTI (SOMIGLIANTI) DELL’ANTIPOLITICAFrancesco, classe ’90, è un ragazzo come tanti, lavora con un contratto precario da anni e, come molti nel nostro Paese, sogna un’Italia diversa. Eppure Francesco ha deciso di non dire mai la sua, negandosi il diritto al voto: “Non ho mai ritirato la tessera elettorale, tanto che valore danno al mio voto? Nessuno!
È arrabbiato: segue ogni sera il telegiornale e la mattina al bar, prima di andare al lavoro, dà un’occhiata ai giornali. Alla domanda se ascolta o legge le notizie politiche risponde secco: “Io non odio la politica, solamente la sento tanto lontana da me, dai miei interessi; per non parlare degli scandali e dei privilegi assurdi della casta. Ho venticinque anni e non ho mai votato, per nessuna elezione. Non mi sento in colpa per quello che non faccio, ognuno è libero di fare quello che vuole. Non mi interessa nulla di quello che succede nei palazzi del potere, so a malapena come si chiama il sindaco della mia città e che al governo c’è Renzi“.
“Molti miei amici – continua – si disinteressano di quello che accade nel nostro Paese, gli interessano solo il calcio o le serie tv. E non gli do torto.La mia famiglia ha sempre votato, vengo da una famiglia operaia dove mi hanno insegnato i valori di sinistra ma io non ci credo più. Sono cose del passato, e il mondo nel frattempo è cambiato”.

A polo opposto, in termini di attivismo politico, Giovanni, studente all’ultimo anno di filosofia. Alle ultime elezioni ha dato il suo voto al M5S e partecipato a degli incontri pubblici ma adesso se ne dissocia: “All’ultima consultazione il M5S era l’unico partito che era riuscito, anche se con ambivalenza, ad avere un’interlocuzione coi movimenti come No Muos e No Tav. In quella fase il M5S non aveva ancora assunto posizioni marcatamente razziste e mi sono sentito di sostenere un soggetto ancora in via di definizione ma che comunque coltivava una cultura di sinistra.”
E la sinistra di Renzi? “Riesce a coagulare attorno a sé forze diverse istanze sociali. E’ la prova che le figure del proletariato e della nuova borghesia perennemente in lotta sono ormai diventate obsolete. Seppure ci sono delle condizioni di fondo che accomunano, per esempio, ricercatori precari, operatori call center, raccoglitori di arance a Rosarno, ci sono anche condizioni simboliche che li separano. C’è il bisogno di mettere queste persone in condizione di poter comunicare e di riconoscersi reciprocamente. Guardo con interesse a quello che succede in Europa: in Grecia con Syriza e in Spagna con Podemos.

Francesco e Giovanni, due poli opposti in fatto di politica? Forse No. “In Italia non c’è nulla di votabile – continua Giovanni – ma questo non significa antipolitica. Se in Italia ci fosse un partito come Podemos che riesce a intercettare diverse istanze di malcontento sociale e di coagularle in un vero progetto alternativo non avrei nessuna difficoltà a sostenerla. Poi il voto è un atto politico fra i tanti: si può fare politica anche disertando l’urna”.

 

di Adriano Arganini, Michele Panariello, Andrea Cammarata

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