A Parma debutta Moorano Design: vetro, arte e libertà
Il neonato progetto di design è stato presentato per la prima volta lunedì 4 luglio al CUBO dai giovanissimi e talentuosi fondatori. Cosa li ha uniti? Innanzitutto la città di Parma

Una tecnica secolare, la volontà di tramandarla anche grazie al digitale, tre ragazzi che ci hanno creduto e il vetro, protagonista indiscusso: il progetto Moorano si è affacciato al pubblico per la prima volta – almeno ufficialmente – lo scorso 4 luglio (Independence Day, non male come data di affaccio) presso il Contenitore Creativo – CUBO di via La Spezia.
Marco Lazzari, Edward Russell e Sara Diana – ideatori e fondatori del brand – hanno raccontato, visivamente e non solo, il progetto di design nato nel 2021 grazie a un percorso che, partendo proprio dalle opere in vetro, tramanda un sapere artigianale che ha saputo perfettamente adattarsi e fondersi con una tecnologia in grado di trasportarlo nel futuro.

Moorano, tra il made in Italy e la Digital Art
“Il progetto nasce con l’obiettivo di creare opere d’arte in vetro di Murano, che da un lato racchiudano un significato profondamente allegorico e un forte potere creativo, dall’altro designano un’evoluzione nella tradizione vetraria Muranese, sottolineando l’autenticità e la singolarità di ogni opera”, questa la mission del brand che, come evidenziato perfettamente dalle forme realizzate, cerca di unire (e sembra riuscirci) un’arte del passato – che è rimasta tale suo malgrado – con shapes futuriste e risvolti pratici impensati.
Ma nel concreto Moorano cosa realizza? Si sa, non è mai bello – né corretto – forzare l’interpretazione dell’oggetto artistico, quindi scenderemo a patti con quanto è evidente e con quanto invece potrebbe solo sembrarlo.

Cosa vi sembrano? Sinceramente. Esatto, qualunque risposta vi siate dati è corretta. Perché la libertà artistica non è in questo caso solo legata alla realizzazione o all’interpretazione, ma vuole essere una libertà dell’anima – come ci raccontano i ragazzi – che incontra opere preziose e uniche che possono “essere osservate, toccate, ascoltate nel loro bollore, assaporate dal gusto, percepite dall’olfatto, fumate e vissute”.
Questo fa Moorano, sceglie di trasformare oggetti socialmente ‘occultati’ in opere eleganti e di valore (anche economico) da esporre con orgoglio; opere che però, nonostante la nuova elevazione artistica – o forse proprio grazie a essa – mantengono e anzi ritrovano la loro profonda materialità di oggetti di cui godere, non solo visivamente.
La libertà e l’allegoria
Che siate designer o fumatori avrete ormai capito che le opere di Moorano non sono mai solo quello che sembrano. Sono innanzitutto voci fuori dal coro: oggetti che vorrebbero riscrivere il rapporto tra società e design grazie all’unione – quasi sacro/profano – del fumo e della tecnica vetraria muranese.
Un bong che spunta dallo zaino di un ragazzino, basta questo a volte per una scintilla creativa. Ce lo racconta Marco: quel gesto di ribellione e coraggio che con evidenza voleva normalizzare un vizio (per alcuni, piacevole, per altri criminale oppure solo proibito) è stato, in qualche modo, di ispirazione per l’intero concept.
Un tabù diventa opera d’arte. Che spettacolo. Ma, ancora una volta, non solo questo. Non ci sono solo libertà e riscatto nei soffiati di Moorano. Ogni oggetto – non li chiameremo vasi né bong, sarebbe riduttivo – racchiude un racconto. Quale? Guai a chiederlo: ogni osservatore deve essere totalmente lasciato alla sua personale interpretazione. Marco, è lui che ci guida in questa presentazione, fa una sola eccezione.

C’è La Divina Commedia in quest’opera: proprio come le anime dantesche devono scendere all’inferno per poter scalare il monte del Purgatorio e accedere a Dio, così in quest’oggetto il fumo deve affrontare lo stesso percorso per arrivare finalmente al Paradiso. Qual è? Ognuno di noi può esserlo, anzi, può scegliere di esserlo: appoggiando la bocca all’orlo di vetro o semplicemente godendosi l’allegoria.
E c’è anche Mare Nostrum, con le le migliaia di anime sui fondali del Mediterraneo celebrate dalle altrettante bollicine sul fondo di questa creazione. A questo serve il movimento a spirale, a questo serve l’azzurro. Ci avreste mai pensato? Forse no e il bello sarebbe stato proprio lì.

Il digitale
L’esposizione è buia. Le poche luci sono dedicate esclusivamente alle opere. Tovaglie nere sui tavoli, faretti, vetro e colore. Non solo, però: ogni opera ha un piccolo QR-Code il cui contenuto – proiettato sulle pareti – amplia la prospettiva dell’oggetto fisico, completandone la performance in digitale. È possibile godere dell’oggetto reale, della sua proiezione digitale o della scenografica unione tra le due: una specie di ‘meta opera’ che garantisce anche l’originalità dell’opera tangibile.
Questo lo scopo degli NFTs, contenuti digitali che rappresentano – e garantiscono – oggetti reali: “Moorano, si serve non solo dell’arte come strumento per raggiungere la libertà della mente e dell’anima, ma si impone soprattutto di proteggerla nel miglior modo possibile. Proprio per questo il brand ha deciso di rendere immortali le opere trasformandole in Digital Artworks e convertendole in NFTs (non-fungible tokens) garantendo così l’originalità, l’autenticità e l’unicità di ogni creazione attraverso la tecnologia Blockchain”, comunicano i fondatori.

È così che per la prima volta il design tutto made in Italy dell’artigianato muranese approda al digitale per sperimentare nuovi linguaggi e assicurarsi una garanzia di immortalità grazie, neanche a dirlo, all’ingegno – e senz’altro al coraggio – dei tre giovani ideatori che hanno deciso di lanciare il loro marchio nel futuro tenendosi ben saldi all’esperienza della tradizione.
di Bianca Trombelli
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