Chi ha incastrato il DDl Zan? La politica (tutta)

A più di un mese dall'affossamento del DDL Zan è arrivato il momento di fare nomi e cognomi e di attribuire qualche responsabilità - politica e non

Il fallimento del PD
Foto Ansa

Sono passati più di 30 giorni dalla bocciatura della legge Zan e pare che dei diritti sull’identità di genere e sulla disabilità non freghi più nulla a nessuno.

Non tanti i voti ufficiali mancanti per l’approvazione del DDL: solo16. Eppure i conti non tornano. Molti esponenti del centrodestra hanno dichiarato di aver votato a favore del disegno di legge – uno tra questi il senatore Elio Vito di Forza Italia, dimessosi dopo il risultato della votazione; di conseguenza – per logica d’esclusione – devono esserci stati molti franchi tiratori all’interno del PD e del M5S, visto il risultato. Il senatore del PD, Tommaso Cerno, che non ha partecipato al voto per non mostrare la sua contrarietà, parla con certezza di 15 esponenti del centrodestra favorevoli al ddl Zan.

A distanza di più di un mese dalla bocciatura, e vedendo come nessuno ormai si stia occupando più di tanto del DDL Zan – esclusi ovviamente i diretti interessati, le associazioni e qualche artista – è ora di chiederselo: ma veramente credevamo nell’approvazione del DDL ZAN? Ma davvero credevamo che magicamente il Bel Paese si sarebbe trasformato in un Buon Paese?

Ripercorriamo l’ultimo anno. Il decreto viene approvato alla Camera a Novembre 2020, ma rimane in stallo per mesi prima di essere discusso in Senato, solo a Maggio 2021, e votato a Ottobre. Un tempo molto lungo, che ha permesso ai partiti ostruzionisti e ad alcuni canali d’informazione di inventare tutto l’inventabile sulla questione Zan.

Foto dei manifesti pubblicata su Facebook da Rifondazione Como

Lo si capisce molto bene da alcune dichiarazioni di certi esponenti di partiti non proprio neutrali:

“Il vero obiettivo è quello di applicare la cosiddetta agenda Lgbtq+, dove il ‘più’ sta per le 54 tipologie diverse di generi che evidentemente sono presenti in questo variegato mondo” Alessandro Pagano (Lega)

“C’è una chiara ideologia, quella che vuole cancellare il Natale, che impedisce canti e presepi nelle scuole” Annagrazia Calabria (FI)

“Essere gay è di tendenza”. Andrea Orsini (FI)

Questione di fraintendimenti…e di cazzari

Il DDL Zan era un disegno di legge contro i crimini d’odio. Dovrebbe essere abbastanza evidente, lo dice la parola: crimini d’odio.

Ma forse non è così chiaro per gli oppositori: è legittimo pensare che il matrimonio tra persone dello stesso sesso sia contro natura e che coppie omosessuali non dovrebbero adottare bambini, la stessa legge Zan permette di esprimersi liberamente – con il rischio di prendere un paio di insulti o qualche botta di ignorante.

Al contrario, se si pensa che il matrimonio tra persone dello stesso sesso sia contro natura e si decide di agire con la violenza (o di incitare qualcuno nel farlo) si esce dalla sfera del lecito per entrare in quella dei crimini d’odio: la legge Zan in questo caso sarebbe intervenuta per punire i responsabili e tutelare le vittime. 

Ed sarebbe giusto che fosse così perché chiunque potrebbe sentirsi minacciato dall’ignoranza, figuriamoci dalla violenza

Certo, alcuni punti meritavano una riflessione più ampia – come ad esempio cosa significa identità di genere in ambito giudiziario – un termine che somiglia tanto a quel famoso affetti stabili coniato per la pandemia.  Una discussione critica sarebbe stata ben accetta.

E l’istituzione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia nelle scuole? Facoltativa. Per promuovere la cultura del rispetto, dell’inclusione e contrastare pregiudizi e violenze, certo, ma sempre facoltativa. Lo scandalo? Introdurre ai bambini al concetto di gender, come se ci fosse qualcosa di male nel informare i bambini sui tanti modi di essere. Temi che sarebbe più urgente e necessario far comprendere prima agli adulti. 

Una risposta politica? Davvero?!

Di certo non si poteva sperare nell’appoggio del centrodestra, sin dall’inizio contrario all’approvazione del decreto e da sempre difensore della famiglia e della fede cattolica. Che poi questo sia solo un atteggiamento conveniente per accaparrare quattro voti in più è un altro discorso.


“Non capisco perché gli applausi di sinistra siano democratici e quelli di destra da commentare” ha detto ai microfoni il leader della Lega, in riferimento ai battimani in aula per festeggiare la bocciatura del decreto, “tanti gay e lesbiche hanno esultato per l’affossamento di una legge sbagliata”.

Ma tanti chi? Non si sa.

La leader di FdI invece ha giustificato il suo “no” nei giorni precedenti al voto affermando che “il tema dell’omofobia è un tema molto serio, come tutte le discriminazioni, e la legge Zan non tutela la violenza e le discriminazioni, ma è una legge che inserisce il divieto di opinione” e non tutela quindi la libertà di una qualsiasi persona di andare ad una manifestazione pro-famiglia tipo esplicitando il suo pensiero. C’è la possibilità che la Deputata abbia letto un testo differente a questo punto…

Né tantomeno avremmo potuto sperare in Italia Viva, che non ha perso tempo nell’accusare M5S e PD, anche se poi il suo leader in aula non era mica presente perché in viaggio verso l’Arabia per incontrare Bin Salman, principe di uno Stato che non ha per niente a cuore i diritti dei cittadini.

E come non incolpare anche PD e M5S dal loro stesso fallimento. Accusati di arroganza da tutta l’opposizione, nel Pd non si è dato voce a chi criticava il testo, rendendo quanto scritto da Zan inattaccabile e intoccabile. Lo stesso Tommaso Cerno ha dichiarato a La Stampa che se tutti quelli di Italia Viva avessero votato a favore il decreto non sarebbe passato ugualmente, proprio perché all’interno del partito stesso vi erano molti franchi tiratori, perché cattolici, perché contrari in toto o perché sostenevano una linea critica del testo.

Purtroppo il senatore Cerno non si è impegnato abbastanza nel pronunciare qualche nome oltre al suo, nomi che sono riusciti a rimanere nell’ombra grazie alla scelta del voto segreto indetto dalla Presidente Casellati, che ha impedito di individuare i responsabili. 

Ad incastrare il DDL Zan è stata quindi l’intera classe politica, nessuno escluso, che ha usato il diritto per propaganda politica. Il fallimento della legge Zan è il fallimento di una classe politica.

di Mattia D’Annucci

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*