I Farnese: la grande mostra a Parma

Una grande mostra dedicata alla committenza della famiglia Farnese, per ritracciarne la straordinaria affermazione politica e culturale europea dal Cinque al Settecento, attraverso l’utilizzo delle arti come strumento di legittimazione

In Pilotta, fino al 31 luglio, sarà ospitata quella che possiamo definire la mostra più ambiziosa tenuta a Parma negli ultimi anni.  

Ospitata dal Complesso Monumentale della Pilotta, ‘I Farnese. Architettura, Arte, Potere‘, curata da Simone Verde, è stata realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Parma, il Comune e il Comitato per Parma 2020+21, ma anche con altre istituzioni extra cittadine: come il museo Capodimonte di Napoli – che ha gentilmente “restituito” momentaneamente ciò che Carlo Borbone (figlio di Elisabetta Farnese) aveva portato via una volta salito al trono.

Una famiglia di militari divenuti principi

La mostra vuole onorare quella che è stata la prima grande famiglia che ha dominato sulla città di Parma. La dinastia, che in soli due secoli riuscì ad affermarsi in Italia e in Europa, nasce nel Medioevo con militari esperti che combattono al servizio del Papato. Con Ranuccio il Vecchio, la famiglia originaria della Toscana, si spostò a Roma, dove il pontefice Eugenio IV gli assegnò numerose terre e fortezze e il matrimonio del figlio Pierluigi con Giovannella Caetani, una discendente di papa Bonifacio VIII, li integrò a tutti gli effetti nella nobiltà romana.

Dalla loro unione nascono quattro figli, Angelo, Alessandro, Girolama e Giulia. Giulia, detta “la Bellafu l’amante favorita del papa Alessandro VI Borgia, grazie al quale Alessandro venne nominato cardinale e in seguito eletto papa con il nome Paolo III, facendo raggiungere il momento di massimo splendore alla famiglia Farnese. Prese l’incarico in un periodo molto delicato di rinnovamento della Chiesa, con lo scontro in atto tra le due grandi potenze cattoliche Francia e Spagna e la confusione creata da Martin Lutero e la Controriforma. Appassionato delle Belle Arti e della Bellezza, richiamò i più grandi artisti dell’epoca per erigere Palazzo Farnese a Roma, come Michelangelo e Tiziano, e raccolse una delle più grandi collezione di antichità classica e pitture rinascimentali dell’epoca.

Prima ancora di essere Papa e cardinale, nel 1509 fu nominato vescovo di Parma, legando il destino della città alla sua famiglia per i successivi due secoli. Come molti altri papi del Rinascimento, ha una visione nepotista del potere: cerca di inserire la sua progenie in posizioni di vantaggio dentro la curia e nelle varie corti europee e crea due ducati: il “piccolo” ducato di Castro nel 1537 e poi nel 1845, il ducato di Parma e Piacenza, affidato al figlio Pier Luigi Farnese, trasformando definitivamente la famiglia di militari in una dinastia di principi. La famiglia, tra congiure e guerre, regnò su questa città fino al 1731, con la morte di Antonio Farnese e il passaggio del ducato ai Borbone, grazie al legame con Elisabetta Farnese, ultima erede della famiglia.

La collezione

La mostra I Farnese, colpita da una straordinaria affluenza, ospita in via eccezionale trecento opere di collezioni italiane ed europee, pubbliche e private, mai riunite prima, insieme alla Collezione Farnese di Parma (che conta un centinaio di ritratti familiari e i busti di Ranuccio commissionati a Gian Lorenzo Bernini).

Dipinti, disegni progettuali, libri, documenti, plastici, oggetti esotici, che riflettono la moda del ‘500-‘600 e una storia di collezionismo tipico di una delle più importanti famiglie del Rinascimento, che ha fatto delle arti il proprio strumento di legittimazione nel mondo politico. Attraverso un percorso espositivo sviluppato su diversi nuclei tematici – ovvero Architettura, Arte, Potere – la mostra si fonde con i diversi spazi del Complesso della Pilotta. Si parte da papa Paolo III (del quale possiamo vedere i ritratti commissionati a Raffaello e Tiziano), per arrivare alla formazione del ducato di Castro e il ducato di Parma e Piacenza.

L’esposizione si sofferma in particolar modo sull’aspetto architettonico, con duecento disegni e stampe del Gabinetto dei Disegni e della Galleria degli Uffizi, i modelli in legno in scala dei palazzi Farnese di Roma e Caprarola, con un particolare riguardo ai grandi progetti di costruzione pensati per la città di Parma, tra cui i disegni della grande Torre Civica (crollata nel 1606) e le piante e gli studi di quella che poi negli anni è diventata la Pilotta che tutti noi conosciamo.

Da segnalare il prestito eccezionale , fatto dal Musée des Amériques-Auch, dell’opera “la Messa di San Gregorio”, un mosaico di piume, pigmenti e oro su legno, eseguita dagli indios messicani nel 1539 per ringraziare Paolo III della bolla Sublimis Deus (di cui una parte presente in mostra), che riconobbe l’umanità dei nativi americani e ne condannò lo sfruttamento.

Informazioni utili

La mostra è visitabile ogni giorno (lunedì escluso) dalle 10.30 alle 18:30 e si concluderà Domenica 31 Luglio 2022 Biglietteria e prenotazioni https://pilotta.ticka.it

Informazioni www.complessopilotta.it +39 0521 220400

di Giulia Padova

1 Commento su I Farnese: la grande mostra a Parma

  1. Carlo Mambriani // 27 aprile 2022 a 9:14 // Rispondi

    Spett.le Redazione,
    Come co-curatore della mostra vi ringrazio per l’attenzione e spero che in eventuali prossime occasioni ci sia modo di dare maggior risalto a quanto il nostro Ateneo – del quale ambite a essere una voce significativa – ha fatto per questa importante mostra.
    Un cordiale saluto
    Carlo Mambriani

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