Baseball in Italia: vince, ma non convince

Gli azzurri tra i migliori in Europa nel ranking ma il pubblico è limitato: per fortuna la provincia di Parma fa eccezione

Foto presa dal profilo Facebook di: CONI

La Nazione italiana di baseball è tra le più forti nel panorama internazionale. Ad oggi le vittorie nelle competizioni europee sono ben dieci, condite da 17 argenti e 4 bronzi. Questi risultati sono stati raggiunti in un totale di 33 partecipazioni ufficiali.

A conti fatti quindi si può osservare che – rispetto al calcio o al basketil baseball a livello di ranking è decisamente più alto in graduatoria: lo dice la WBSC (Confederazione Mondiale del Baseball e Softball) al termine del 2021. Il ranking misura le prestazioni delle squadre nazionali – dall’U-12 al livello più alto – nelle competizioni internazionali autorizzate dalla WBSC negli ultimi quattro anni, quindi dal 2018 e per un totale di 85 manifestazioni prese in considerazione.

L’ Italia è 17esima, terza fra le europee, con 971 punti, subito davanti a Germania (952) e e Spagna (749). Oltre alle partecipazioni ai tornei europei, è famosa la presenza nel 2015 al primo WBSC Premier 12, torneo che coinvolge le migliori 12 nazionali di baseball secondo il ranking WSBC.

Nonostante le vittorie e il palmares degli azzurri, il pubblico rimane molto contenuto. Il baseball non riesce tutt’ora a guadagnarsi la visibilità che meriterebbe per i traguardi ottenuti sul campo rimanendo uno sport perlopiù seguito a livello locale, popolare nelle piccole cittadine.

Dove è nato il baseball in Italia? Storia tricolore di questo sport

La prima vera apparizione ufficiale del baseball italiano si registra a Milano, nel 1946. In quell’anno, infatti, fu fondata la prima squadra italiana, il Milano Baseball 1946 che fece il suo esordio in un campionato ufficiale di serie A1 nel 1948, dopo la fine della seconda Guerra Mondiale.

Già qualche anno prima, però, c’erano stati episodi di avvicinamento al baseball. Per esempio, quando alcuni marinai americani di stanza a Livorno avevano esportato questo gioco (già conosciuto in America) e lo praticavano durante i momenti liberi tra di loro. Inoltre, anche nelle coste laziali ci furono episodi di questo tipo tra i militari americani presenti a Nettuno ed Anzio nel 1944.

Ad ogni modo il 12 marzo 1948 nasce la Lega Italiana Baseball e il 27 giugno allo stadio Giuriati di Milano ha luogo la prima partita giocata da due squadre italiane. In quello stesso anno, con cinque squadre partecipanti, si gioca il primo campionato italiano che sarà vinto dalla Libertas Bologna. Nel 1952 inizia la sua storia anche la Nazionale italiana che vince la prima edizione dei Campionati Europei nel 1954

In questo decennio e in quello successivo degli anni ’60, si delinea una geografia del baseball che vede alcune città che prendono il sopravvento. I centri principali del baseball diventano le città emiliane di Parma, Bologna e Rimini; Grosseto poi si afferma come centro principale della Toscana e Nettuno diventa leader nel Lazio, mentre Milano comincia a perdere la corona a partire dagli anni ’70.

Foto presa dal profilo Facebook di: Milano Baseball 1946

Il maggiore sviluppo del baseball si ha negli anni ’70 sotto la presidenza di Bruno Benech, noto regista televisivo, in particolare della Domenica Sportiva. Durante il suo periodo come presidente del baseball italiano, l’Italia organizza la prima edizione della Coppa Intercontinentale nel 1973, nella quale batte la Nazionale americana. Successivamente nel 1978 l’Italia organizza per la prima volta il Campionato Mondiale, sui campi di Parma, Bologna e Rimini. Dato che le città dove era presente questo sport non erano quasi mai densamente popolate, il baseball ha sempre faticato ad avere visibilità.

Per questo motivo, gli sponsor hanno tirato le somme e hanno constatato che il loro messaggio pubblicitario non arrivava molto lontano. Negli anni 90, pertanto, è iniziata una crisi che ha portato gli stadi a essere sempre più vuoti e a risultati disastrosi in campo internazionale – negli anni a cavallo del secolo – culminati col settimo posto agli Europei del 2007, il peggior risultato di sempre, che precludeva la partecipazione alle Olimpiadi di Pechino.

Come tentata soluzione era stata nel frattempo fondata l’Accademia del Baseball con sede a Tirrenia, nella quale si sono formati atleti che hanno poi giocato come professionisti in America. Inoltre, l’Italia partecipa fin dalla prima edizione del 2006 al World Baseball Classic, il mondiale professionisti, con una squadra formata quasi interamente da oriundi che giocano nelle leghe minori americane.

Nel 2010 la Federazione tenta la via del professionismo anche in Italia. Viene varata la Italian Baseball League, con il sistema delle franchigie e senza il meccanismo di promozioni e retrocessioni. Purtroppo l’idea si scontra con i pochi incassi, i pochi apporti degli sponsor e il quasi totale disinteresse dei media. Il progetto viene ampiamente ridimensionato e fra l’altro il campionato torna a chiamarsi in italiano, cioè Serie A1.

La crisi del baseball in Italia secondo gli addetti del settore

Data la crisi mai terminata del baseball italiano, in molti si sono esposti per offrire una visione del problema. Riccardo Fraccari, per esempio, che è stato per 15 anni presidente della FIBS, ha dichiarato: “Il problema è nella cultura sportiva di questo Paese, che possiamo definire una non cultura dello sport. In questo Paese si parla sempre e solo di calcio e per tutti gli altri sport, anche se vincenti come il baseball, è complicatissimo raggiungere un buon livello di visibilità. Pensare che poi l’Italia ha avuto anche la sua grande occasione, non troppi anni fa, per raggiungere le masse. Era il 2009 e il mondiale era stato organizzato, nella sua fase finale, tra Olanda e Italia. Proprio nello Stivale si sarebbe disputata la finalissima e, per l’occasione, il palcoscenico prescelto era Roma. Anche la città di Milano venne coinvolta per alcune partite dei turni precedenti. Le due più grandi città italiane per poter dare visibilità a un mondiale che, tra i suoi obiettivi, aveva anche il rilancio del baseball in Italia. Alla fine fu un’occasione persa, né Milano, né Roma ospitarono il mondiale. La finale si disputò a Nettuno, simbolicamente la capitale di questo sport in Italia, davanti a una cornice di pubblico incredibile. Roma e Milano, furono fatte fuori solo perché i costi per rendere a norma i due impianti erano elevati e noi come federazione non navighiamo certo nell’oro. Insomma, nessuno ha voluto investire. Il baseball, infatti, in Italia piace nei piccoli centri e nelle province e questo potrebbe rientrare sicuramente in una delle cause della sua poca diffusione e visibilità

Foto presa dal profilo Facebook di: Riccardo Schiroli

Anche Riccardo Schiroli responsabile comunicazione FIBS, dichiarò nel 2017: “La stagione appena conclusa è stata quella di minor soddisfazione per la presenza di baseball italiano in televisione. RaiSport ha proposto la finale del campionato italiano a intermittenza e in differita. L’Europeo non è stato trasmesso da nessuna emittente italiana. Oltretutto i diritti televisivi del campionato di baseball gravano pochissimo sul bilancio di un’azienda TV, poiché la trasmissione ha sempre costituito un onere per la FIBS che si fa carico di gran parte delle spese. Gli sport, come è noto, si definiscono minori anche perché hanno un bacino di fondi decisamente minore rispetto a realtà come, ad esempio, quella del calcio.”

Abbiamo chiesto un’opinione in merito anche con Francesco Marchesi, esterno/ricevitore della squadra di serie A, Parma Crocetta che ha dichiarato: “Il problema del baseball in Italia è che viene sponsorizzato pochissimo dalla stessa Federazione in primis (la FIBS). Negli anni sono stati tolti fondi, stadi prestigiosi sono stati abbattuti, come quello europeo a Parma e l’interesse verso questo sport è sicuramente calato. Paradossalmente attirano maggiormente i tornei delle giovanili, perché alla sera ci sono eventi aperti al pubblico con dj set, zone dove cenare. Infatti, a me è capitato che magari dei miei amici per fare qualcosa di diverso siano venuti a bersi una birra con la musica del bar del campo, mentre noi giocavamo e ora ci vengono a vedere tutti i weekend. Sicuramente cornice del genere nel post-partita aumentano la visibilità e avvicinano maggiormente il pubblico. Bisognerebbe marketizzare con questo metodo anche le partite più importanti, non solo quelle giovanili, in modo da avvicinare anche le famiglie“.

Zone dove si respira più baseball in Italia: Parma nella lista

Nonostante il baseball sia nato lì nel 1946, di certo Milano non è la città dove si respira maggiormente l’aria di questo sport. Nettuno è sicuramente la città più indicata per iniziare la propria carriera se si vuole conoscere la storia di questo mondo. Questo primato è dovuto al fatto che in questo luogo ci sbarcarono gli americani durante la Seconda Guerra Mondiale, quindi è qui che si sono mossi i primi passi di questa disciplina nel nostro Paese.

La tradizione più affermata, però, i risultati migliori e gli investimenti maggiori ad oggi sono in Emilia Romagna. Un giovane nato in questa regione ha buone possibilità di avvicinarsi e conoscere il baseball meglio di chiunque altro. Parma, Bologna (con il Fortitudo Bologna) e Rimini sono realtà che hanno fatto e stanno facendo molto bene.

Foto presa dal profilo Facebook di: Parma Baseball

Soprattutto la città parmense, la cui squadra nacque nel 1949. Ad oggi il suo palmares conta ben 10 campionati di serie A, 14 Champions Cup, 6 Coppa Italia, 3 Coppa del Mediterraneo, 1 Coppa dei Club, 1 Coppa delle Coppe e 1 Super Coppa Ceb. A questi trofei si aggiungono due onoreficenze Coni e una locale. Oltre a questo club, a Parma ne sono presenti altri due, entrambi in serie A: Ciemme Oltretorrente e Parma Crocetta. Quest’ultima è la squadra di Francesco Marchesi, che ha voluto spendere due parole sul perché Parma sia una zona interessante per iniziare ad avvicinarsi al mondo del baseball: “Ho iniziato a giocare verso i 10 anni per passaparola e dietro consigli di amici, e da allora ne sono rimasto catturato.

Il baseball nelle giovanili della città è divertimento puro, ci sono un sacco di tornei che sono vere e proprie settimane di festa e il più prestigioso d’Italia è sempre stato quello di Sala Baganza. Chiunque ne ha sentito parlare perché alla sera ci sono sempre eventi diversi aperti a tutti. Inoltre in provincia ci sono tantissimi club quindi è più facile avvicinarsi a questa realtà, a differenza magari di zone del Sud dove le squadre, soprattutto giovanili, sono limitate. Poi, in passato Parma Baseball 1949, ha vinto tutto quello che poteva vincere ed è stata sicuramente a livello europeo la squadra più celebre per tanti anni”.

di Samuele Piroli

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