London Bridge is down: addio alla Regina Elisabetta II. La fine di un’era

Dopo 70 anni di regno, se ne va all'età di 96 anni una delle sovrane più popolari che la Storia abbia mai conosciuto, simbolo di diligenza e responsabilità

Si è spenta ieri pomeriggio, all’età di 96 anni, la Regina Elisabetta II del Regno Unito, dopo essere stata al trono per ben 70 anni. Era ormai diventata una leggenda, un personaggio intramontabile considerato da alcuni perfino immortale. La Regina Elisabetta non era solo la sovrana del Regno Unito, ma un simbolo per tutto il mondo, un esempio di diligenza, responsabilità e determinazione.

La storia di una regina intramontabile

Elizabeth Alexandra Mary Windsor nacque il 21 Aprile 1926 a Londra. Lei e sua sorella Margaret Rose vennero istruite privatamente a casa. Sin dall’infanzia, la sovrana mostrò un forte senso di responsabilità e il futuro primo ministro Winston Churchill, le riconobbe una sorprendente autorità, pur essendo ancora una ragazzina. Inizialmente, la corona non era assolutamente contemplata nel futuro della giovane Elizabeth, che invece voleva diventare una donna di campagna circondata da cavalli e cani. Infatti, l’amata sovrana, era solo terza in linea di successione, dopo suo zio Davide e suo padre Giorgio. Tutti prevedevano quindi che sarebbe stato suo zio a diventare re e che avrebbe poi passato il titolo ai suoi figli. Alla fine però, Edoardo VIII (lo zio) abdicò in favore di Giorgio VI, padre di Elizabeth, che morì nel 1952.

Nel periodo a ridosso della fine della Seconda Guerra Mondiale, conobbe quello che è passato alla storia come Principe Filippo di Edimburgo. Il loro amore però incontrò diversi ostacoli prima di raggiungere un lieto fine. C’era infatti molta riluttanza da parte della famiglia reale nei confronti di questo ragazzo di origini greche. Alla fine però, quell’amore nato al Royal Naval College, dove la tredicenne Elizabeth era in visita con i genitori, è riuscito a superare qualsiasi etichetta ed è durato per ben 77 anni.

Dopo il matrimonio, celebrato nel 1947, la Regina Elisabetta venne incoronata in diretta tv nel giugno del 1953, un anno dopo la morte di suo padre e dovette far subito i conti con diversi problemi, il più grave dei quali riguardava proprio il suo Impero. l’Impero britannico infatti stava ormai iniziando a sgretolarsi: l’India era stata la prima nazione a raggiungere l’indipendenza nel 1947 e pian piano, sempre più colonie decisero di allontanarsi dalla loro madrepatria. Il Commonwealth inoltre, iniziò a non essere più visto come l’alternativa alla CEE, ma come un gruppo privo del desiderio di agire insieme nei periodi di crisi.

Sua maestà fu però in grado di avvicinare la Monarchia al suo popolo, eliminando inutili etichette e mostrando la vita quotidiana della famiglia reale attraverso documentari trasmessi dalla BBC. Si poteva vedere la famiglia in azioni semplici e quotidiane, che nessuno aveva mai visto svolgere da parte dei precedenti sovrani: addobbare l’albero, andare in macchina, fare un barbecue. Questa campagna mediatica permise di accrescere la popolarità della corona britannica, soprattutto in vista del giubileo d’argento.

Un importante periodo del regno di Elisabetta II fu il 1992, il cosiddetto Annus Horribilis, a causa dei diversi scandali che travolsero la monarchia. I divorzi dei suoi due figli minori, la separazione tra Carlo e Diana, aggiungendo l’incendio al Castelli di Windsor, fecero vacillare nuovamente l’appoggio della popolazione nei confronti della famiglia reale. Fu poi il 1997 l’anno in cui la sua popolarità tocco il fondo, quando la principessa Diana morì in un fatale incidente. Furono molte le ipotesi che emersero a riguardo, molte delle quali probabilmente verranno discusse nella nuova stagione di The Crown, la serie che narra le vicende che riguardano proprio l’ex sovrana e la famiglia reale, ma ciò che è certo è che la Regina Elisabetta venne a lungo criticata per il suo silenzio e apparente disinteresse.

Importante è stato poi il suo ruolo di mediazione nei confronti di Irlanda del Nord e Scozia, entrambe attraversate da manifestazioni più o meno violente, espressione del desiderio di indipendenza di queste due nazioni. Nel 2012 infatti, visitò l’Irlanda del Nord in occasione del suo giubileo di diamante e strinse la mano a Martin McGuinness, ex comandante dell’IRA (organizzazione militare nordirlandese), responsabile dell’attentato mortale nei confronti di suo cugino. Mentre nel 2014 invitò gli scozzesi a riflettere bene sul futuro, scongiurando così la vittoria del Sì al primo referendum per l’indipendenza.

Nel 2015 è diventa la più longeva sovrana britannica, superando perfino la Regina Vittoria e rimanendo secondo a livello mondiale solo al Re Sole, al trono per 72 anni. La Regina Elisabetta ha continuato ad essere una roccia per tutti i britannici in questi 70 anni di regno, è stata l’unico elemento di continuità in un’era ricca di cambiamenti e stravolgimenti, che hanno reso il Regno Unito più piccolo territorialmente, ma sempre forte sul piano economico e geopolitico. Soprattutto nel periodi più bui della pandemia, la Regina Elisabetta ha saputo rassicurare i suoi sudditi, spaventati e disorientati davanti ad un contagio di massa, una forte crisi economica e l’assenza temporanea del loro primo ministro, Boris Johnson, risultato positivo al Covid. Una sovrana che non si è mai tirata indietro davanti alle sue responsabilità e che ha servito il proprio paese fino all’ultimo, con il passaggio di consegne tra Boris Johnson e Liz Truss avvenuto questo martedì.

L’annuncio della sua morte

L’annuncio della sua morte è stato trasmesso ieri sera in diretta tv alla BBC, dove il conduttore Huw Edwards ha letto il breve comunicato che era stato diffuso dal sito ufficiale della famiglia reale ed era stato affisso ai cancelli delle residenze principali della sovrana: “La regina è morta in pace questo pomeriggio a Balmoral. Il Re e la Regina consorte rimarranno a Balmoral questa sera e torneranno a Londra domani”.

Tutto è andato come scritto nel piano che prevedeva tutte le mosse che sarebbero state effettuate alla morte della popolare sovrana. Questo piano si chiama London Bridge, un soprannome dato alla Regina Elisabetta per non far trapelare la notizia in anticipo rispetto al previsto. Questo piano prevedeva che alla morte della sovrana, il primo ministro britannico, in questo caso la conservatrice Liz Truss, avrebbe ricevuto una telefonata in cui ne veniva annunciato il decesso attraverso la frase in codice “London Bridge is down”.

La notizia era stata già intuita però da moltissimi users di Twitter, che avevano notato l’interruzione delle programmazioni sulle principali reti britanniche e il cambio look di molti conduttori, che nel giro di una break pubblicitario avevano indossato abiti o cravatte nere, probabilmente in segno di lutto. Tutti elementi che erano previsti dall’operazione London Bridge, ormai conosciuta da moltissimi sudditi e fan.

Con la morte della Regina Elisabetta, finisce un’era importante per il Regno Unito, il Commonwealth e il mondo intero. Spetterà a Carlo adesso mantenere la popolarità che l’ex sovrana aveva riportato nei confronti della corona britannica e affrontare le nuove sfide che porrà il futuro, come ad esempio il nuovo referendum d’indipendenza previsto per il 2023 in Scozia.

di Gabriele Scarcia

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