La vita di Julie: “la persona peggiore del mondo”

La storia intima e complessa di una ragazza in bilico tra responsabilità, indecisioni e istinto.

Teodora film

The worst person in the world” è un film norvegese del 2021 diretto da Joachim Trier. La pellicola ha ottenuto due candidature agli Oscar – miglior film in lingua straniera e migliore sceneggiatura originale – mentre Renate Reinsve ha vinto il premio come miglior attrice al Festival di Cannes. La storia è strutturata in dodici capitoli e proprio da uno dei titoli di questi nascerà quello del film.

“Sono veramente felice?”

È la domanda che si pone la protagonista Julie, non una volta, ma ogni giorno della sua vita.
Julie (Renate Reinsve) è una ragazza che, a primo acchito, potremmo descrivere come “persona priva di razionalità”. Sta per raggiungere i trent’anni e vorrebbe avere il mondo nelle sue mani. Tanti desideri, troppi, da cui si lascia travolgere e che, puntualmente, iniziano a sconvolgere ogni suo piano.

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Sono gli istinti e le passioni a mantenere vivido l’animo da sognatrice di Julie. La sua mente è in continua riflessione: quando cammina sotto una luna che illumina una città troppo diversa da lei, quando si ferma a fissare i grattacieli da un muretto o quando sulla terrazza di un locale di Oslo, da cui si sentono voci e rumori di una festa in cui non conosce nessuno, sceglie la sola compagnia di una sigaretta. In quei momenti si alternano in lei benessere interiore e profonda angoscia e spesso si abbandona a un pianto liberatorio, probabilmente perché non sa come comportarsi e perché responsabilità e conseguenze dei suoi gesti sarebbero troppo pesanti per lei.

“Lo amo davvero?”

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Un’altra domanda che si presenta alla mente della protagonista.
Nonostante la paura delle conseguenze, Julie decide sempre di seguire il suo istinto e, quando deve prendere una decisione che la fa sentire viva, non ci pensa due volte a lasciarsi andare. L’eterna insoddisfazione la spinge a bloccare qualsiasi percorso professionale alla ricerca di qualcosa che la faccia sentire più felice. Julie non riesce a capire cosa vuole e così uomini, lavoro e desideri cambiano velocemente. Sarebbe stata un medico, poi una psicologa e dopo ancora una fotografa. Questo vortice di infelicità e indecisione la fa passare da una storia sentimentale a un’altra finché non conosce Aksel (Anders Danielsen Lie), un famoso fumettista quindici anni più grande con cui si fidanza. Tuttavia, anche questo amore dopo un po’ sembra possedere tutti i connotati per mutarsi in momento di crisi e dubbi esistenziali, Julie sente pressioni addosso che non vorrebbe affatto: dovrebbe pensare a fare un figlio e a crearsi una famiglia, ma ciò si concretizza in panico.

“Mi sento come se fossi il personaggio secondario della mia stessa vita”

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Quello che odia Julie è guardare il tempo scorrere davanti a sé, invecchiare senza aver capito chi è veramente e fare cose che non la appagano. Tutto ciò che invece vuole è seguire ciò che le suggerisce l’istinto, la parte più intima e vera di sé. Un giorno, un nuovo forte desiderio riempie costantemente i suoi pensieri: stare con Eivind, vederlo, toccarlo e baciarlo. Eivind (Herbert Nordrum) è un ragazzo con cui una sera Julie aveva sperimentato “il non tradimento”, ovvero qualsiasi tipo di contatto fisico che rimanesse al limite tra il non tradimento e il tradimento. Quel giorno il mondo intero si ferma, tutto è immobile: macchine, persone, tempo e responsabilità. Julie può finalmente fare ciò che sogna da un po’: correre da Eivind senza che le persone che la circondano possano soffrire o pensar male di lei, e facendo in modo che quell’incontro possa rimanere soltanto una parentesi di un giorno che non avrebbe più dimenticato. In Eivind vivono tutti gli impulsi dettati dal desiderio di libertà, ma anche dopo aver ceduto a essi, Julie, non smetterà di essere insoddisfatta: tornerà difatti a pensare al suo ex Aksel, con cui condividerà, alla fine, un periodo non affatto piacevole.

Quando le ambizioni di Julie sull’amore falliscono lei si guarda allo specchio e dice: “sono la persona peggiore del mondo”, proprio come succede a chiunque senta di sbagliare quando vuole ritrovare un po’ di egoismo e pensare più a se stesso.

Di Giuliana Presti

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