C’era una volta, a Noceto: il Museo della Vasca Votiva
Rinvenuta nel 2005, dopo anni di lavori, dallo scorso ottobre è visitabile uno dei siti archeologici dell'età del bronzo più significativi d'europa. Le perfette condizioni di conservazione offrono uno straordinario spaccato sulla cultura dei popoli che abitavano la Pianura Padana 3500 anni fa

La Pianura Padana era abitata da molto prima che la scrittura ci consegnasse nomi, eventi e descrizioni dei tempi passati e delle genti che hanno abitato il continente europeo. 3500 anni fa, una di queste comunità aveva costruito un grande villaggio – esempio di ciò che gli archeologi chiamano terramare – nel territorio dell’attuale Comune di Noceto. Il sito archeologico di questo insediamento venne però distrutto nel XIX secolo da quelle stesse cave di terreno fertile che lo avevano riportato alla luce. Ciò che rimane di quel primo ritrovamento è conservato presso il Museo Archeologico di Parma (attualmente non visitabile perché in fase di riallestimento).
Non tutto però andò distrutto. Nel 2004, in seguito a lavori edili, emersero alcuni reperti inattesi e incredibilmente ben conservati. Gli scavi che ne seguirono riportarono alla luce un sito unico in Europa, per natura, dimensioni e conservazione: una vasca grande quanto una piscina, sostenuta da un elaborato intreccio di assi, pali e travature di notevoli dimensioni.

Al suo interno, un’imponente collezione di reperti molto vari: vasellame, ossa di animali, cesti, figure lignee, perfino alcuni aratri. Il tutto pressoché integro, ordinato e stratificato, a testimonianza di una precisa volontà di deporre questi oggetti all’interno della struttura, deposizione che si è protratta ininterrottamente per diversi decenni.

Si tratta di un ritrovamento eccezionale, che offre uno spaccato culturale di un’epoca di cui non si sa molto, e che avvalora l’esistenza anzitutto di un articolato sistema sociale, necessario a realizzare e mantenere un’opera di questa portata, e di un elaborata cultura rituale, legata all’acqua e alla fertilità della terra.
Proprio il terreno argilloso intriso d’acqua – argilla che nei decenni ha progressivamente riempito la vasca stessa – ha creato l’ambiente privo di ossigeno necessario alla conservazione pressoché perfetta del materiale ligneo, sia della vasca che degli oggetti in essa contenuti. Una volta riportati alla luce, e all’aria, si è però reso necessario un lungo lavoro di stabilizzazione dei reperti e della vasca che li conteneva. Lavoro che ha richiesto diversi anni, le competenze dell’Università Statale di Milano e della Cornell University (USA), nonché lo smontaggio, il trasporto e il rimontaggio della vasca nella sua attuale sede espositiva nel Comune di Noceto. Il museo è stato inaugurato l’8 ottobre 2021 e da allora è aperto al pubblico.
La costruzione della vasca è stata datata al 1432 a.C. (con uno scarto di 4 anni in più o in meno) in piena Età del Bronzo. È rimasta in uso ininterrottamente per circa un secolo, fino all’abbandono dell’insediamento stesso, per cause non chiare: forse una prolungata siccità. Sembrano infatti risalire all’ultimo periodo di presenza umana una serie di pozzi più distanti e sensibilmente più profondi di quelli comunemente presenti nell’abitato, come se ad un certo punto gli abitanti avessero cominciato ad avere difficoltà ad approvvigionarsi d’acqua.
Il museo, con la vasca interamente ricostruita e i reperti più significativi che conteneva, può essere visitato liberamente, oppure con visita guidata (in giorni prestabiliti).

Per maggiori informazioni sono disponibili il sito ufficiale: https://vascavotivadinoceto.it/
Oppure la più accessibile pagina dedicata, sul sito del Comune di Noceto: http://www.comune.noceto.pr.it/la-vasca-votiva-di-noceto
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