Come verificare le fonti scientifiche? Trucchi e strumenti utili

Una miniguida per affrontare al meglio la ricerca e la scelta: cosa sono le fonti scientifiche? come verificarle? come evitare di cadere in errore? Dove consultarle?

Almeno una volta nella vita ti troverai di fronte alla richiesta di preparare una tesi, un project work o un articolo a tema scientifico e improvvisamente dovrai cercare il materiale su un determinato argomento. Oppure ti troverai con il dubbio se l’articolo condiviso da tua zia su Facebook è un’altra fake news oppure è un articolo che si basa su fonti autorevoli valide e aggiornate. In questa miniguida troverai le risposte per una migliore comprensione delle fonti scientifiche.

Che cosa sono le fonti scientifiche 

Le fonti scientifiche sono articoli, ricerche, comunicati stampa, dati e testimonianze su cui si baserà l’elaborato finale. Per comprendere meglio le fonti scientifiche bisogna fare un passo indietro e conoscere la differenza tra fonti primarie e secondarie

Le fonti primarie sono tutte quelle fonti originali che forniscono un’evidenza diretta anche chiamate di “prima mano” o fonti dirette. Ad esempio: pubblicazioni nelle riviste scientifiche; studi empirici ovvero ricerche che si basano sui risultati di un esperimento o di una osservazione diretta; i risultati di studi trasmessi attraverso convegni e conferenze; comunicati stampa prodotti da uffici stampa di enti di Ricerca e Università (ad esempio:CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), ASI (Agenzia Spaziale Italiana), CERN (European Organization for Nuclear Research)…), libri e così via.

Le fonti secondarie o fonti indirette, invece, sono tutte quelle fonti che derivano dalla elaborazione di fonti primarie o da altre fonti secondarie. Ad esempio: articoli di giornali o riviste accademiche che discutono o valutano ricerche originali effettuate da altri (ad esempio: Nature, Science, New Scientist, Eurekalert!), riviste nazionali e internazionali. 

Trucchi per individuare le fonti corrette 

A seconda del tipo di informazione che si sta ricercando è bene decidere quali risorse utilizzare: riviste scientifiche, raccolte di dati, libri, altre fonti. Dopo di che è necessario valutarle per impatto, importanza e qualità. Esistono diversi escamotage in grado di valutare l’impatto di un singolo autore o di una rivista scientifica ovvero utilizzano gli indicatori bibliometrici: strumenti matematico-statistici che misurano la produttività scientifica. I più noti sono l’H-index e l’Impact Factor

L’H-Index misura la performance del singolo ricercatore e il dato può variare a seconda della banca dati utilizzata (ad es: Scopus di Elsevier, WebofScience, GoogleScholar). Un autore ha H-Index pari a h se h dei suoi n lavori hanno ricevuto almeno h citazioni ciascuno e le rimanenti pubblicazioni (n-h) hanno ricevuto ognuna non più di h citazioni. Pertanto un autore con H-Index=8 ha prodotto 8 lavori che sono stati ciascuno citati almeno 8 volte.

Invece l’Impact Factor (IF) misura l’impatto scientifico di una rivista, sfrutta per lo più il database Web of Science e si calcola facendo il rapporto tra il numero totale di citazioni ricevute in un determinato anno dagli articoli di una rivista e il numero totale degli articoli “citabili” pubblicati nel biennio precedente. Dunque più il valore è alto, più la rivista è qualitativamente migliore. 

Come evitare errori: le fonti vanno sempre verificate! 

Le fonti vanno sempre verificate: ogni dato, numero, percentuale, frase ecc.. va messa sempre in dubbio. Infatti si ha sempre la necessità di risalire alla fonte primaria eventualmente facendo un passo in più chiamando ad esempio l’ufficio stampa che ha pubblicato il comunicato stampa o mettendosi in contatto, se possibile, con lo scienziato che ha prodotto la ricerca. Quando si scrive o si sceglie il materiale bisogna porsi una domanda: “Quali sono gli articoli a sostegno di questa affermazione? Ce ne sono o non ce ne sono?”. I dati trovati vanno sempre menzionati e segnalati nella bibliografia, sitografia o nella voce “fonti” a fondo pagina in modo tale da permettere a chiunque di controllare la veridicità di ciò che è stato appena scritto. 

Perchè non Wikipedia? 

Pur essendo Wikipedia un’enciclopedia libera e collaborativa, il cui contributo spesso è prodotto da ricercatori e personale specializzato, nella quale il contenuto è modificato e aggiornato periodicamente. Tuttavia la piattaforma stessa non garantisce la validità dei contenuti e la possibilità di eventuali errori. Dunque Wikipedia può essere utilizzata come infarinatura generale di un argomento che non si conosce, un primo approccio alla materia, ma non può essere utilizzata come fonte in quanto ogni affermazione va meticolosamente verificata! 

Per gli stessi motivi, è bene non utilizzare informazioni non verificate tratte dal web e dai social media. 

Attenzione ai Preprint 

I Preprint sono tutti quegli articoli scientifici not peer reviewed che necessitano ancora di controllo da parte della comunità scientifica, ma che vengono ugualmente pubblicati in appositi repository open access senza aver avuto una revisione da parte di altri scienziati. Il processo di revisione viene definito “peer-review” ed è un processo di tutela ulteriore, significa che un gruppo di esperti esaminerà tutti gli articoli inviati per la pubblicazione prima che siano accettati dalla rivista. Essendo i tempi di approvazione di un articolo scientifico molto lunghi, spesso gli articoli scientifici vengono pubblicati in queste piattaforme open source in modo tale da mettere a disposizione della comunità scientifica i dati ottenuti il prima possibile. Non tutti i dati e gli studi sono fatti a regola d’arte, quindi è bene diffidare dai preprint se non si è esperti.

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Dove consultare le informazioni 

Nel mare magnum di Internet, è molto difficile destreggiarsi, ma esistono alcuni strumenti che possono facilitare la ricerca delle fonti scientifiche

Esistono database bibliografici istituzionali accessibili dalla rete di ateneo, via proxy oppure dopo aver acquistato l’abbonamento alla rivista che ti permettono di consultare tantissimi articoli scientifici ad esempio: Scopus e Web of Science

Scopus è tra le più note banche dati e viene pubblicata da Elsevier.

Web of Science è una piattaforma di ricerca bibliografica a supporto della ricerca scientifica e accademica e raccoglie un database nazionale e internazionale. 

Esistono inoltre database bibliografici ad accesso libero come Pubmed che ti permettono di ricercare attraverso l’utilizzo di parole chiave in inglese e filtri oltre 33 milioni di citazioni di letteratura biomedica, riviste di scienze e libri online. 

Google Scholar sfrutta l’abilità di Google nell’effettuare ricerche e seleziona esclusivamente letteratura accademica approfondita. In questo modo si ha la possibilità di trovare articoli, tesi, libri, abstract e opinioni di tribunali, editori accademici, società professionali, archivi online, università e altri siti web in italiano o in qualsiasi altra lingua. 

Ora che hai qualche strumento in più puoi iniziare la ricerca delle fonti scientifiche adeguate per il tuo nuovo progetto, buon lavoro!

di Alice Loreti

Questo articolo è stato realizzato per la rubrica Comunicare la scienza, realizzata in collaborazione con gli studenti del Master Cose dell’Università degli studi di Parma

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