Linoy Ashram si ritira: un ritratto della prima storica medaglia d’oro olimpica di Israele

La Campionessa Olimpica di Tokyo 2020 nella Ginnastica Ritmica ha annunciato il ritiro dalle competizioni

Linoy Ashram, Foto: European Gymnastics

Forza, eleganza e carattere: si può descrivere così la carriera di Linoy Ashram, un nome che per i tanti appassionati di Ginnastica Ritmica e dello sport in generale può significare molto. Con lei, la ginnastica e l’intero sport di Israele hanno scritto importanti pagine di storia nel quinquennio concluso da poco, conquistando riconoscimenti a livello europeo e mondiale e soprattutto coronando il sogno di ogni atleta: la partecipazione alle Olimpiadi, la cui vittoria nell’ultima edizione di Tokyo le ha permesso di diventare la prima donna della sua nazione a salire sul gradino più alto del podio, strappando uno storico predominio alle atlete russe.

La sua carriera si è, però, interrotta otto mesi dopo il trionfo a cinque cerchi: lo scorso 4 aprile, durante una conferenza stampa, Linoy ha annunciato la decisione di concludere il suo percorso da atleta.

Si conclude così un percorso che ha permesso a Israele di confermarsi come una delle nazioni più forti al mondo nella Ginnastica Ritmica.

Dagli inizi in squadra alle prime medaglie internazionali

Nata nel 1999 a Rishon-Lezion (città a sud di Tel Aviv) Linoy inizia la sua carriera vestendo i panni della ginnasta di squadra ottenendo nel 2013 un quarto posto al Campionato Europeo d’Insieme Junior. L’anno successivo torna individualista iniziando quel “cammino sulle mezzepunte” che col tempo l’ha resa una delle ginnaste più interessanti del panorama internazionale, sia a livello giovanile – con il quinto posto alle Youth Olympic Games di Nanchino – sia nel primo anno da Senior nel 2015 con la possibilità di esordire in un Campionato del Mondo: si piazzerà quarta nella prova per team assieme alla tre-volte campionessa olimpica Neta Rivkin e Victoria Veinberg Filanovsky, ritirate dall’attività rispettivamente nel 2016 e 2017.  

Il 2016 è l’anno della consacrazione: l’ottavo posto al Campionato Europeo preolimpico di Holon la rende una delle più forti a livello continentale; è nel 2017, però, che cominciano ad arrivare i piazzamenti di pregio. Due bronzi europei nelle finali con cerchio e nastro e due bronzi mondiali nel nastro e nel concorso generale individuale la eleggono una delle stelle più scintillanti della Ginnastica Ritmica a livello globale.

I successi proseguono nel 2018 e 2019, ma anche nel 2020: l’anno della pandemia, che vede l’Europeo posticipato da maggio a novembre e il successivo ritiro dalla competizione di molte delle favorite, vede l’israeliana conquistare la medaglia d’oro continentale in una lotta all’ultimo decimo con la bielorussa Alina Harnasko, un successo che la proietta tra le favorite per il titolo olimpico qualche mese più tardi.

Un trionfo segnato dalle polemiche

È il 7 agosto del 2021 quando all’Ariake Gymnastics Centre di Tokyo avviene l’impresa. Linoy, terza dopo la fase preliminare e favorita per una medaglia, porta a termine una gara lineare negli esercizi con cerchio, palla e clavette e un errore nell’ultima prova col nastro non penalizza l’ottimo risultato portato a termine nel corso della gara.

Dal profilo Facebook: Israele Adesso

Con i suoi punteggi, la ginnasta sbaraglia la concorrenza e si aggiudica la medaglia d’oro: in Russia, nazione già pluricampionessa del Mondo e olimpica (giunta seconda) si scatenano polemiche sull’operato delle ufficiali di gara appoggiate anche dalla federazione, presieduta da Stanislav Pozdnyakov.

Una serie di polemiche rigettate successivamente dalla Federazione Internazionale e definite come “inaccettabili”, soprattutto a seguito alle minacce e ai messaggi d’odio giunti ai giudici, alla ginnasta e all’intero staff tecnico. Successivamente, la squadra di Israele non si è presentata al Campionato del Mondo disputato due mesi più tardi a Kitakyushu.

Il dopo-Linoy: una nuova generazione di Campionesse

Con il ritiro di Linoy e quello della compagna di nazionale Nicol Zelikman (settima all’Olimpiade), la squadra di Israele si è ritrovata ad affrontare negli ultimi mesi un ricambio generazionale, le cui protagoniste si vedranno a Tel Aviv in occasione del Campionato Europeo di giugno.

Un nome su tutti è Daria Atamanov, ginnasta di punta del nuovo percorso verso l’Olimpiade di Parigi 2024.
Nata nel 2005 e già protagonista di diverse competizioni da Junior, Daria ha cominciato il suo cammino da Senior conquistando le sue prime medaglie nella tappa inaugurale di World Cup a Palaio Faliro, due d’oro nelle finali con cerchio e nastro e tre d’argento nel concorso generale, palla e clavette dietro un’altra delle nuove firme della disciplina, l’italiana Sofia Raffaeli.

Oltre a Daria – considerata un po’ l’erede di Linoy – ci sono anche Michelle Segal, classe 2003 e anch’essa a medaglia nel primo appuntamento di Coppa, Adi Asya Katz e Noga Block, sul podio nelle finali di specialità del Mondiale Junior 2019.

Un po’ di curiosità

Non è la prima volta che una nazione non-russa sale sul podio in un’Olimpiade: nell’esordio di Los Angeles 1984 fu la canadese Lori Fung ad aggiudicarsi l’oro olimpico, assieme alla romena Doina Staiculescu e alla tedesca Regina Weber.
Da allora il podio è stato prevalentemente occupato da ginnaste russe, bielorusse e ucraine, ad eccezione di Seul 1988 e Barcellona 1992, edizioni in cui la bulgara Adriana Dunavska e la spagnola Carolina Pascual hanno ottenuto la medaglia d’argento nella prova individuale.

Non può dirsi la stessa cosa per la gara a squadre – introdotta nel 1996 – che ha visto, tra le tante nazioni, alternarsi sul podio anche l’Italia, argento nel 2004 e bronzo nel 2012 e 2021.

di Rebecca Alessi

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