Comunicare la scienza: all’UniPr un master per formare i divulgatori di domani

Mai come ora il mondo ha bisogno di comunicatori scientifici competenti ed efficaci. Ne parliamo con la professoressa e direttrice Susanna Esposito che ha recentemente ricevuto il riconoscimento di “Top Italian Woman Scientist”

E’ iniziato a novembre 2021 il master di primo livello in Comunicazione Scientifica, nato all’interno dal Dipartimento di Medicina e chirurgia dell’Università degli studi di Parma. Lo scopo è quello di formare i futuri comunicatori e divulgatori scientifici, all’indomani della pandemia da Covid-19. Un nuovo corso di studi in e-learning, ma fortemente interdisciplinare.

Quello della comunicazione scientifica è un tema profondamente innovativo e indiscutibilmente di grande attualità: saper coordinare e gestire l’informazione e la divulgazione scientifica sono skill centrali e – come è stato dimostrato in tempo di Coronavirus – lo saranno sempre di più in futuro.

Il Master Cose propone un percorso formativo che prevede 25 settimane di lezioni, ognuna dedicata ad argomenti diversi: 175 ore di lezioni in e-learning, in modalità live o asincrona, 375 ore di tirocinio/progetto di ricerca, e la preparazione di un elaborato finale. Le lezioni spaziano in diversi ambiti tematici e affrontano contesti disciplinari differenti, connessi tra loro dal fil rouge della comunicazione. Si va dalla sociologia della comunicazione all’analisi del linguaggio, dallo studio dei media tradizionali all’analisi della social communication, dalla comunicazione di crisi nei contesti della salute, dell’alimentazione e dell’ambiente, all’etica medico-scientifica, dalle strategie e tecniche giornalistiche al data journalism, fino ad affrontare la comunicazione di genere, la citizen science, la divulgazione scientifica con eventi, festival e musei, il mondo dell’editoria e così via. Un programma innovativo per formare comunicatori scientifici dalle molteplici competenze.

A inaugurare il Master Cose è stata la scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo che il 2 novembre 2021 nell’aula Magna dell’Università di Parma ha tenuto una lectio magistralis sul temaComunicare la scienza: l’importanza di competenze ed etica”.

Il master è stato fortemente voluto ed è diretto da Susanna Esposito, professoressa ordinaria di Pediatria all’Università di Parma e direttrice della Clinica Pediatrica all’Ospedale Pietro Barilla dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma alla quale abbiamo fatto qualche domanda sulla nascita e le aspettative di questo progetto formativo importante che l’Ateneo ha fatto nascere intercettando le esigenze e le richieste di chi lavora o vuole specializzarsi in quella che ad oggi è la disciplina tra le più richieste: la comunicazione della scienza nei diversi ambiti della società.

Come nasce il progetto Master Cose?  

“Sono sempre stata affascinata dal tema della comunicazione, che ovviamente mi riguarda moltissimo anche nella mia professione di pediatra, di professoressa universitaria e ricercatrice.

Avevo l’idea di un corso che potesse aiutare coloro che hanno una formazione di tipo prettamente scientifico, fornendo la visione teorico-strategica e la conoscenza degli strumenti indispensabili per effettuare una corretta comunicazione scientifica.

Ho condiviso questa idea con Brunella Marchione, che all’epoca stava concludendo il suo percorso trentennale in Ateneo come responsabile della comunicazione e capo ufficio stampa e insieme abbiamo impostato questo corso, che si è arricchito di nomi di relatori (docenti universitari e professionisti della comunicazione) davvero straordinari.

E’ un tema molto ampio, quello della comunicazione scientifica, che ha acquisito una rilevante attualità proprio nel periodo in cui lo stavamo programmando, a causa dell’epidemia da Covid-19.

Il programma didattico del Master tocca tantissimi aspetti della comunicazione scientifica e desideriamo affrontare quelli che sono i temi fondamentali, lasciando poi eventuali ulteriori approfondimenti agli iscritti.

Un contributo importante è stato dato da tutto il Comitato proponente, che vede professori dell’Università di Parma come Michele Guerra, Dimitris Argiropoulos, Marco Deriu, Daniele Del Rio, Vittorio Gallese, Francesca Scazzina e Andrea Sgoifo. E’ stato essenziale anche l’aiuto di professionisti esterni che fanno parte del Comitato esecutivo, come Letizia Magnani, Enrico Balli, Giuliana Goggi e Alessandro Lovari, che hanno aiutato moltissimo nell’ottimizzare la nostra idea e nell’aiutarci a trovare i docenti più idonei per le singole lezioni. Da ultimo non posso non ringraziare Andrea Galletti, assegnista di ricerca che segue i docenti come tutor d’aula. Proprio per garantire una formazione multidisciplinare, ho desiderato coinvolgere amici e colleghi dal taglio professionale differente e sono molto soddisfatta dell’intera squadra”.

Chi sono i relatori del master e da quali ambiti professionali e di studi provengono gli studenti del master?

“I relatori del Master sono oltre un centinaio e provengono sia dall’Università che dal mondo delle professioni. In particolare, ci sono giornalisti, comunicatori pubblici, divulgatori scientifici, esperti nei settori dell’editoria, della comunicazione scolastica e della gestione museale. Questo per garantire un’alta formazione orientata al mondo lavorativo.

Per quanto concerne gli iscritti, la maggior parte sono persone che già lavorano e che vogliono perfezionare la propria formazione. Abbiamo per la grande maggioranza laureati che provengono dal mondo scientifico e, quindi, laureati in biologia, chimica, fisica ma anche in veterinaria o medicina e professioni sanitarie.  Una piccola parte, invece, è laureata in ambito umanistico. E’ un gruppo di iscritti molto vario e stimolante, tra cui ci sono insegnanti, giornalisti, biologi, farmacisti, tecnici di laboratorio, medici, e così via”.

Quali gli obiettivi principali del Master  Cose?

“Mi piaceva l’idea di creare un prodotto formativo multidisciplinare, in cui si potessero intrecciare in modo aperto molti stimoli di ambiti di studio diversi, tutti egualmente importanti, per pervenire all’obiettivo di una professione, quella del comunicatore scientifico, che è caratterizzata, a mio parere, dall’essere profondamente composita, e in cui gli aspetti umanistici e quelli scientifici sono presenti in egual modo”.

La pandemia da Covid-19 ha velocizzato la nascita di questo percorso?

“Probabilmente il periodo appena trascorso ha messo in luce in maniera incontrovertibile quanto sia necessario avere competenze di comunicazione scientifica da parte di giornalisti e scienziati, e quanto possa essere pericoloso sottovalutare o peggio ignorare le conseguenze sociali, talvolta drammatiche, che una comunicazione scientifica inefficace, mal prodotta o del tutto ignorata può determinare nei comportamenti dei cittadini”.

Oltre alla teoria, diverse prove pratiche 

“Abbiamo una serie di strutture (uffici stampa e strutture di comunicazione, sia nel privato che nelle amministrazioni pubbliche), in cui i nostri studenti possono realizzare il tirocinio e dunque avere la possibilità di approfondire ed elaborare le tematiche che più li hanno interessati nel corso del Master”.

Esposito ha anche recentemente ricevuto il prestigioso riconoscimento nazionale “Top Italian Woman Scientist” dalla Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, “per il suo impegno e l’alto numero di citazioni nella ricerca scientifica”.

“Sono davvero onorata e grata alla Fondazione Onda per aver ricevuto questo riconoscimento. Non è facile essere donna, medico, scienziata, moglie e madre: è stata ed è una vita molto ricca di soddisfazioni ma anche carica di impegni e di sacrifici, talvolta davvero pesanti. Occorre essere determinate e convinte dei propri obiettivi, pur senza sacrificare la parte affettiva della nostra vita, senza la quale anche i più alti riconoscimenti avrebbero scarso valore. E’ una lotta quotidiana per raggiungere un equilibrio esaudiente, come ben sanno tutte le donne che come me hanno una professione impegnativa, anche per le discriminazioni tuttora esistenti nei confronti delle donne a livello apicale”.

di Armando Biccari

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*