Licorice Pizza: innamorarsi correndo

Molto più di un teen-movie! PTA torna nelle sale italiane con una nuova pellicola che ricalca, da un’angolazione inedita, uno dei temi più antichi del mondo: la nascita di un amore.

© Metro Goldwyn Mayer

A quattro anni dall’uscita de Il filo nascosto, Paul Thomas Anderson ci regala un altro dei suoi successi, Licorice Pizza, per il quale ha ottenuto tre candidature agli Oscar 2022: Miglior film, Miglior sceneggiatura originale e Miglior regista.

Un magnifico incontro

La nuova commedia sentimentale di PTA è ambientata nella San Ferdinando Valley (Los Angeles) degli anni ’70. L’esuberante quindicenne Gary Valentine (Cooper Hoffman), con un passato da attore bambino, incontra Alana Kane (Alana Haim) di dieci anni più grande. Il primo incontro dei due avviene nella scuola di Gary, il giorno delle foto per l’annuario. Alana è l’assistente del fotografo ingaggiato per il lavoro. Gary ha un solo pensiero che gli frulla in mente, ovvero: “Ho incontrato la donna che sposerò”. Un autentico colpo di fulmine per il ragazzo, che cerca in tutti i modi di conquistare Alana. Lei, dopo un iniziale rifiuto, a causa della non insignificante differenza di età, accetta il suo invito a cena. I due diventano amici, soci in affari per un business di materassi, ed è qui che avviene la magia. I mondi dei due protagonisti, all’apparenza incompatibili, si intrecciano sempre di più fino a unirsi.

© Metro Goldwyn Mayer

La trama, di base, non è importante. Paul Thomas Anderson ha abbandonato già da tempo la convenzionalità narrativa. Il vero punto focale è l’esplosione del sentimento amoroso reciproco, che viene rimandato continuamente nel tempo. Gary e Alana si avvicinano e si respingono per tutto il film, rallentando l’arrivo del finale. Ed è proprio questa costruzione stilistica particolare che rapisce lo spettatore per ricordargli che il vero amore può percorrere strade diverse dal solito.

La corsa

Correre, una delle azioni più significative nel mondo cinematografico. La corsa dei due protagonisti, insieme o separati, è una costante in tutto il film e rappresenta un atto liberatorio, oltre che a simboleggiare l’eterna giovinezza dei due. Questa continua fuga assume diversi significati durante lo sviluppo delle vicende. L’atto di correre diventa una danza leggiadra, che non segue percorsi prestabiliti o strade dritte. Nei 133 minuti di durata della pellicola, Gary e Alana corrono l’uno verso l’altra, scappano l’uno dall’altra, cercandosi e detestandosi, mentre il mondo circola intorno a loro. Nei diversi episodi che si susseguono , vediamo i protagonisti crescere e maturare (soprattutto a livello sentimentale).

© Metro Goldwyn Mayer

Attraverso i ricordi del regista

Il regista ripercorre i luoghi della sua giovinezza, in quella contea di Los Angeles dove si concede il lusso di correre, proprio come i due protagonisti. La realtà che Anderson dipinge è quella di un’epoca ormai tramontata, l’America degli anni ’70, e che forse non è mai esistita al di fuori della testa del regista. È un decadentismo colorato: il periodo hippie è ormai lontano, la guerra in Vietnam e la crisi petrolifera mutano l’organico delle città, persino di Hollywood. Un inasprimento del sogno americano che ci viene mostrato palesemente nei protagonisti: Gary lo sta ancora vivendo, è un self-made man che cerca sempre di realizzare i propri sogni economici, a differenza di Alana che cerca di raggiungerlo, ma non riesce ad afferrarlo. Per Anderson è proprio questa la definizione di gioventù, cioè fare tutto ciò che si può quando si hanno le energie per farlo, persino sprecarle. In effetti, i personaggi di Licorice Pizza sono sia iperattivi che perditempo, hanno sempre qualcosa di cui occuparsi, ma per quanto riguarda il loro rapporto amoroso sembra che stiano procrastinando all’infinito.

© Metro Goldwyn Mayer

La sceneggiatura è di fatto brillante e tagliente quando serve. La doppia crisi adolescenziale dei protagonisti viene fatta combaciare con la storica crisi petrolifera del 1973/74, a cui segue la famigerata austerity durante il governo Nixon. Tra le scene viene mostrata diverse volte la frase sui cartelli “Out of gas, rent a bike”, che sembra quasi profetica dei tempi che stiamo attraversando attualmente. È proprio vero che la storia si ripete.

Licorice Pizza è in fondo una fiaba metropolitana con toni surreali, scanditi da una regia fatta di piani-sequenza eccezionali e di inquadrature di ampissimo respiro. Quando i personaggi dialogano tra loro, si assiste a dei primi piani che cercano di scavare all’interno della psicologia del personaggio. Colori caldi e accesi sono in contrasto con la situazione di perenne crisi, che troviamo all’interno del film. Resta in sostanza una storia gioiosa, la quale, qualunque cosa accada, continua a coccolarti con un tono assolutamente rassicurante.

Musiche e cast eccezionali

© Metro Goldwyn Mayer

A interpretare questo viaggio nei ricordi, PTA affida i ruoli dei protagonisti a due attori giovani e alle prime armi nel mondo cinematografico. Il ruolo di Gary Valentine va a Cooper Hoffman, figlio del compianto Philip Seymour Hoffman. Sceglie, poi, Alana Haim per il ruolo di Alana Kane. Lei nella vita è la cantante del gruppo “Haim” con le due sorelle Danielle ed Este, che compaiono nel film nei panni delle sorelle di Alana. Persino i genitori sono interpretati dal padre e dalla madre delle ragazze. Spiccano anche attori di un certo calibro come Sean Penn, che interpreta Jack Holden. Nonostante compaia in un breve cameo, nella seconda parte del film, è un personaggio che rimane impresso nella mente dello spettatore, proprio per la figura stereotipata dell’attore hollywoodiano consumato dai vizi e dalle sregolatezze. E per ultimo, ma non per importanza, c’è Bradley Cooper nel ruolo di John Peters, un personaggio realmente esistito: si tratta dell’ex marito di Barbra Streisand. Contribuisce in modo significativo a comporre il mosaico di Licorice Pizza con il suo fare estremo.

E la musica? La pellicola è un tripudio di canzoni e melodie di altissimo livello. La prima scena si apre con “July Tree” di Nina Simone e prosegue con pop rock, rock psichedelico e, per non farci mancare niente, ci sono le ineguagliabili canzoni senza tempo di Paul McCartney (Let Me Roll It) e David Bowie (Life on Mars).

Tutto va a unirsi sotto il nome di “Licorice Pizza”, che non viene mai citata esplicitamente. Si trattava, in effetti, di una catena di negozi di dischi in vinile molto famosa negli anni ’70. Et voilà, il vintage è servito!

Di Sara Dell’Infante

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