Cos’è più importante, l’arte o la vita?

Cibo su opere d'arte, flaconi di latte rovesciati nei supermercati: gli ambientalisti continuano a scegliere modalità di protesta sbagliate, vanificando gli importanti messaggi, oppure siamo noi che non siamo in grado di recepire il messaggio?

Foto di Tgcom24

Negli scorsi giorni hanno fatto molto scalpore alcuni gesti di protesta inscenati alla National Gallery di Londra e al Museo Barberini di Potsdam. Nel primo caso, due attiviste di Just Stop Oil sono entrate nell’edificio indossando delle magliette bianche che riportavano questo slogan e hanno improvvisamente lanciato il contenuto di una confezione di zuppa di pomodoro contro i famosissimi Girasoli di Van Gogh. Nel secondo caso invece, due attivisti di Last Generation hanno lanciato del purè di patate contro Il Pagliaio di Monet.

Il tutto è stato filmato e pubblicato sui social, dove ovviamente si sono scatenate diverse reazioni anche in apertura dei telegiornali e sulle principali testate giornalistiche internazionali.

Il risultato è stato un processo mediatico agli attivisti, accusati di aver messo in pericolo delle opere dal valore quasi inestimabile. Tutto questo ha permesso a giornalisti non vicini alle questioni climatiche, ma anche a chi ascoltava o leggeva la notizia, di ridicolizzare le proteste messe in atto dai giovani in favore di azioni concrete per la protezione dell’ambiente, vanificando così l’importantissimo messaggio nascosto dietro a questo gesto polemico.

Cos’è più importante, l’arte o la vita? É più importante del cibo, della giustizia? Siete più interessati a proteggere un quadro o a proteggere il nostro pianeta e le persone? Il costo della crisi della vita è parte del costo della crisi del petrolio, milioni di persone non possono nemmeno permettersi di riscaldare una lattina di zuppa“.

Questo è stato il discorso pronunciato da Phoebe Plummer davanti al quadro di Van Gogh. Un messaggio importante, soprattutto in un Regno Unito che vede l’inflazione volare e la sua moneta crollare a seguito delle riforme economiche annunciate dalla ex prima ministra Liz Truss.

Il giorno dopo aver messo in scena l’atto di protesta, l’attivista ci ha tenuto a precisare il perché di questo gesto. In un breve video ha affermato che l’opera non ha riportato alcun danno, se non alcune macchie sulla cornice che possono essere rimosse facilmente; inoltre ha precisato che non avrebbero mai compiuto il gesto se non avessero saputo che l’opera fosse protetta da un vetro. Lo stesso si può dire dei due attivisti di Potsdam, che erano a conoscenza della presenza del vetro di protezione e non hanno provocato alcun danno all’opera.

“Riconosco che è un’azione assolutamente ridicola, ma non ci dobbiamo chiedere se è giusto lanciare della zuppa contro un quadro. Quello che ci dobbiamo chiedere è se riteniamo giusto che Liz Truss abbia concesso oltre 100 nuove licenze per combustibili fossili, o che i combustibili fossili siano 30 volte più sovvenzionati rispetto all’energia eolica che è molto meno costosa. Bisogna chiedersi se è giusto che le persone quest’inverno saranno costrette a decidere se mangiare o riscaldare le loro abitazioni. Quello che faremo nei prossimi tre o quattro anni determinerà il futuro dell’umanità. Facciamo queste proteste per attirare l’attenzione dei media e avviare un dialogo su questi temi, perché nel passato ha funzionato, altrimenti non sarei una donna queer che ha il diritto di votare e di sposare la persona che ama”, ha aggiunto.

Si è perfino alzata una polemica riguardante il background sociale delle due attiviste, provenienti da famiglie agiate e iscritte a una scuola d’arte molto costosa. Ma in realtà questo avvantaggia ancora di più le due ragazze, che pur essendo in una situazione privilegiata, mettono a rischio loro stesse per sostenere delle cause sociali importantissime.

La reazione al gesto delle due ragazze è stata immediata: sono state criticate dalla maggior parte dei media, dagli utenti che non simpatizzano con i movimenti ambientalisti, ma anche da chi tiene a questo tipo di tematiche. É importante comprendere perché questi ultimi non si siano sentiti rappresentati da questo gesto.

Innanzitutto, ha giocato un importante ruolo la copertura mediatica, che molto spesso influenza il nostro modo di pensare e reagire a determinati eventi. Quando è arrivata la notizia di queste azioni di protesta, quasi tutte le testate si sono concentrate sulla vittimizzazione dei quadri di Van Gogh e Monet, ridicolizzando il gesto e non lasciando spazio al messaggio di questi ragazzi. Il messaggio che è passato invece è che dei giovani, e sottolineo giovani, hanno messo in pericolo opere d’arte preziosissime per mettere in scena una “ridicola” protesta.

Già, perché molto spesso la nostra generazione è vista come la generazione di chi parla ed esprime dissenso senza però agire in maniera concreta. Critica che, al contrario, viene mossa ai leader mondiale da parte dei tantissimi attivisti verdi.

Soffermandoci sul caso di Londra, basterebbe guardare il video che ritrae le attiviste durante la protesta o il video in cui Phoebe Plummer spiega il perché di quel gesto, per comprendere come effettivamente nulla sia stato lasciato al caso, partendo dal quadro. I Girasoli, infatti, sono uno dei migliori esempi di natura morta mai dipinti e questo si può collegare allo stato in cui versa ormai il nostro pianeta, sempre più malato.

La zuppa di pomodoro invece si collega al discorso che Phoebe Plummer ha fatto durante la protesta, quando si è riferita al problema della crisi energetica, che porterà molte famiglie a dover scegliere tra “eating” e “heating”, mangiare o riscaldarsi.

In questo caso quindi, il problema principale è fermarsi ad analizzare questo evento in maniera superficiale, perché scavando più a fondo invece, possiamo effettivamente comprendere come quello delle due giovani attiviste di Londra o degli ambientalisti di Potsdam, non sia un gesto completamente privo di senso e organizzato in maniera casuale.

Quello che si potrebbe contestare è l’ambiente in cui questo messaggio è stato trasmesso e cioè una galleria d’arte, che non ha poi molto a che fare con la gestione dei combustibili fossili e dell’inquinamento. Anche qui però ci può aiutare Phoebe Plummer, che ha dichiarato di aver scelto quel luogo, come molti altri attivisti, proprio per catturare l’attenzione della gente e dei media.

Inscenare una protesta davanti al Parlamento, o nei pressi di altri luoghi della politica, non avrebbe avuto probabilmente lo stesso effetto. Peccato però che l’attenzione dei media non abbia generato un dialogo costruttivo sulle questioni climatiche, ma si sia concentrata sul condannare l’ennesimo gesto ridicolo di un nuovo gruppo di attivisti.

Un altro tipo di protesta che si è molto diffusa in Inghilterra e in Scozia consiste nel rovesciare intere confezioni di latte sui pavimenti dei supermercati. In questo caso gli attivisti vogliono rendere consapevole il pubblico di come anche l’allevamento sia una forma di inquinamento, diventato ormai una delle principali fonti di emissione di gas serra, più di Exxon, BP o Shell (compagnie petrolifere). Pur essendo una questione centrale e di cui si dovrebbe parlare molto di più, ancora una volta, la modalità scelta dagli ambientalisti ha scatenato moltissime critiche.

Molti hanno sottolineato come sensibilizzare il pubblico rovesciando del latte in un supermercato, in un periodo di emergenze alimentari ed economiche, non è affatto un’azione che attirerà chi ascolta, ma anzi provoca forte rabbia. Ci sono ormai molte persone che ad oggi farebbero di tutto per poter comprare un litro di latte e guardare delle persone che lo sprecano in quel modo non è sicuramente facile per loro.

Per non parlare poi di chi dovrà invece pulire tutto ciò che è stato versato dagli attivisti, cioè impiegati che percepiscono il salario minimo e che hanno già abbastanza problemi da affrontare durante la giornata. In alcuni casi inoltre, queste proteste hanno arrecato danni ai supermercati stessi, che hanno dovuto sostituire la pavimentazione (si parla di 100.000 sterline di danni).

Dobbiamo però comprendere che queste azioni non sono in realtà rivolte a quella fascia media della popolazione che non crede nemmeno alla veridicità del cambiamento climatico, ma è indirizzata a chi è ben consapevole di queste questioni, ma non ha mai agito per rallentare l’inquinamento e la deturpazione del nostro pianeta.

I diversi esempi sottolineano che molto spesso i metodi utilizzati dagli ambientalisti per sensibilizzare la società a questioni importanti, sono rivelati controproducenti. É anche vero però, come diceva Phoebe Plummer, che inscenare questo tipo di proteste davanti ai luoghi della politica, non porta quasi mai a risultati veri e propri. Quando vediamo questi gesti estremi utilizzati in segno di protesta, dobbiamo comprendere l’esasperazione di chi per anni si batte per diffondere notizie allarmanti che riguardano il nostro pianeta, ma sembra essere trasparente agli occhi della classe politica al potere.

Per questo motivo si è giunti fin qui, fino ad azioni che da una parte hanno l’intento di attirare l’attenzione per avviare un dialogo sulle questioni climatiche, ma dall’altro provocano polemiche che allontanano il discorso da queste questioni e lo incentrano su dettagli futili.

É importante, quindi, che siano innanzitutto i media a cambiare il loro approccio nei confronti di questo tipo di notizie, approfondendo il perché di certe azioni. Dall’altra parte non possiamo nascondere che se la situazione climatica sta peggiorando di anno in anno, la responsabilità è di governi incapaci di riconoscere l’attuale emergenza o di mettere in atto misure almeno in grado di rallentare l’inarrestabile deterioramento del nostro pianeta ed è soprattutto a loro che queste azioni sono rivolte.

di Gabriele Scarcia

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