Laura: Io, 26enne, e la scelta di unirmi a Dio

"NON HO RINUNCIATO A UNA LIBERTA' MA A UN'AUTONOMIA"

581930_10201030031983737_1011560444_n.3Sei davvero felice? Chieditelo, cerca una risposta, e una volta trovata insegui il tuo sogno, solo così potrai sentirti completa.

E’ l’insegnamento di Laura, ventisei anni e un viso raggiante, che sembra aver trovato già a quest’età la sua strada nel mondo. Lei ha intrapreso il percorso per unirsi alla chiesa, in matrimonio con Dio, e oggi vive al centro Salesiani di Piazzale San Benedetto.

 

Qual è la tua storia? Cosa facevi prima di prendere questa decisione?

“Ho fatto l’Università a Firenze, il corso di scienze dell’infanzia; ho imparato a suonare la chitarra e facevo l’animatrice all’oratorio della mia chiesa. Giocavo anche a calcetto con la mia squadra. Sono sempre stata abituata a frequentare la chiesa perché la mia famiglia è cristiana molto praticante e oltretutto io sono sempre stata attratta dall’essere ‘per’ gli altri, ho sempre voluto essere d’aiuto per gli altri”.

Ti manca qualcosa della tua vecchia vita?

“Si, ho messo qualcosa da parte. Ho iniziato il percorso tre anni fa e ho dovuto cambiare spesso città. Il primo anno sono stata a Bologna, il secondo anno a Torino, adesso a Parma e se continuerò per questa strada andrò anche a Roma. Proprio per questo motivo ho dovuto rinunciare alla mia famiglia e ai miei amici, mi sono un po’ allontanata da loro. Inoltre chi decide di intraprendere questa strada, soprattutto se si è giovane, deve rinunciare alla vita mondana, alle uscite con gli amici o con un ipotetico ragazzo. Certo, ora capita anche di fare delle uscite di sera, ma ovviamente son diverse. Però è bello perché le trasformi in un’altra cosa. Io sento di non aver rinunciato a una libertà ma a una autonomia”.

Il tuo cammino all’interno della chiesa come si svolge? A che punto sei del noviziato?

“Il percorso si divide in aspirantato, che dura o due o tre anni, postulato e noviziato. Io ho chiesto di fare un anno in più di aspirantato perché non ero ancora molto sicura della mia scelta, e non lo sono tutt’ora: sicuramente mi sono chiesta mille volte se questa era la strada giusta per me, per vari motivi, ma sono gli stessi motivi a cui pensa anche chi deve sposarsi.
Il mio percorso è iniziato nell’agosto del 2012 e, dopo alcuni eventi-segni, che mi hanno fatto riflettere, ho deciso di buttarmi perché non stavo bene con me stessa. A ottobre così sono entrata in aspirantato. I primi anni non c’era nessuno della mia stessa ispettoria, ma ho incontrato diverse ragazze, alcune anche molto giovani, che hanno iniziato fin subito dopo la maturità. L’Italia è divisa in ispettorie, ad esempio la mia è composta da Toscana, Emilia e Liguria. Tutte le case delle ispettorie sono collegate tra loro e quando prendi i voti temporanei entri all’interno di queste case e vivi con queste ragazze”.

 Come si svolge la tua giornata?

“Quello che sto facendo adesso è uno specie di ‘tirocinio’ perché faccio le stesse cose che fanno le suore della comunità. Quindi mi alzo, prego, dalle 7.30 alle 9:30 e dalle 13:30 alle 14:30 faccio assistenza all’asilo, poi, se gli insegnanti ne hanno bisogno, supporto ai corsi professionali del Ciofs. Inoltre studio scienze religiose e vado a lezione dalle 17:00 alle 22:00. Una volta a settimana faccio anche catechismo. E’ una vita molto frenetica, c’è chi pensa che noi preghiamo sempre, ma non è vero! Non c’è mai tempo!”.

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In ambito religioso si parla spesso di ‘chiamata’: cosa si intende ? Anche per te è stato così?

“La chiamata secondo me è stata molto idealizzata: c’è sì un momento in cui realizzi che sta accadendo qualcosa dentro di te, ma non è un fulmine a ciel sereno. E’ difficile da spiegare, ci sono piccoli segni che sono input che senti dentro e non ti lasciano stare, ti punzecchiano e ti fanno pensare che ci sia qualcosa in più che devi, che vuoi scoprire. Non riesci a ignorarli perché non ti senti in pace con te stessa fin quando non li risolvi”.

Hai degli hobby che hai continuato a coltivare anche dopo essere entrata a far parte di questa comunità?

“La chitarra che da sempre fa parte di me. Per me è uno sfogo, ti rilassa suonare quando sei giù di morale e quando si sta tutte insieme è un momento per stare in compagnia. Lo sport è un altro hobby che non ho mai abbandonato. Ad esempio in cortile gioco spesso con i bambini e gli animatori a calcio.  Poi amo molto i bambini mi piace stare con loro”.

I tuoi amici, la tua famiglia come ha preso la tua decisione?

“I fratelli non si sono mai espressi, l’hanno vissuta un po’ passivamente, ma so che sono fieri di me, i genitori sono molto contenti e orgogliosi della mia decisione, però la vivono anche un po’ male perché comunque è un distacco da casa e dagli affetti. La prima domanda che mi ha fatto mio padre appena ha saputo della mia scelta di vita è se avessi potuto finire l’università, e li mi sono cadute un po’ le braccia a terra, però gli ho risposto che avrei sicuramente continuato. Per quanto riguarda gli amici, molti sono rimasti contenti e soddisfatti della scelta e sono riusciti anche ad aprirsi di più con me. Invece la mia migliore amica all’inizio non l’ha presa bene, si è distaccata tanto da lasciare anche l’attività all’oratorio perché soffre molto il distacco. Dall’altra parte questa mia scelta ha fatto sì che approfondissi alcune relazioni e vedo che la gente mi guarda con un occhio diverso, si fidano di più di me, si confidano con me”.

C’è un messaggio che vorresti lanciare ai ragazzi che hanno la tua età?

Chiediti se sei davvero felice. Chieditelo subito. Io sento molti ragazzi che dicono domani farò, vedrò e invece non si deve mai rimandare la domanda, non sai quanto tempo avrai. Se vuoi essere felice devi capire subito cosa può darti la felicità e la tranquillità che desideri. Io ho iniziato a intraprendere questo percorso quando ho capito che stavo semplicemente sopravvivendo, io non volevo più sopravvivere, ma vivere e questa strada è per me quella più giusta”.

A sottolineare il suo messaggio, lei stessa ricorda una frase di Don Bosco: “Camminate con i piedi per terra e con il cuore abitate il cielo”.

 

di Alice Caro e Federica Russo

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