“House of Gucci”: il lato oscuro della moda

Recensione del nuovo film di Ridley Scott con un cast eccezionale

House of Gucci, Ridley Scott (fonte: mymovies.com)

La storia della famiglia Gucci ha sempre destato clamore e interesse da parte del pubblico, ma al giorno d’oggi la sua fama risuona ancora di più, grazie al film diretto dal pluripremiato regista Ridley Scott (Alien, 1979; Blade Runner, 1982; Il Gladiatore, 2000).

Con un cast fenomenale – da Al Pacino a Jeremy Irons, da Adam Driver a Lady Gaga e Jared Leto – il regista britannico si è cimentato nel racconto della torbida storia di questa famiglia italiana che, a suo tempo, ha fatto impazzire il mondo della moda, seducendolo, cambiandolo e regnando su esso, fino alla fine della gloria del suo stesso nome.

Nonostante il titolo, tuttavia, la voce narrante è donata all’unica che, in casa Gucci, Gucci non è, se non per acquisizione del nome: Patrizia Reggiani (interpretata da Lady Gaga), moglie di Maurizio Gucci (Adam Driver).

Il pubblico, pertanto, conosce la storia attraverso gli occhi di Patrizia, che, da semplice impiegata della ditta di automezzi del padre, diviene, in poco tempo, fidanzata e moglie del ricco ereditiere dell’impero dei Gucci. 

Adam Driver e Lady Gaga sul set di House of Gucci, Ridley Scott (fonte: wired.it)

Nonostante al marito non interessi l’impero della moda che la propria famiglia è riuscita a creare negli anni, Patrizia lo convince a rimettersi in gioco, entrando in contatto con l’unico della famiglia che ancora lavora nel campo, mantenendo alto l’onore dei Gucci: lo zio Aldo (Al Pacino). Il gioco di Patrizia non finisce qui: si insinua sempre più negli affari di famiglia, fino a divenirne quasi il centro indiscusso. Tuttavia, il suo egocentrismo e la sua avidità le saranno fatali, dal momento che la condanneranno a venire esclusa da quella vita proprio dalla persona che credeva più vicina, il marito stesso. 

La reazione di Patrizia non tarderà ad arrivare, ma è proprio in questo momento che la vera natura dei Gucci si risveglia in Maurizio che diviene, in poco tempo, il nuovo volto della linea di moda.

Il valzer della storia accelera, irrefrenabile, fino alle sue tragiche conseguenze, portando sullo schermo il lato oscuro che si cela, velato, tra le pieghe dell’alta moda.

Un film meraviglioso per un cast spettacolare

Ridley Scott quest’anno è arrivato nelle sale con due film (The Last Duel e House of Gucci, 2021), entrambi caratterizzati da un cast stellare e con due storie meravigliose e altrettanto dolorose. Mentre nel primo risaltano i nomi di Matt Damon e Ben Affleck, nel secondo spiccano per fama Al Pacino che, come sempre, domina la scena e rende indimenticabile anche il personaggio meno importante, e un impeccabile Jeremy Irons.

Il legame tra i due cast? Adam Driver che, come sempre, dimostra il suo eclettismo e la sua grande capacità attoriale nell’impersonare perfettamente e senza perdita di potenza i personaggi più disparati: da Star Wars a The report, da BlacKkKlansman a Storia di un matrimonio, fino ad arrivare agli ultimi film come Annette e The Last Duel. Mentre in quest’ultimo veste i panni di un cavaliere della Francia medievale, in House of Gucci indossa i capi pregiati e famosi di Maurizio Gucci.

Adam Driver nei panni di Maurizio Gucci, House of Gucci (fonte: ucicinemas.com)

La maestria di Adam non risiede solo nel saper entrare nella parte, ma anche nei movimenti che lo portano a dominare la scena (e non solo per statura). In House of Gucci ha dato il meglio di sé, soprattutto per come è riuscito a presentare al pubblico l’evoluzione di Maurizio Gucci: quest’ultimo è un personaggio apparentemente semplice, ma che racchiude in sé un cambiamento psicologico radicale, che lo porta a divenire ciò che lui stesso, all’inizio, non desiderava essere. Infatti, da spensierato marito, innamorato di Patrizia Reggiani, diviene nel tempo il calcolatore e magnate della moda che la moglie tanto desiderava diventasse. 

Insieme a Driver, sulla scena di questa perla cinematografica, si muove meravigliosamente una luminosissima Lady Gaga. La cantante aveva già debuttato nel mondo del cinema con A star is born (2018, regia di Bradley Cooper), vincendo un Oscar per la migliore canzone, Shallow, ma con House of Gucci dimostra la sua capacità di immedesimarsi in ruoli più complessi e particolari.

Lady Gaga, interpretando Patrizia Reggiani, ci presenta una donna ambiziosa, ma che viene fagocitata dalla sua stessa avidità. Anch’essa, come Maurizio, subisce un cambiamento radicale che comporta una rivoluzione della sua psicologia: mentre per Maurizio l’evoluzione avviene in modo più silenzioso e meno lampante, in Patrizia è manifesto, soprattutto perché è lei che, per prima, desidera ritrovare la gloria perduta della casa dei Gucci. In questo ciclo torbido di pensieri e di azioni, Patrizia perde sé stessa e non se ne rende conto, fino alle estreme conseguenze.

Lady Gaga nei panni di Patrizia Reggiani, House of Gucci (fonte: cinematografo.it)

Lady Gaga incarna tutte queste emozioni e le mostra apertamente al pubblico, accompagnandolo per mano nell’ascesa della Reggiani all’interno della famiglia Gucci: presenta il dolore e l’angoscia del non essere riconosciuta come Gucci fino alla fine, la rabbia che deriva da questo mancato riconoscimento, ma anche l’invidia e il desiderio di divenirne parte nonostante il rifiuto. Ci presenta un personaggio complesso e umano, attraverso le sue mille sfaccettature, portando a un nuovo livello la sua interpretazione. 

Nonostante questo, tuttavia, niente nomination per lei agli Oscar 2022: nella sezione della miglior attrice protagonista risaltano i nomi di Jessica Chastain (Gli occhi di Tammy Faye), Olivia Coleman (La figlia oscura), Penélope Cruz (Madres Paralelas), Nicole Kidman (Being the Ricardos) e Kristen Stewart (Spencer). 

In ogni caso non vediamo l’ora che Lady Gaga ritorni sul grande schermo per ammaliarci e meravigliarci con le sue prossime interpretazioni.

di Erika V. Lanthaler

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