Tessuto spray: il brand “Coperni” riscopre il Fabrican

Avanguardia o abbaglio? Cosa sappiamo dello Spray-on dress di Bella Hadid che ha stregato la Parigi F.W.

Dal profilo Facebook @Coperni

Il Fashion Month si è appena concluso – questo 4 ottobre – ma ancora non si fa che parlare della performance messa in scena da Coperni durante la Paris Fashion Week 2022.

Il brand francese, fondato nel 2013 da Sébastien Meyer e Arnaud Vaillant, ha lasciato gli spettatori increduli. La Salle des Textiles del Musèe des Arts et Mètiers, infatti, aveva tutti gli occhi puntati sulla modella Bella Hadid affiancata da due uomini muniti di spray: stiamo parlando del ricercatore e stilista Manel Torres e del suo assistente che hanno (letteralmente) ricoperto il corpo seminudo della top model con del liquido bianco trasformatosi in un abito.

Lo show quasi futuristico, considerato come il punto d’inizio di una nuova tecnica tessile, è stato criticato per i parallelismi con l’evento ideato da Alexander McQueen per la sfilata Primavera/ Estate 1999 dove, anche in quel caso, l’abito della modella Shalom Harlow è stato spruzzato con del colore da braccia meccaniche utilizzate per dipingere auto. Interessante innovazione, dunque, o qualcosa di già visto?

Innovazione tessile come mission

Già nel 2021, Coperni lancia una capsule che ruota attorno a un’idea di fondo centralissima per i co-fondatori del marchio: l’innovazione tessile. Presentano, infatti, due prototipi composti da una nuova fibra ottenuta chimicamente dagli scarti della produzione di mele che dovrebbe proporsi come alternativa sostenibile alla pelle.

Sono state, infatti, le idee rivoluzionarie di Copernico ad ispirare i due stilisti sia nella scelta del nome della linea che nei suoi caratteri identitari in cui vorrebbero far confluire discipline diverse come l’arte e la scienza. In una delle loro prime interviste dichiarano:

“Siamo molto interessati a tutto ciò che circonda la tecnologia, sia per quanto riguarda le nostre ispirazioni che le silhouette e i tagli dei nostri capi. Sarebbe bello inventare nuove tecniche di produzione”. 

Dal profilo Facebook @Coperni

Sembra che questo sogno sia stato coronato grazie al successo, soprattutto mediatico, del cosiddetto ‘Spray dress’. Ciò di cui si è parlato meno, invece, è la tecnologia che sta dietro all’abito e, soprattutto, del suo ideatore.

Come fa uno spray a diventare un vestito

Ciò che ha reso possibile la concretizzazione del vestito è un tessuto chiamato Fabrican (dall’unione di fabric ‘tessuto’ e can ‘lattina’) brevettato nel 2000 dal dottor Manel Torres durante i suoi studi di moda al Royal College of Art in collaborazione con il professor Paul Luckham, del Dipartimento di ingegneria chimica e tecnologia chimica dell’Imperial College di Londra, per creare un materiale senza cuciture.

Alla fine degli anni ’90, Manel Torres concepì l’idea di “Spray-on Fabric“ perché consapevole del lento processo di confezionamento degli indumenti, sviluppando un materiale che si adattasse quasi magicamente al corpo. Torres sperava di ottenere un liquido materico e iniziò a condurre esperimenti con fibre corte – sia naturali, come lana e lino, che sintetiche – mescolandole a polimeri e ad un solvente ecologico che possa mantenere il tessuto in forma liquida.

L’ispirazione per questa miscela non proviene dalla tecnologia ma dal feltro, anch’esso prodotto da fibre legate insieme senza il bisogno di essere cucite . Nel 2010 il designer svela la sua collezione Primavera/Estate 2011 alla sfilata Science in Style all’Imperial College di Londra.

Il liquido da cui è composta la miscela evapora a contatto con la superficie e sulla pelle dei modelli non rimane che tessuto. L’idea originale era quella di utilizzare il tessuto Spray-on nell’industria della moda, tuttavia i risultati sono stati considerati mediocri e il prodotto è scomparso dalla scena.

Non solo alta moda

Il Fabrican potrebbe arricchire la moda di nuovi significati affascinanti anche per l’ambente: il tessuto-spray, infatti, è composto da fibre riciclate da vestiti di scarto (di cotone) sospese in una soluzione polimerica, non dannose per l’ozono.

La soluzione può essere variata utilizzando fibre di lana o lino che possono anche essere colorate riducendo così l’acquisto di molteplici capi d’abbigliamento; il tessuto può essere lavorato e lavato, oltre che diluito e ritrasformato in liquido dopo essere stato indossato, pronto per il prossimo utilizzo.

Questa tecnologia, inoltre, ha il potenziale per migliorare numerose aree di mercato come la medicina: questo infatti è un materiale sterile perché fuoriesce da una bomboletta aerosol e può essere usato per creare bende/gessi istantanei; tramite l’aggiunta di nanotecnologie può anche essere infuso da farmaci e trasformato in un cerotto medico personalizzato. Anche il campo industriale, però, si potrebbe usarlo per ricoprire gli interni delle auto visto che è non infiammabile.

TedTalk Manel Torres 2015

Il Fabrican è un tessuto a cui si sono interessate molte compagnie di petrolio dopo il disastro del Golfo del Messico nel 2011, contattando Manel per testare la sua formula su acque salate in modo da verificare se questo potesse prestarsi ad assorbire le fuoriuscite di petrolio in mare.

Il dottor Torres, dopo varie sperimentazioni, ha ampliato il campo di utilizzo del tessuto spray alla facilitazione dei sistemi di ripulita di mari e laghi: esso può essere spruzzato sulle acque (tramite aerei o navi) e, galleggiando, assorbire grandi quantità di petrolio per poi essere trasportato via e diluito.

Ad oggi, sembra che la Fabrican ldt sia l’unica azienda a produrre un tessuto simile. Anche se nel 2015 era stato stabilito un prezzo di 15 dollari per bomboletta, la scoperta di Torres è attualmente riservata all’acquisto solo a specifici soggetti coinvolti nelle attività chimico-industriali prima menzionate.

Tutto merito di Bella Hadid?

L’evento di chiusura di Coperni ruotava attorno a un’idea lanciata dodici anni fa, eppure, l’opinione pubblica sembra aver mostrato interesse solo ora che il prodotto è su Bella Hadid: le clip dello spettacolo del 30 settembre hanno generato una serie di momenti virali durante il weekend scorso tanto che Harper’s BAZAAR ha fatto ricadere l’abito in una strategia di marketing ben precisa, definita in senso dispregiativo da Rachel Tashjian gimmick’ (espediente) che ha portato il brand, a meno di un decennio dalla sua fondazione, ad una notorietà impareggiabile, oltre che a raddoppiare i profitti rispetto all’anno 2021. 

di Pradama Caputo

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