Bambini e Sostenibilità: i primi passi alla scoperta dell’Agenda 2030

È necessario e di fondamentale importanza educare al cambiamento, sensibilizzare e insegnare i temi della sostenibilità e della responsabilità nei confronti del mondo in cui viviamo partendo dai più piccoli

Viviamo nell’Antropocene: l’epoca dello sviluppo, della velocità e della tecnologia, un’epoca plasmata e trasformata dall’essere umano, che ha portato la società ad evolversi sempre più, causando però anche molti danni.

Conoscere è il primo passo per cambiare, capire è il punto di partenza per poter poi agire.

Per questo motivo è importante educare anche i più piccoli, stimolare la loro capacità critica e di analisi del mondo: sono loro i cittadini e le cittadine del futuro.

Bisogna anche tener conto del fatto che comunicare la sostenibilità sia estremamente complesso. Si tratta inevitabilmente di qualcosa che ha un impatto nella dimensione collettiva e che produce effetti interconnessi tra loro. La sostenibilità porta con sé una complessità intrinseca, andando a coinvolgere tre ampie categorie: quella economica, sociale e ambientale.

In qualunque processo si voglia operare, l’obiettivo deve necessariamente essere quello di prendere in considerazione tutti e tre i piani. L’Agenda 2030 e il suo programma di Sviluppo Sostenibile si presentano come un modo per progettare la complessità, analizzando problemi, correlazioni e definendo un piano d’azione per risolverli.

Sensibilizzare nei confronti della sostenibilità, concepita come un ampio sistema di azioni, di valori, di comportamenti e responsabilità, può essere in grado di stimolare importanti cambiamenti negli atteggiamenti e negli stili di vita delle persone.

È importante ricordare che la cultura è la ricchezza della nostra società e da lì deve partire il vero cambiamento. Come dice Edgar Morin, filosofo e sociologo francese, nel libro ‘L’identità umana’, la cultura è il motore dell’evoluzione degli uomini: “La comparsa della cultura opera un cambiamento di orbita nell’evoluzione. La specie umana si evolverà molto poco anatomicamente e fisiologicamente. Le culture si evolvono con innovazioni, integrazioni di esperienze, riorganizzazioni; sono le tecniche che si sviluppano, sono le credenze, i miti che cambiano, sono le società che, a partire da piccole comunità arcaiche, si sono metamorfosate in città, nazioni e imperi giganteschi. In seno alle culture e alle società, gli individui evolveranno mentalmente, psicologicamente ed affettivamente. La cultura è costituita dall’insieme di abitudini, costumi, pratiche, saper fare, saperi, regole, norme, divieti, strategie, credenze, idee, valori, miti, che si perpetua di generazione in generazione, si riproduce in ciascun individuo, genera e rigenera la complessità sociale. La cultura accumula in sé ciò che è conservato, trasmesso, appreso, e comporta principi di acquisizione, programmi di azione. Il principale capitale umano è la cultura”. 

Agenda 2030 e i suoi 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile

Già a partire dagli anni ’70 dello scorso secolo ha iniziato a crescere la consapevolezza che le risorse della Terra non erano infinite. Dalla Conferenza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite sull’Ambiente tenutasi a Stoccolma nel 1972 fino ad arrivare al Summit sullo Sviluppo Sostenibile di New York nel 2015, che ha dato vita all’Agenda 2030 e ai 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, il percorso è stato impegnativo e prosegue tutt’ora in una strada a varie tappe. Queste sono tutte incentrate sulla consapevolezza di dover cambiare, di dover modificare la propria concezione di sviluppo, trasformandola in un’idea di crescita sostenibile, che possa garantire un futuro dignitoso anche alle generazioni a venire.

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è stata sottoscritta da 193 paesi delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di garantire un presente e un futuro migliore per tutti coloro che vivono sulla Terra. Un percorso che si propone di proseguire quello tracciato dai Millenium Development Goals, definiti nel 2000 e “scaduti” nel 2015. Il principio alla base dell’Agenda è leave no one behind, non lasciare nessuno indietro, garantire uno sviluppo quanto più inclusivo e universale a cui tutti devono e possono partecipare.

Nel preambolo della Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale il 25 settembre 2015 si legge: “Questa Agenda è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Essa persegue inoltre il rafforzamento della pace universale in una maggiore libertà. Riconosciamo che sradicare la povertà in tutte le sue forme e dimensioni, inclusa la povertà estrema, è la più grande sfida globale ed un requisito indispensabile per lo sviluppo sostenibile”. 

I 17 SDGs (Sustainable Development Goals) sono interconnessi tra loro e fanno riferimento al benessere dei cittadini, al contrasto di ingiustizie e disuguaglianze, difendendo il Pianeta, le persone e promuovendo una condizione di stabilità, pace ed uguaglianza.

Come i più piccoli percepiscono e analizzano la sostenibilità

Educare alla sostenibilità significa voler insegnare valori e stili di comportamento.

In questo contesto, si sono sviluppati diversi progetti di divulgazione scientifica per le scuole primarie. Un esempio è quello realizzato in collaborazione con il GAL Valle Brembana 2020, un gruppo di azione locale attivo in 55 comuni della Valle Brembana, Valle Imagna e Valle Seriana, in provincia di Bergamo.

Il progetto “MY FUTURE: alla scoperta dell’Agenda 2030 e dello sviluppo sostenibile” vuole non solo portare nelle scuole l’importanza di questi temi, ma si propone di accrescere il sapere e la capacità critica e di riflessione di studenti e studentesse.

Analizzare i problemi. 

Questa è la prima cosa di cui parlano bambini e bambine delle classi 4° e 5° primaria, che hanno partecipato al progetto. Elencando problemi che riguardano l’ambiente, la società, l’economia, si parte per spiegare come l’Agenda 2030 sia il modo che si è scelto per reagire a livello internazionale, definendo una strada comune da percorrere.

“Effetto serra, cambiamento climatico, siccità, sfruttamento del lavoro, disparità di genere, disuguaglianze”. Li elencano, li spiegano e cercano di analizzarli. Tutti concordano sul fatto che la situazione sia insostenibile, impossibile da sopportare e da mantenere nel tempo così com’è. Proprio capendo cosa significhi insostenibilità si arriva insieme a comprendere il concetto opposto, quello della sostenibilità, di uno sviluppo che si possa mantenere nel tempo, garantendo un presente e un futuro dignitoso per tutti.

La didattica non è stata puramente frontale, ma ha coinvolto attivamente e direttamente tutti gli studenti e le studentesse, attraverso attività interattive e ludiche. Sono stati anche usati metodi di immedesimazione e riflessione a partire dall’analisi di immagini, per cogliere gli impatti che ambienti naturali e situazioni sociali possono avere sul singolo individuo.

Bambini e bambine hanno, ad esempio, osservato e discusso insieme su fotografie rappresentati gli effetti del cambiamento climatico, le disuguaglianze, la povertà, la fame nel mondo. Si sono confrontati, hanno fatto esempi, ricercato le cause e proposto soluzioni. Dalla loro prospettiva innocente e genuina, ognuno ha proposto piccoli comportamenti sostenibili per contribuire al raggiungimento dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030: fare la raccolta differenziata e utilizzare le risorse in maniera consapevole, aiutare i compagni in difficoltà per ridurre le disuguaglianze, utilizzare la bicicletta per non inquinare, donare in beneficenza alcuni dei propri giocattoli. Sanno di non poter risolvere da soli i grandi problemi del Mondo, ma sanno anche che un piccolo gesto può fare la differenza, sanno che la loro consapevolezza è un bene prezioso.

Bambini e bambine possono comprendere che non basta conoscere il mondo per proteggerlo, bisogna comprenderlo, capirlo, rendersi conto della funzione e dell’importanza che ognuno di loro ha. Non basta vedere o conoscere, si deve anche sentire

Serena, 11 anni, per esempio, alla fine del progetto nella sua scuola ha dimostrato di aver acquisito molta consapevolezza sul problema, dichiarando: “Se il Pianeta sta bene, stiamo bene anche noi. E allo stesso modo, se viviamo in una società in cui ci sono pace e uguaglianza, anche noi ci sentiamo bene”. 

Per i bambini e bambine che hanno partecipato a questo progetto, la sostenibilità è vita, è mondo, è rispetto e unione, è parità e uguaglianza, è pace e amore, è la volontà di cambiare, di reagire e di non mollare, mai.

Consigli e suggerimenti per una didattica sulla sostenibilità anche tra le mura di casa

È possibile avvicinare i più piccoli alla cultura della sostenibilità anche grazie a svariati materiali offerti direttamente da l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.

ASviS, infatti, propone uno show di 17 puntante in cui vengono spiegati e presentati tutti gli SDGs dell’Agenda 2030. Non solo l’obiettivo è quello di sensibilizzare i più piccoli, ma anche di accrescere la loro consapevolezza sulla personale responsabilità che ognuno ha nella salvaguardia del Pianeta e delle risorse per il futuro.

Anche Unicef ha messo a disposizione alcune risorse, tra cui un gioco da tavolo gratuito, in cui bambini e bambini conoscono lo sviluppo sostenibile divertendosi.

Per i più grandi, esiste addirittura un videogioco scaricabile su tablet e cellulare, chiamato “2030 Hive Mind”, in cui diventare ministro di un paese a basso reddito che deve cercare di raggiungere i risultati previsti per ogni singolo obiettivo.

Sono molti i metodi per avvicinare i più piccoli a questi argomenti, dalla didattica frontale a quelli più innovativi e divertenti. Nel suo piccolo, ognuno può contribuire, cercando di avvicinare figli, nipoti e amici alla conoscenza di queste tematiche.

Le attività che si possono fare insieme sono davvero moltissime: dal riciclare o riutilizzare insieme materiali che si trovano in casa, a utilizzare mezzi sostenibili per spostarsi, facendo un favore sia all’ambiente che alla propria salute; ma anche guardare insieme documentari sul mondo, sulla natura e sulle diverse culture. Educare al cambiamento, al rispetto e alla consapevolezza, quindi, a favore di un presente e di un futuro migliori.

Perché, se l’obiettivo globale è quello dello sviluppo sostenibile, trascurare l’aspetto educativo sarebbe come andare controcorrente. 

I più piccoli non sono altro che il riflesso dell’impegno della generazione adulta, che deve trasmettere una nuova mentalità, di pari passo con il rispetto e la responsabilità, la consapevolezza che ognuno, nel suo piccolo, può e deve contribuire al cambiamento.

di Beatrice Pedretti

Questo articolo è stato realizzato per la rubrica Comunicare la scienza, realizzata in collaborazione con gli studenti del Master Cose dell’Università degli studi di Parma

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