‘Madres Paralelas’: tra madri imperfette e amore per la Storia

Il nuovo film di Almodóvar è un melodramma che, partendo dal privato, tocca il pubblico della sua nazione.

Locandina del film

Madres Parallelas è un film spagnolo diretto dal regista Pedro Almodóvar e presentato in anteprima alla 78esima edizione del Festival del Cinema di Venezia. Le tematiche della pellicola ruotano attorno al tema della maternità: parto, stupri, morte in culla e passioni.

La trama

La storia racconta di due donne – Janis (Penélope Cruz), una fotografa di quasi quarant’anni, e Ana (Milena Smit), una ragazza-madre – che condividono la stanza di un ospedale nella quale stanno per partorire. Entrambe sono donne sole, senza un compagno, e con una gravidanza non programmata, ma reagiscono in maniera diversa: Janis è estasiata all’idea di diventare madre, mentre Ana è terrorizzata. Tra i corridoi dell’ospedale, Janis cerca di rincuorare Ana, dandole consigli, e tra le due nasce un legame molto profondo, che poi sarà messo a dura prova dal destino.

Madres Paralelas è una storia tra antenati e discendenti

Scena del film (credits: El Deseo)

Almodóvar con Madres Paralelas vuole mostrare come la maternità non sempre è qualcosa di semplice e appagante, e lo fa attraverso due madri molto diverse tra loro. Janis e Ana si sono incontrate per caso, ma hanno subito creato un legame spontaneo: partoriscono in contemporanea ed entrambe le bambine vengono messe in osservazione per qualche piccola accortezza medica. La loro nascita le mette alla prova, non solo come madri, ma anche come figlie. Ma né per Janis, né per Ana la maternità è facile.

La storia ha come filo conduttore il confronto generazionale tra le due donne: Ana, una ragazza nata in questo secolo, non sa nulla del passato, e quello che le importa è avere una relazione con Janis, ma sarà proprio lei a farle capire che non può esserci futuro che ignori il passato. Madres Paralelas è anche il racconto di un conto in sospeso con la storia, risalente – in questo caso – al periodo della guerra civile in Spagna. Janis, oltre a pensare alla maternità, sta organizzando uno scavo su un terreno di periferia, assieme a un antropologo francese, con il quale avrà anche una relazione. Lo scopo di questi scavi è quello di ritrovare i resti dei suoi antenati, così da dargli una degna sepoltura.

Grandi interpretazioni e personaggi complessi

Scena del film (credits: El Deseo)

In Madres Paralelas, è assente ogni traccia di ironia e si sente la distanza tra pubblico e il film. Tutti i personaggi hanno un ruolo ben definito, senza dare la possibilità di scegliere da quale parte stare, perché ognuno ha una storia da raccontare. É il caso, per esempio, della madre di Ana, che sembra quasi più interessata alla carriera da attrice, piuttosto che pensare alla figlia incinta.

Penélope Cruz – che si è aggiudicata la Coppa Volpi a Venezia per la migliore interpretazione femminile –  ha definito il film come “un viaggio molto intenso e avvincente, uno dei ruoli più difficili della mia carriera“, grazie alla complicità e al sostegno di Almodóvar. Milena Smit ha affermato che è stato il regalo più grande che il regista potesse farle, permettendole di interpretare la co-protagonista, perché:  “Ana rappresenta l’innocenza, nel senso più profondo del termine, una ragazza giovane che deve affrontare una situazione complicata e che, proprio grazie a questa, scopre la propria percezione della vita. Ana mi ha permesso di conoscere alcune cose di me stessa che ignoravo.” Mentre per Aitana Sanchez Gijon, (colei che interpreta la madre di Ana), il film è stato una benedizione: “”Mi sono sentita fortunata per aver avuto l’occasione di interpretare una madre così imperfetta, una donna destinata a sposarsi e avere figli ma che preferisce pagare un caro prezzo pur di seguire la propria vocazione“, ovvero la carriera teatrale.

 Chi è il regista Pedro Almodóvar?

Credits: Rubén Ortega; CC-BY-SA.

Nato a Calzada de Calatrava, in Spagna, il 24 settembre 1949, Pedro Almodóvar è considerato uno dei registi più popolari del cinema spagnolo, rinomato anche a livello internazionale.

A sedici anni interrompe gli studi, iniziando a lavorare presso una compagnia telefonica e, nel frattempo, si dedica alle riprese di documentari e cortometraggi. Il primo corto risale al 1974, ma è negli anni Ottanta che inizia la sua carriera, con il film d’esordio “Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio”, in cui emerge il suo tipico gusto per la provocazione e la trasgressione. Raggiunge la fama internazionale con “Donne sull’orlo di una crisi di nervi ” (1988), per cui riceve la sua prima nomination agli Oscar.

La sua crescita artistica si protrae nel corso degli anni Novanta, quando ottiene la Palma D’oro a Cannes come miglior regista con il film “Tutto su mia madre”, che vince anche l’Oscar per il Miglior film straniero nel 2000. Con “Parla con lei”  si aggiudica un’altra prestigiosa statuetta nel 2002, questa volta per la Migliore sceneggiatura originale. Più di recente, nel 2019, riceve il Leone d’Oro alla carriera alla Mostra internazionale d’arte cinematografica a Venezia.

di Giulia Mastrocicco

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