UniPr OnAir – Obiettivo città sostenibili, dialogo con l’imprenditore Matteo Marzotto

L'imprenditore e ambassador per il Premio Urban Award Matteo Marzotto dialoga con il prorettore Martelli su insediamenti umani sostenibili, vivibili e inclusivi

Il terzo appuntamento di Unipr OnAir del 4 novembre ha visto come ospite Matteo Marzotto, attualmente presidente di Ambria Holding, Società attiva nella componentistica dei brand del lusso, e presidente di FAS International, leader europeo nella progettazione e produzione di sistemi integrati per il vending e la distribuzione automatica.

Si è discusso dell’11° dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) dell’Agenda Onu 2030, cioè rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.

Obiettivo 11: ambizioni e prospettive

Oggi il 55% della popolazione mondiale vive in zone urbane e si prevede un aumento fino al 60% entro la fine del decennio. Dato abbastanza significativo, se pensiamo che le città occupano uno scarso 3% della superficie totale terrestre. Ancora più significativo è il fatto che una porzione così esigua di territorio riesca ad essere responsabile del 75% delle emissioni di CO2 e fino all’80% del consumo energetico totali. Includere la gestione degli spazi urbani all’interno delle priorità da osservare sarà pertanto decisivo nella lotta al cambiamento climatico. È quello che suggerisce il Goal 11 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Data la grande espansione demografica e urbana che nei prossimi anni soprattutto interesserà  i Paesi in via di sviluppo, si imporranno problematiche relative alla pressione esercitata sulle forniture di acqua dolce ed energia, ma anche sui servizi per lo smaltimento dei rifiuti e delle acque reflue, con conseguenze allarmanti per la salute e la sicurezza pubbliche.

Tra i traguardi da raggiungere, il primo è quello della riqualificazione dei quartieri periferici, che solleva un altro e fondamentale problema, che è quello che riguarda il lavoro e la povertà. Il secondo punta l’attenzione sull’inclusività e sulla sicurezza dei trasporti pubblici in linea con l’imperativo della sostenibilità, mentre il terzo e il quarto mirano alla promozione e alla salvaguardia della partecipazione civile e del patrimonio culturale. Si punta poi ad una diminuzione dei decessi per calamità e ad una mitigazione delle perdite economiche, oltre a una un’attenzione per la qualità dell’aria e la presenza di spazi verdi. Infine, sarà importante implementare virtuosamente i legami tra aree urbane, periurbane e rurali, adeguare la pianificazione urbanistica al Quadro di Sendai per la Riduzione del Rischio di Disastri 2015-2030 e aiutare i Paesi più svantaggiati a costruire edifici resilienti.

Emissioni zero entro il 2050: (forse) più utopia che realtà

Secondo l’accordo sul clima di Parigi del 2015, il mondo dovrà raggiungere la neutralità delle emissioni di gas serra entro il 2050: ciò significa che per ogni tonnellata di CO2 o altro gas serra immessa nell’atmosfera altrettanta se ne dovrà togliere. Cina e Russia hanno già spostato l’obiettivo di dieci anni, contravvenendo di fatto all’accordo.

“Quel che vediamo oggi  – commenta Matteo Marzotto – è una trasmissione parziale dei fatti e dei dati, incapace di mettere d’accordo i governi del mondo. Oggi dobbiamo dare, in particolare ai giovani, un’indicazione precisa dello stato delle cose.”

Chiarezza è quindi la parola chiave per l’imprenditore per poter trovare soluzioni rispetto all’emergenza climatica. Tuttavia è molto improbabile che riusciremo a rispettare l’obiettivo “emissioni zero” entro il 2050. “Sarà difficile raggiungerlo – continua l’ospite – a causa dei Governi che non fanno del clima una priorità e delle grandi società energivore”.

Servono esempi concreti di sostenibilità, ma spesso gli interessi in gioco fanno sì che si devii dalla ragione etico-ambientale, per offrire al contrario meri e subdoli palliativi.  “Ormai sentiamo solo parlare delle macchine elettriche – prosegue il relatore –  ma è una strategia di marketing destinata ad esaurirsi nel breve periodo, viste le criticità difficilmente trascurabili che questa tipologia di veicolo presenta. Invece, quasi per nulla si parla di auto a idrogeno”. La battaglia al cambiamento climatico si combatte su un terreno ad oggi ancora irto di ostacoli: le contraddizioni più evidenti ci vengono offerte dal settore dell’informazione e dalle pressioni che le lobby esercitano sui vari attori politici. Organi sovrastatali dovranno sempre più imporsi sulle questioni climatiche se vorremo raggiungere gli obiettivi prefissati.

Le periferie tra riqualificazione ed estetica

Lo sviluppo delle periferie si deve all’urbanesimo prodotto dalla seconda rivoluzione industriale nel XIX secolo. Il goal 11 mira a un’azione specifica per riqualificare e valorizzare quartieri poveri e baraccopoli del mondo. Quello che forse non è contemplato all’interno dei punti del testo è il tema della vivibilità urbana, se non da un punto di vista prettamente funzionale. “Oggi vediamo che in nome della modernità – commenta Matteo Marzotto – la realizzazione di interi quartieri sacrifica ogni tipo di valorizzazione estetica. La città può essere un valore aggiunto, perché non è solamente un trade-off economico. Conservazione dei monumenti e attenzione alla qualità dell’aria sono solo alcuni degli elementi che devono essere osservati. Riqualificare significa scegliere la funzionalità reinterpretando gli stilemi architettonici dei singoli territori, ma senza per questo rinunciare al bello.”

Ecco allora che inserire spazi verdi e più attenti al riciclo dei materiali può divenire occasione di rendere l’area urbana veramente a misura di uomo.

di Maria Grazia Gentili

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