Anonymous: gli hacker che hanno dichiarato guerra alla Russia

Il collettivo di cyberattivisti più famoso del mondo si schiera apertamente su questioni internazionali e non è la prima volta

Foto presa dal profilo Facebook di: Fanpage.it

Sono giorni molto intensi per il collettivo di hacker più famoso del mondo: Anonymous. Dal 27 febbraio è infatti impegnato a sostenere l’Ucraina e a fronteggiare la Russia dato che, dopo lo scoppio del conflitto militare tra i due Paesi citati in precedenza, gli hacktivisti hanno ufficialmente iniziato l’operazione OpRussia.

Nella nazione governata da Putin, per mascherare l’orrore della guerra in corso, i media avevano deciso di oscurare quello che realmente stava accadendo, in modo tale da non scaturire il dissenso della popolazione. Per questo e per il ripudio della guerra come misura di risoluzione dei problemi, il collettivo ha deciso di impegnarsi in diverse azioni e attacchi informatici mirati per mostrare la realtà dei fatti.

Anonymous si schiera contro Putin

Il 27 febbraio Anonymous ha mandato offline vari siti, tra cui quello del Cremlino, del governo e di Gazprom. Il giorno successivo, ha reso disponibili circa 40 mila documenti ufficiali dei componenti della Sicurezza Nucleare di Mosca. Come riportato da Open, non è chiaro cosa ci sia in questi scritti: al momento, infatti, nel file originale ci sono solo testi e tabelle scritti in russo.

Nello stesso giorno è stato sferrato un altro attacco, questa volta all’agenzia di stampa russa Tass: il portale del sito è stato cancellato ed è apparso un messaggio con scritto: “Tra qualche anno vivremo come in Corea del Nord. Che cos’è per noi? Mettere Putin nei libri di testo? Questa non è la nostra guerra, fermiamola! Questo messaggio verrà eliminato e alcuni di noi verranno licenziati o addirittura incarcerati. Ma non ce la facciamo più…”.

Come si legge su Huffingtonpost.it, il conflitto non è terminato qui e ci sono stati sviluppi continui. Uno dei più importanti è sicuramente la presa della tv russa: “per trasmettere la verità su ciò che accade in Ucraina”, dicono gli Anonymous. Inoltre, un utente ha pubblicato immagini della televisione violata che trasmetteva l’inno nazionale ucraino e presunte comunicazioni militari intercettate dagli hacker.

I membri del collettivo hanno poi pubblicato lunedì 28 febbraio un comunicato stampa/video in cui hanno promesso che “queste azioni continueranno” poiché “gli attivisti non rimarranno inattivi mentre le forze russe uccidono persone innocenti che cercano di difendere la loro patria”.

Anche linee ferroviarie bielorusse sono state manomesse e ulteriori novità sono emerse il 2 marzo: infatti, secondo quanto scritto da Agi, Anonymous avrebbe pubblicato su Twitter i piani dell’invasione con le rispettive date stabilite prima dell’inizio del conflitto.

Nei documenti viene riportata la data di approvazione della guerra, ovvero il 18 gennaio e la durata che aveva stabilito Putin per riuscire a conquistare l’Ucraina, ovvero dal 20 febbraio al 6 marzo. L’analista americano di sicurezza Michael Horowitz, sostiene che i documenti siano stati scoperti dal ministero della Difesa di Kiev “sul campo”. Anche Ilquotidiano.net ha riportato la notizia, aggiungendo che il New York Times – citando fonti dell’amministrazione Biden – pensa che la Cina fosse a conoscenza dell’intenzione di Putin, ma avrebbe chiesto alla Russia di iniziare lo scontro dopo la fine delle Olimpiadi, ovvero il 20 febbraio.

Foto presa dal profilo Facebook di: Luigi Ragone

Nuovi conflitti sono emersi alle 2:20 italiane del 7 marzo da parte di Anonymous verso le televisioni russe. Come scrive Repubblica, gli hacker hanno violato i servizi di streaming Wink e Ivi e i canali tv Russia24, Channel One, Mosca 24. Tutto questo è stato attuato per trasmettere gli orrori della guerra ucraina anche su suolo russo. Il gruppo ha rivendicato l’attacco su Twitter.

Foto presa dal profilo Facebook di: Valentina Ciavolino

Chi è e perché interviene Anonymous

Anonymous. Questo è il nome che hanno scelto ormai nel lontano 2003 i membri di questo movimento. Il termine deriva dal modo in cui venivano chiamate le persone che commentavano (senza rivelare la propria identità) sul sito Imageboard del 4chan, di pubblicazione e discussione di immagini, dedicato ad anime e manga.

Il collettivo non ha una guida ben precisa e organizzata, ma è molto più semplicemente una realtà decentralizzata nella quale possono entrare tutte le persone che rispettano determinati valori, ritenuti fondamentali. Il giornalista Chris Landers, come scrive Pianositoweb.it, lo definisce come:La prima coscienza cosmica basata su Internet: un gruppo, nello stesso senso in cui uno stormo di uccelli è un gruppo. Come si fa a sapere che è un gruppo? Perché viaggiano nella stessa direzione. In qualsiasi momento, più uccelli possono unirsi, lasciare lo stormo o staccarsi completamente verso un’altra direzione.”

Gli ideali più importanti per i quali i membri si adoperano sono la libertà d’informazione, di parola e ciò che riguarda la divulgazione della verità. L’arma più utilizzata dal gruppo è senz’altro la cosiddetta DDoS (Distributed Denial of Service), in cui una serie di computer – anche di utenti inconsapevoli – si connettono contemporaneamente a uno o più server bloccando siti e servizi online. A volte questi hacker si impossessano anche dei media locali, come le tv nazionali piuttosto che gli account di vari politici: è successo per esempio in Italia, quando nel 2011 attaccarono il sito di Enel e quello dell’Agcom (l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni).

Molte battaglie, alcune famose

Dopo quasi vent’anni dalla sua nascita, Anonymous ha contribuito a numerose attività e lotte contro vari Stati, organizzazioni e politici. Esistono, però, alcune battaglie del gruppo hacker che sono ritenute storiche per gran parte dell’opinione pubblica. Una di queste riguarda sicuramente quella contro Scientology, denominata operazione Chanology. Quesa lotta informatica risale al 2008 e è stata promossa perché, secondo Anonymous, la setta religiosa sfruttava i suoi fedelissimi membri.

Come riportato nell’Archivio di Giornalettismo, un ex Scientolgy tedesco ha spiegato: “Fino a 300 telefonate al giorno, 150 sms e 70 email. Dopo poche settimane ero stanco, perché Scientology è come una droga, ti fanno il lavaggio del cervello, e tu diventi un’altra persona.”

Anonymous credeva inotre che i capi di questa credo cercassero di mascherare la verità, soprattutto dopo che nel 2008 avevano deciso di censurare un video ironico presente su YouTube, che raffigurava Tom Cruise (che al tempo apparteneva all’organizzazione) che pubblicizzava questo ordinamento in maniera molto intensa, quasi come se avesse sviluppato una sorta di dipendenza. Gli hacktivisti considerarono questa mossa in contrasto con i loro valori sulla trasparenza delle azioni e iniziarono la loro campagna contro Scientology.

Successivamente, misero in dubbio anche le motivazioni per le quali la Chiesa aveva accesso a un determinato status fiscale, sostenendo che essa somigliasse maggiormente ad una setta piuttosto che ad una religione.

Foto presa dal profilo Facebook di: Anonymous Forever

Furono organizzati blocchi dei siti internet di Scientology e scherzi telefonici. Questo attacco non passò inosservato e movimentò la presenza di numerose persone davanti a varie sedi religiose, molte delle quali indossavano per protesta la maschera di Guy Fawkes: il più noto tra i cospiratori cattolici che tentarono di assassinare Giacomo I d’Inghilterra nella congiura delle polveri del 1605, il personaggio di Guy Fawkes è tornato in auge grazie al fumetto e al film, V per Vendetta. Ci furono ben tre ondate di rivolte nelle principali città americane ed europee, come ad esempio Orlando, Manchester, Boston, Dallas, Chicago, Londra, Parigi, Dublino, Berlino e tante altre.

Un altro potente attacco è stato rivendicato nel 2012, contro il Vaticano. Le accuse furono molte, ma legate da un unico filo conduttore: l’arretratezza di pensiero dell’istituzione religiosa e la sua corruzione e abuso di potere. Il sito ufficiale della Santa Sede fu hackerato e comparì un lungo messaggio sul sito di Anonymous che, come si legge sul Corriere, recitava: “[…]Vi siete resi responsabili della riduzione in schiavitù di intere popolazioni, usando come pretesto la vostra missione di evangelizzazione e la diffusione della fede cristiana nel mondo. Questo attacco NON è inteso vero la religione cristiana e i fedeli in tutto il mondo, bensì verso la corrotta Chiesa Romana Apostolica e tutte le sue emanazioni”

Foto presa dal profilo Facebook di: iRockiParty.com

Un altro avvenimento importante è avvenuto nel 2015, quando Anonymous svelò l’identità di tantissimi componenti del Ku Klux Klan. Questo perché nel 2014 i simpatizzanti dell’organizzazione americana minacciarono di usare la forza contro le persone che sarebbero scese in strada a protestare contro la mancata incriminazione del poliziotto bianco che uccise il giovane afroamericano Michael Brown, a Ferguson, in Missouri. A novembre 2015, il gruppo di hacker svelò dati personali e sensibili di circa mille individui appartenenti all’organizzazione razzista.

Non si sa ancora ancora il verdetto finale tra Ucraina e Russia, ma dati i precedenti e l’attacco hacker ancora in corso, appare chiaro che dove c’è ingiustizia interviene Anonymous.

di Samuele Piroli

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