Fa troppo caldo! Cosa sta succedendo?

Ogni anno con il ritorno dell’estate le temperature si alzano sempre più vertiginosamente mostrando dati molto preoccupanti, ma esistono delle soluzioni per mitigare gli effetti in città, in particolare delle isole di calore. Ecco alcuni esempi da imitare

La mappa dei “record” di calore stilati da Statista

Da quando, ad aprile, India e Pakistan hanno riportato di avere oltrepassato i 50° centigradi, l’emisfero boreale teme l’arrivo dell’estate (veramente) più calda di sempre. Sono anni infatti che si allerta che la stagione successiva sarà peggio della precedente, e in Italia, dove l’anno scorso si è registrato un picco di 48°C, si prospetta una stagione di fuoco. La colpa ovviamente è del riscaldamento globale, o meglio dell’uomo, che si è lasciato ormai alle spalle il punto di non ritorno per migliorare la situazione e che arriverà, a prescindere da quanto si possano impegnare governi e istituzioni a ridurre emissioni di CO2. I diversi possibili scenari portano quindi tutti ad una ormai inevitabile conseguenza: ondate di caldo più durature e più intense, che ci faranno dire con terrore “Summer is coming” a differenza di Jon Snow.

Gli effetti irreversibili del riscaldamento portano oggi a continue ondate di caldo anomalo, alluvioni e lo scioglimento sempre più veloce dei ghiacciai. Ovviamente i picchi più preoccupanti sono stati osservati nell’emisfero meridionale, ma quando anche un paese come il Canada ha annunciato di aver superato in alcune sue località i 50 gradi, si può veramente realizzare quanto grave sia la situazione. Un caldo estremo senza precedenti, causato da una cupola di calore che ha portato alla nascita di vari incendi e alla morte di 719 persone.

In particolare, a subire questi effetti “violenti” sono le città. Le enormi concentrazioni di edifici e di cemento e asfalto facilitano la nascita delle isole di calore, che causano aumenti di temperatura di addirittura 10 gradi rispetto alla media nelle aree extraurbane.

Le isole di calore: cosa sono e quali conseguenze provocano

In ogni città vi sono aree più calde, vuoi per i materiali usati, vuoi per il volume di edifici o l’assenza di verde intorno, che portano le costruzioni ad assorbire e riemettere a loro volta più energia solare rispetto all’ambiente naturale. Spesso queste aree in cui si concentrano molti edifici sono anche vittime di una circolazione ventosa quasi assente, che non contribuisce ulteriormente a diluire il calore. Tutto ciò provoca quello che vediamo ogni giorno sui social, come i video dei marciapiedi di Torino o Roma in cui le impronte lasciano il segno sull’asfalto; ma anche sul portafoglio, dato l’enorme aumento di consumo energetico per la refrigerazione, i cui motori a loro volta generano calore, in un circolo vizioso senza fine.

World meteorogical organization (courtesy of Kamyar Fuladlu)

La presenza di vegetazione contribuisce sicuramente a mitigare il fenomeno, grazie all’evapotraspirazione, con il quale le piante evaporano acqua dalle foglie. Il contributo dei parchi all’interno delle città è utile – anche se a livello pratico sarebbe più utile avere più aree verdi sparse per le metropoli piuttosto che pochi grandi parchi. A Parma, pochi anni fa, è stato condotto uno studio sul Parco Ducale, che voleva dimostrare quali sarebbero state le conseguenze per la città oggi se al posto del grande parco all’epoca vi avessero costruito un quartiere. Le ipotesi ricostruite hanno dimostrato che la presenza del parco abbia rappresentato uno degli strumenti principali di mitigazione urbana a Parma. Secondo una ricerca condotta dal dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma, al contrario, il quartiere più caldo di Parma sarebbe San Leonardo, proprio e anche a causa della scarsità di verde. A Parma, fino al 1970, i giorni in cui si superavano i 32 °C erano la metà di quelli che si vedono ora, e nei prossimi cinquant’anni arriveranno quasi a triplicare.

Quali sono le soluzioni trovate in giro per il mondo?

A differenza del passato, in cui le città venivano progettate senza particolari preoccupazioni per il clima, oggi è indispensabile edificare seguendo delle linee guida anche per questo fronte. Innanzitutto sarebbe necessario uno studio microclimatico dell’area e di conseguenza, la progettazione di edifici della giusta altezza e forma, in relazione a quelli vicini preesistenti, per consentire una ventilazione naturale. Ci sono poi dei particolari materiali e superfici che possono aiutare a sopperire nelle strutture già esistenti, come ad esempio le installazioni dei tetti verdi e i giardini verticali, che favoriscono l’evaporizzazione, oppure i cosiddetti “tetti freddi” fatti di materiali riflettenti le radiazioni solari.

Anche per le pavimentazioni in cemento o in asfalto, la scelta di materiali può contribuire a mantenere una temperatura inferiore, attraverso pitture e aggregati con particolari caratteristiche. La città di Los Angeles ha attuato dal 2017 un progetto per dipingere tutte le sue strade di bianco, con una particolare emulsione, il “CoolSeal”, che riflette i raggi del sole anziché assorbirli, abbassando la temperatura dell’asfalto di quasi dieci gradi. Pur essendo un intervento costoso – costa 40,000 dollari per miglia e dura sette anni- a lungo termine questa azione potrebbe far risparmiare ogni anno decine di milioni di dollari sul consumo di energia estivo di areazione.

© City of Los Angeles Department of Public Works Bureau of Street Services via deMilked

Aggiungere poi più verde nelle strade cittadine è, come già ribadito, una grande soluzione. Piantare alberi è innanzitutto il metodo più economico per riflettere le radiazioni solari, e allo stesso tempo dare ombra, assorbire CO2 e rilasciare aria fresca e ossigeno. Numerosi studi hanno dimostrato quanta differenza faccia una pianta in mezzo a un’area verde piuttosto che su un marciapiede e anche l'”utilità” di alcune specie piuttosto che altre per eliminare le isole di calore.

https://twitter.com/i/status/1534513824430268416

Leicester, una cittadina del Regno Unito, ha installato una rete di trenta fermate dell’autobus sparse per la città, dotate di “tetti viventi”, ricoperti da un mix di piante di sedum e fiori selvatici, che attraggono più api e favoriscono l’impollinazione. Con questa iniziativa non solo si dà la priorità a un animale indispensabile per la biodiversità, ma aiuterà anche l’ambiente, attraverso l’assorbimento delle acque piovane e il trattenimento di particelle nocive.

Di innovazioni e strumenti per mitigare le isole di calore in città se ne stanno applicando e studiando diversi, ora tocca alle Amministrazioni locali, che devono essere supportate da Regioni e Stato, a portare il cambiamento anche nelle nostre città, nei nostri quartieri, nelle nostre case.

di Giulia Padova

1 Commento su Fa troppo caldo! Cosa sta succedendo?

  1. francesco giusiano // 15 giugno 2022 a 13:07 // Rispondi

    Brava Giulia, mi fa molto piacere leggere questo articolo.Io ho parlato per anni di argomenti relativi ad energia, ambiente e clima ai miei studenti del corso di fisica ambientale e di laboratorio di fisica presso il Corso di laurea in scienze ambientali.Cercate di darvi da fare voi perché la situazione è grave e voi giovani la dovrete subire.
    ciao e buon lavoro.
    francesco giusiano docente di fisica in pensione

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