Anaxiphilia: quando il mal d’amore diventa una “patologia”

Cuori infranti, lacrime e delusioni: ancora una volta era la persona sbagliata. Ma scegliere partner poco adatti a noi è diventata una vera e propria tendenza patologica

Siete mai stati attratti dalla ‘persona sbagliata’? Forse ciò che non sapete è che questa tendenza ha un nome: Anaxiphilia. Il termine fa la sua prima comparsa ufficiale negli Stati Uniti nel 1974, quando venne pubblicato il Mrs. Byrne’s Dictionary of Unusual and Preposterous Words: Gathered from Numerous and Diverse Authoritative Sources. Come suggerisce il titolo, si tratta di un glossario che raccoglie parole ‘insolite’, ma ufficialmente riconosciute da diversi dizionari della lingua inglese. 

Ma di cosa si tratta e quali effetti produce l’anaxiphilia nelle persone che ne sono affette? Per saperne di più abbiamo richiesto il parere di un esperto, lo psicologo e psicoterapeuta Dr. Francesco Zappettini.

Che cos’è dunque l’Anaxiphilia?

Si tratta di un neologismo entrato a far parte anche della lingua italiana riconducibile a un dizionario urbano, ovvero preso dalla vita quotidiana, piuttosto che a dizionario etimologico di psicologia. Anaxiphilia è pertanto un termine intraducibile perché esprime una varietà di possibilità che non è riconducibile a una definizione precisa.”

“Per esempio potrebbe significare innamorarsi della persona sbagliata, cioè quella che non corrisponde alle caratteristiche adatte all’innamorato, ma potrebbe anche essere intesa, in alcuni casi, come una tendenza più radicata di atteggiamento ad inseguire sempre le persone sbagliate, oppure a intestardirsi in relazioni che si sa che non vanno bene e non porteranno a nulla. Questi fenomeni sono tutti diversi tra loro e corrispondono a funzionamenti di diversa profondità ed atteggiamenti diversi, pertanto meriterebbero spiegazioni, parole e gestioni differenti. Se quindi il termine Anaxiphilia, da un punto di vista semantico, potrebbe rimandare ad un’unica realtà percepita da tutti allo stesso modo, in realtà le sue sfaccettature possono essere molto variegate.

Che cosa si intende davvero per “persona sbagliata”?

La persona sbagliata è quella che non riesce a rendere ciò che le si dà, con cui il legame è prevalentemente unidirezionale, quindi incapace di reciprocità nei confronti dell’altro e con la quale risulta impossibile pensare di costruire un progetto sereno di relazione insieme. Questo insieme di cose rende (più che sbagliato) disarmonico il legame e quindi rende la scelta non funzionale. Non aggiunge niente a se stesso, non aggiunge niente all’altro se non una scocciatura e del rapporto non rimane nulla. Non si costruisce nulla e non rimane nulla perché, al passar del tempo, le cose sicuramente non migliorano e – anzi – spesso sono peggio che all’inizio. Diciamo che quindi queste persone si accaniscono inutilmente in quella che potremmo definire con un linguaggio sbrigativo una tendenza masochistica, ovvero seguono una strada che a loro stessi non reca miglioramento ma prevalentemente sofferenza.

Quali sono le red flag per individuare la persona sbagliata?

Alcuni tra i segnali principali più comuni sono: la chiara mancanza di reciprocità, il non dare la stessa importanza al vedersi, l’impossibilità di pensare a un minimo di progetto sereno di relazione insieme, l’incapacità di dialogare ed elaborare i sentimenti della controparte.

Come si potrebbe risolvere la questione?

Prima di tutto al posto del termine “risolvere” proporrei affrontare. Bisognerebbe poi capire esattamente di che cosa si tratta in termini di atteggiamento, comportamento e relazione e, una volta compreso ciò, si può lavorare consapevolmente se si riconosce che c’è qualcosa di disarmonico per correggere la natura di quella disarmonia.

Quali potrebbero essere le motivazioni di questo atteggiamento?

Da un punto di vista psicologico le motivazioni alla base di questo comportamento potrebbero essere molteplici, ma possiamo fare una prima distinzione tra motivi ‘radicati’ e ‘superficiali’. I motivi ‘alla radice’, ovvero quelli più profondi, possono essere legati ad esempio alla storia affettiva di una persona, cioè come nella sua vita ha costruito affettivamente il legame con le persone più vicine a sé a partire dai genitori, piuttosto che dai primi amici, e così via. Queste motivazioni sono quasi sempre inconsapevoli. 

I cosiddetti motivi ‘superficiali’, invece, risiedono nella mente del soggetto in questione. Si tratta per esempio della paura di misurarsi in un vero rapporto reciproco, in una relazione reale e innamorandosi della persona sbagliata si ha la sicurezza di non mettere troppo in gioco i propri sentimenti perché si ha il controllo. Inseguire un’idea di relazione impossibile vuol dire non concedersi mai veramente a una relazione reale e a volte dimostrare a se stessi che le cose non vanno può essere un modo creativo e sicuramente sbagliato per non mettersi in gioco.

Tendenza o patologia?

Questo andamento mi sembra molto sintomatico del nostro modo di funzionare di oggi, che ormai è  fortemente orientato al trasporto per la virtualità e alla difficoltà a costruire nella realtà delle relazioni di scambio. Poi, suppongo che questo andamento pandemico abbia ulteriormente allontanato le persone dalla percezione delle relazioni reali. Ci innamoriamo delle nostre illusioni, ne abbiamo bisogno per non rimanere in sospeso e facciamo di tutto per riempirci la testa e, alla fine, restare senza nulla e lo scegliamo piuttosto che lasciarci sorprendere e lasciare semplicemente che le cose accadano.

Un fenomeno più maschile o femminile? Unisex

Data la “predisposizione del mondo femminile a una maggiore profondità nell’elaborazione dei sentimenti rispetto a quello maschile” come ha spiegato il Dottore, ci si chiede se questo fenomeno colpisca di più le ragazze, ma il sondaggio svolto sulla pagina Instagram @parmateneo ha rivelato che sono molti i ragazzi che ne soffrono o ne hanno sofferto. 

Forse il termine non era ancora noto a tutti, ma in molti si sono rispecchiati nella definizione. Si può sapere che cosa sia l’anaxiphilia e da dove abbia origine il termine, come evitare la persona sbagliata, quali sono i segnali da tenere in conto e cosa fare se ci si dovesse ritrovare bloccati in questa situazione, ma la verità è che parte tutto da noi stessi: bisogna capire chi sei e cosa ti piace attraverso le esperienze, la curiosità e le conoscenze e talvolta un percorso psicologico di consapevolezza di sé può aiutare.

Il consiglio è di dedicarsi ai propri interessi e obiettivi, a ciò che ci fa stare bene con noi stessi e, durante questo percorso, chissà, si potrebbero incontrare persone che si avvicinano ad alcune delle nostre affinità. Non c’è da preoccuparsi: le cose semplicemente accadono.

di Arianna Galeotti

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