Federico Mongardi, è fidentino il campione mondiale di kickboxing!

LA SUA SETTIMANA: 5 O 6 ALLENAMENTI E LAVORO IN UN NEGOZIO PER BAMBINI

mongardi_articolo2Talento e determinazione senza eguali: a diciotto anni inizia a praticare kickboxing e a soli ventitré ne diventa campione a livello mondiale. Il suo obiettivo? Migliorare e vincere sempre di più. Così si presenta il campione fidentino classe ‘91, Federico Mongardi, un ragazzo ambizioso ma con i piedi ben saldi a terra. Quando non li usa per sferrare dei calci.

KICKBOXING: TRA PREGIUDIZI, TECNICA E CUORE –“Ho conosciuto questo sport a diciassette anni,  ma non lo praticavo spesso  perché mi dedicavo anche al calcio – racconta il campione – ma intorno ai vent’anni mi sono dedicato al 100% alla kickboxing”.
Una disciplina che in Italia è poco conosciuta, a differenza del pugilato e del karate che sono anche sport olimpici: “Tra le arti marziali, nella nostra zona è poco praticata, ma già a Milano lo è di più, infatti lì sono emersi diversi campioni. La gente che non conosce questo sport e si chiede: ‘cosa ci vuole a tirare due pugni?’. Invece è frutto di un grandissimo lavoro a livello fisico e di forza. Su ogni colpo si deve respirare e buttare fuori l’aria, perché se si tirano pugni in apnea l’avversario può rispondere e se perdi il ritmo diventa complicato. C’è poi il fattore tecnica: i colpi del pugile non partono dalle braccia ma dai piedi. Un’altra cosa importante durante un match è ascoltare l’angolo: i tuoi maestri vedono i difetti dell’avversario che magari durante un combattimento tu non riesci a vedere. È difficile, però, ascoltarli sempre perché devi controllare la respirazione, ascoltare quello che ti dice il maestro e stare attento all’avversario. Nella maggior parte dei casi, dopo un certo numero di round molte cose non le recepisci più, ma se ti alleni tanto in quelle tecniche, magari studiando anche l’avversario, vengono gli automatismi.  Riuscire a mettere tutte queste cose insieme è la cosa più difficile per gli sport da combattimento”.  Reagire con rabbia durante gli incontri è da evitare assolutamente, perché “con la rabbia si commettono tanti errori, si può perdere la concentrazione mentale che è importantissima specie quando vai in difficoltà per cali di zucchero o mancanza di ossigeno”.

LA STRADA VERSO IL TITOLO – “Inizialmente ero nella categoria ‘Light contact’: la Kickboxing prevede una distinzione tra light contact e full conctat, cioè il contatto pieno, ma nonostante avessi vinto medaglie e tornei non ero soddisfatto” racconta Federico che per questo motivo decide di dedicarsi al full contact, per lui molto più appagante. Ha iniziato ad allenarsi a Milano, nella palestra di Angelo Valente, il quattro volte campione mondiale di kickboxing. “Subito ho fatto dei match singoli e sono andati bene. Sono passato dalla categoria D alla C, quella prima del semi-professionismo;  lì avevo fatto con la WFC (World Fighting Challenge), un torneo per il campionato italiano, e vinsi ai punti contro un ragazzo molto forte di Milano, guadagnandomi così il titolo italiano”. Nell’ottobre del 2013, Mongardi partecipa al torneo per il campionato del mondo: “Ho accettato di partecipare perché in estate  mi ero allenato molto, mi sentivo pronto: feci tre match, vincendo contro uno svizzero, un moldavo e un italiano, e così ottenni il titolo mondiale dilettantistico”. Ma vincere non è stato per niente facile: “In finale siamo andati all’extra mongardi_articoloround, che non avevo mai combattuto; i round erano da tre minuti. Il giorno precedente avevo combattuto due match e la fatica si era accumulata, il mio avversario era bravo per cui non è stato semplice. L’extra round è cuore: eravamo stanchissimi entrambi, non ce la facevo più. Nel primo minuto c’era ancora dell’energia, ma negli altri due sono andato di cuore. Fortunatamente sono stato salvato dalla boxe che all’epoca avevo già iniziato a praticare, perchè il mio avversario usava molto i calci per tenermi a distanza e io, con i consigli che mi aveva dato l’allenatore Zennoni, ho accorciato le distanze grazie alla conoscenza delle tecniche base che mi hanno portato a vincere il mondiale, facendo più colpi di braccia che di gambe”.  Le sensazioni provate da campione del mondo, sono state molte intense,tra soddisfazione e incredulità come lui stesso dichiara: “Appena ho vinto non ho realizzato subito, per via dell’adrenalina e della stanchezza. Dopo, però, ci ho pensato e, nonostante fosse un torneo dilettantistico, è stata una grande soddisfazione soprattutto per tutti gli sforzi fatti. Avevo ventitré anni appena compiuti , è stata una bella annata quella del 2013. Dopo quella vittoria sono passato al semi-professionismo”.

ALLENAMENTI, ALIMENTAZIONE E PROGETTI FUTURI – Allenamenti duri e intensi e un’alimentazione sana e corretta sono un connubio perfetto per l’atleta. “Mi alleno cinque o sei volte alla settimana, per un minimo di due ore fino a un massimo di sei. Non seguo una dieta particolare, mangio in modo regolare, ma non nascondo che vorrei fare qualcosa in più, magari con prodotti naturali. Sono nella categoria dei pesi medi e devo pesare 75 kg, il mio peso oscilla tra i  78 e gli 80 Kg, ma quando devo perdere dei chili evito dolci, pizza, le cose più buone in assoluto, e mangio molta verdura e frutta, perché per un atleta sono vitali, e poi tanta carne, specie quella bianca”.

Ma cosa fa Federico Mongardi quando non si allena? “Al momento sto lavorando in un negozio per bambini, come commesso. Dalla kickboxing sono passato al pugilato e mi alleno a Parma da Maurizio Zennoni , uno dei maestri più importanti nella zona. Riesco a guadagnare qualcosa anche con il pugilato”. E per quanto riguarda i progetti futuri? “Arrivare al professionismo di boxe, fare tanti match e portare a casa qualche medaglia a livello regionale e nazionale”.

 

di Giorgia Camoni, Luisa Di Capua e Samanta Carrea

 

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