Mr. Salvini: specialità figuracce

Anche l'ex ministro dell'Interno, dopo l'ennesima prestazione, si avvicina sempre più alla vittoria del premio Oscar per la migliore interpretazione

Salvini in Polonia
Salvini mentre si chiede perché non è andato al Papeete (Foto Ansa)

Quale politico vorresti essere? Se dovessi mai rispondere a questo quesito – oltre alle immense difficoltà per una scelta tutt’altro che semplice – di fronte alla possibilità di essere un Salvini forse potrei titubare.

Analizzando la sua figura più intensamente mi sono reso conto che, in quanto a pellaccia dura, non è secondo a nessuno: è l’unico politico capace di rialzarsi più volte (bene? Dipende dai punti di vista) da una batosta. È come un Bob Dummy: per quanto tu possa colpirlo, torna sempre in piedi e alla fine è lui a sfinire te.

Se ripenso alla figuraccia fatta in Polonia, siamo solo all’ennesimo colpo da maestro rifilato dal temerario segretario della Lega che, con la sua sola presenza (non è infatti riuscito a spiccicare parola) ha fatto scivolare sempre più in basso la reputazione politica della nostra nazione. E dire che per superare Berlusconi ce ne sarebbe voluto di tempo…e invece eccoci qui.

Con giubbotto con almeno una dozzina di sponsor, barba incolta tendente al bianco che lo rende uomo più ‘del popolo’ che della politica e una schiera di collaboratori è partito per la sua missione di pace. Arriva in Polonia portando con sé una bella valigia di figuracce, ma anche due belle smentite fresche: il 2 marzo, infatti, in seguito ad una conferenza stampa alla Camera, il Capitano aveva espresso la possibilità di essere sul posto con un grande movimento per la pace con l’obiettivo di fermare il conflitto, e che Caritas e Comunità di Sant’Egidio sarebbero state di supporto. Peccato che le due associazioni abbiano dichiarato di non saperne assolutamente niente.

Ma Salvini decide di fare di più. Si rende conto che c’è ancora ‘spazio in valigia’ e che, anzi, sarebbe il caso di fare il salto di qualità e farne una di quelle grosse. La città prescelta è Przemysl e l’uomo che lo aiuterà nella sua impresa è il sindaco, Wojciech Bakun.

È l’8 marzo quando raggiunge la città polacca, una delle tappe del suo viaggio che dovrebbe portarlo al confine con l’Ucraina con l’intento di promuovere la pace e organizzare il viaggio di alcuni profughi – soprattutto donne e bambini – verso le città governate dalla Lega che hanno dato la disponibilità all’accoglienza. In realtà, si vocifera che potrebbe esserci stato un secondo fine, cioè quello di rafforzare i rapporti con il premier polacco, alleato principale del centrodestra nel partito dei Conservatori Europei.

Salvini in uno dei suoi travestimenti non necessari (Ansa)

Ora, come sono andate veramente le cose non potrei dirlo perché non ero lì, ma dalle varie notizie si può immaginare che Salvini sia stato accolto dal sindaco in quanto rappresentante della politica italiana. Il primo cittadino, però, probabilmente infastidito parecchio dalla presenza del leader leghista, ha ringraziato l’Italia per poi sbattere in faccia al Matteo nazionale una maglia con la faccia di Putin – la stessa che Salvini aveva indossato anni fa nei suoi periodi due Mattarella per mezzo Putin“. Il signor Bakun ha poi chiosando la discussione con un magico “No respect for you”.

K.O. Salvini.

L’espressione disperata di Salvini quando gli comunicano che quella in atto è una contestazione è probabilmente il momento karma che molti stavano aspettando. Se ne va allora, si allontana, ma a un certo punto c’è un secondo di speranza: sente un signore che gli grida qualcosa in italiano. Un miracolo, qualcuno che potrebbe aiutarlo, un italiano che potrebbe tradurre al sindaco un mai banale no, non è come pensi, e invece no, sono contestatori anche loro: dei fotografi o dei volontari, che gli gridano “Buffone”. Doppia mazzata.

Si allontana definitivamente in punta di piedi anche dai contestatori, tirando fuori l’ultima arma possibile, quella del “non ci interessa la polemica della sinistra” che ci sta sempre bene.

Pochi giorni dopo, rientrato in Italia dove non si fa altro che parlare di lui, arriva l’ambito premio per questa interpretazione, il Tapiro d’oro consegnato da Valerio Staffelli, che Salvini dice di voler conservare con cuore perché “viene da una missione di pace”. 

Alcuni quotidiani dicono che in questi giorni Salvini avrebbe individuato il colpevole della figura barbina in Aldo Amati, l’ambasciatore italiano in Polonia che non lo avrebbe messo in guardia dalla contestazione, anche se la Farnesina ha subito respinto le accuse visto che Amati, invece, gli avrebbe consigliato addirittura di non partecipare a nessuna conferenza stampa con il sindaco. 

Salvini
Uno dei tanti meme che circolano sul web

Si potrebbe stare ore a discutere su quello che è successo, ma qui non si vuole fare un processo politico perché, proprio come Salvini ha detto, lui nelle zone di guerra ci sarebbe andato da privato cittadino più che come membro della Lega (Nord).

Forse più di qualcuno si sarà chiesto ma ce l’avrà un un parente che gli dice di stare zitto? e soprattutto come le vive lui queste situazioni, o umiliazioni? Un amico ha risposto che “le vive come se fosse l’attore che interpreta Salvini”. Piena indifferenza.

Sono anni ormai che il leader del Carroccio ci delizia con una serie infinita di frasi, citazioni, baci al crocifisso e divise di corpi armati, sponsor, battute sulla sinistra, sulla droga, sull’aborto, sulla famiglia tradizionale e sull’immigrazione, senza mai fare un cenno di autocritica. A quanto pare ci voleva un sindaco polacco per ottenere quel senso di giustizia che da anni speravamo di ottenere.

Dopo anni di porti chiusi, di polemiche e critiche contro chiunque si sia mostrato solidale verso chi ha bisogno, anni di processi per sequestro di persona e di slogan in difesa della Patria, finalmente qualcuno si è preoccupato di dargli il benservito – in Polonia e nonostante la guerra.

Finalmente qualcuno lo ha lasciato a bocca aperta, senza la battuta sempre pronta, dicendogli che nessuno lo avrebbero accolto, proprio come le migliaia di migranti che provano a sbarcare in Italia ogni anno, ma che lui vorrebbe rispedire al mittente come pacchi postali indesiderati.

Si sarà sentito solo proprio come loro, in un Paese che non è il suo, ma con un altro pezzo di dignità bruciato (se ne ha ancora). No Respect for you Mr. Salvini.

di Mattia D’Annucci

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