Armin Zöggeler, la leggenda su slittino che non ti aspetti

A 20 anni dal primo oro olimpico, la storia di un gigante dello sport dal record unico al mondo

Il nome è tedesco, ma lui – altoatesino nato a Merano 48 anni fa – è italiano a tutti gli effetti. A sentirlo parlare questo omone alto 1 metro e 81 per 84 chili di muscoli, dallo sguardo penetrante e dall’atteggiamento guardingo, ha un accento molto marcato.

Ciò che di Armin Zöggeler incute più timore è però il palmarès: decine di trofei, tutti conquistati nello slittino su pista artificiale e distribuiti tra campionati italiani, europei, mondiali e Giochi olimpici invernali.

Lo slittino: le origini, l’attrezzo, lo sport

Facciamo chiarezza: il termine slittino indica, appunto, una piccola slitta usata da una o più persone – sedute o in posizione supina – che percorrono una pista ghiacciata.

Questo strumento nasce nell’antichità come mezzo di trasporto in Norvegia, per poi diventare un vero e proprio sport nel 1700.

La disciplina sportiva con slittino più famosa è quella su pista artificiale, comunemente chiamata solo slittino. Rispetto a quello su pista naturale e su strada, lo slittino su pista artificiale gode di dignità olimpica.

Esempio di slittino, Fonte: profilo Facebook di Tre Cime Service

L’attrezzo usato in questo sport è composto da leghe di legno e metallo molto resistenti e due ponti con pattini formati da lame metalliche arrotondate, oltre a due maniglie ai lati, per tenersi stretti.

Forza e resistenza ad alta velocità

Le gare si svolgono in circuiti in muratura ricoperti di strati di ghiaccio, con tornanti e paraboliche; gli atleti percorrono la pista uno alla volta. Vince il più veloce, che prevale sugli altri spesso per pochi centesimi di secondo. Si gareggia in singolo o doppio.

L’atleta comincia la gara seduto sullo slittino e posto su una rampa su cui si dondola avanti e indietro per darsi slancio grazie a delle maniglie poste ai lati della pista.

Dopo essersi lanciato, lo slittinista si mette supino e punta a rimanere nella posizione più orizzontale possibile, per arrivare al massimo dell’aerodinamicità e agevolare il contatto continuo con lo slittino, da mantenere per tutta la gara, pena la squalifica. Gli atleti viaggiano a ritmi vertiginosi: la velocità di uno slittino in gara può sfiorare i 140 km/h.

Zöggeler in azione, Fonte: profilo Facebook di Eurosport

A complicare ulteriormente le cose, l’assenza di freni meccanici dello slittino: per rallentare, l’atleta dipende unicamente dalla sua capacità di spostare il peso del corpo, incidendo più su un pattino del mezzo rispetto ad un altro. Per frenare in modo deciso, i talloni devono premere su due sporgenze che entrano a contatto con i pattini della slitta.

Zöggeler e lo slittino: un binomio vincente

L’incontro tra Zöggeler e lo slittino avviene già dall’infanzia quando, per andare a scuola, l’altoatesino percorre una strada in discesa di qualche chilometro che rimane ghiacciata durante l’anno.

Le origini del mito iniziano così nell’ambito dello slittino su pista naturale, disciplina a cui Armin inizialmente si dedicherà con successo, per poi venire dirottato dal suo coach di allora verso le piste artificiali, più popolari e rappresentate alle Olimpiadi.

Ecco allora l’esordio nella nuova disciplina a 14 anni, nel circuito Juniores, sulla pista Panorama di Valdaora. Entra nella Nazionale italiana a 19 anni e in carriera incanala moltissimi successi nella specialità suo habitat naturale: lo slittino singolo.

57 vittorie di tappa lo rendono lo slittinista più vincente della storia in gare di Coppe del Mondo. Il prestigioso trofeo che decreta il vincitore della competizione è la Coppa di Cristallo: Zöggeler ne ottiene 10, record ex aequo con l’austriaco Markus Prock. Sempre in singolo spiccano 3 ori ottenuti ai campionati europei.

La fama e il record olimpico

Il palmarès non finirebbe qui, ma vale la pena soffermarsi sul singolare primato stabilito nelle sue partecipazioni ai Giochi olimpici invernali che, anche grazie alla grande portata mediatica che questi eventi hanno, catapulta Zöggeler tra i più grandi sportivi di sempre, oltre i confini della sua disciplina.

Lo slittinista è, infatti, l’unico atleta nella storia ad aver conquistato 6 medaglie olimpiche consecutive nella stessa specialità individuale, nelle sei edizioni dal 1994 al 2014 con 2 medaglie d’oro, una d’argento e 3 bronzi. I due ori a Salt Lake City nel 2002 e a Torino nel 2006 sono i pezzi forti di un bottino unico nella storia dello sport.

Il trionfo ai Giochi olimpici invernali di Torino nel 2006, Fonte: profilo Facebook di Decathlon Italia

Il successo negli Stati Uniti è a suo modo particolarmente significativo, non solo per l’attualità, con la ricorrenza dei 20 anni, ma soprattutto perché l’atleta, con questo trionfo, si consacra definitivamente al panorama sportivo generale: all’indomani della vittoria, è insignito del titolo di commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.

La vittoria in patria nel 2006 consolida ulteriormente la fama dell’atleta e la sua importanza nel panorama olimpico italiano. Questa escalation di popolarità, unita alla continuità di successi nelle edizioni olimpiche successive, culmina con il ruolo di Portabandiera alla sua ultima partecipazione ai Giochi di Sochi, in Russia, nel 2014.

L’altoatesino porta la bandiera italiana ai Giochi di Sochi nel 2014, Fonte: profilo Facebook di Stol.it

La metamorfosi da semplice vincente a veterano universalmente riconosciuto e simbolo di una nazione, avviene in quel momento, con il bronzo da record ottenuto nella competizione come ciliegina finale.

Proprio nel 2014 il cannibale (questo l’appellativo guadagnato a suon di successi) annuncia il ritiro dalle competizioni a 40 anni per passare ad allenare la Nazionale italiana.

Una leggenda tra le leggende

Sono proprio le sue 6 medaglie consecutive ai Giochi in una specialità individuale a rendere questo sportivo unico nella storia dello sport e a permettere il confronto, solo a primo impatto azzardato, con i più grandi sportivi di sempre, come i due che seguono.

Olimpiadi è sinonimo di Usain Bolt: il giamaicano, nelle sue 4 apparizioni ai Giochi olimpici, escludendo la prima fallimentare esperienza nel 2004, ha visto un solo colore: oro, dal 2008 al 2016, con bottino pieno nei 100 e 200 metri piani. Le medaglie olimpiche consecutive in una singola specialità individuale sono 3, la metà esatta di quelle di Armin.

Bolt si prepara alla partenza, Fonte: profilo Facebook di Usain Bolt

Pensiamo a Michael Phelps, il celeberrimo nuotatore statunitense. Il suo incredibile palmarès lo rende uno dei più grandi atleti di sempre: 28 medaglie olimpiche, una marea. Ma in quanto a medaglie olimpiche consecutive vinte in una singola specialità individuale, il proiettile di Baltimora si schianta contro il gigante di Merano: Phelps si ferma a 4 podi, tutti d’oro, nei 200 metri misti dal 2004 al 2016.

Certo, la carriera di un nuotatore, così come quella di un centometrista, raramente prosegue oltre i 30 anni. Più di così Bolt e Phelps non potevano fare, avendo disputato solo 4 edizioni dei Giochi.

Phelps in azione, Fonte: profilo Facebook di Mlive.com

Paragone forzato, quindi? La superiorità di Phelps in quanto a iconicità e valore assoluto di atleta non è in discussione, discorso analogo per Bolt.

Ma accostare a due atleti così blasonati la figura di Zöggeler e dimostrare la sua superiorità in uno specifico ambito rispetto a loro dà l’idea di quanto l’atleta altoatesino abbia inciso nella storia dello sport e vanti un record quantomeno arduo da superare. Proprio come i tempi di Bolt e le medaglie totali di Phelps.

Per gli amanti delle statistiche e dello sport che non ne avessero mai sentito parlare , Armin Zöggeler è una piacevole scoperta, oltre che un memorabile pezzo di storia sportiva italiana.

di Michele Bonucchi

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*