Edifici scolastici: più della metà senza certificato di agibilità. In un anno 45 crolli

A Cagliari è crollata l'Aula Magna dell'Università, ma questo è solo l'ultimo episodio di un lungo elenco. Infatti in Italia la maggior parte degli edifici scolastici sono vecchi e quasi il 42% è stato costruito prima del 1976

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Fonte: Tgcom24

L’ennesimo crollo di un edificio scolastico è avvenuto la notte di mercoledi 18 ottobre a Cagliari. Intorno alle nove e mezza, l’aula magna della facoltà di Lingue è crollata, ma per fortuna non c’è stato nessun ferito perchè l’università era chiusa e gli ultimi studenti erano usciti intorno alle otto. L’associazione studentesca, Reset Unica, ha organizzato una protesta per rivendicare “il diritto allo studio senza morire schiacciati dalle macerie mentre facciamo lezione”. Ma questo è solo l’ultimo di un lungo elenco di episodi simili.

Cittadinanzattiva, nel XX rapporto Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola“, ha riportato che nel periodo tra settembre 2021 e agosto 2022 si sono verificati 45 crolli di cui 16 nelle regioni del Sud e nelle Isole (Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna), 19 nel Nord (Lombardia, Piemonte, Liguria, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna), 10 nelle regioni del Centro (Toscana, Lazio). Tali episodi hanno provocato il ferimento di alcune persone oltre che danni agli ambienti e agli arredi, interruzione della didattica, provocando ingenti disagi agli studenti e alle loro famiglie. Si è trattato fortunatamente di crolli avvenuti di notte, nel week end o in periodi di chiusura delle scuole per le festività.

Per fortuna ci sono stati pochi feriti perchè si sono sempre verificati di notte o nei giorni in cui la scuola era chiusa. Il rapporto, nato da una campagna del 2002, “impararesicuri”, ha posto all’attenzione lo stato dell’edilizio scolastica e come questi crolli hanno riportato danni all’ambiente, causato molti disagi agli studenti e interruzione della didattica. La causa? La cattiva manutenzione.

Chi vigila sull’edilizia scolastica

Le scuole primarie e secondarie dipendono al 90% dai Comuni, mentre gli istituti tecnici dipendono dalle Province. In ogni caso, ogni Comune e ogni Provincia deve controllare la mappatura degli edifici scolastici e prevedere alla loro manutazione. 

Diverso è il caso dell’Università. Essendo Enti autonomi, ogni singolo Ateneo con il proprio Rettore è responsabile degli edifici e della sicurezza. Soprattutto quando la sede universitaria è ospitata in vecchi palazzi storici. Le “Case degli Studenti“, ovvero i dormitori, dipendono invece dalla Regione e quindi spetta a loro la responsabilità di controllare i vari stabili. 

Troppi edifici vecchi senza certificato di agibilità

L’Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola riporta che gli scolastici sono 40.293 in tutta Italia e molti di loro non ha un certificato di agibilità (58%), nè di prevenzione degli incendi (55%), né hanno un collaudo statico, ovvero certificato di idoneità dell’edificio (oltre il 40%). La maggior parte di questi edifici sono vecchi e quasi il 42% di questi è stato costruito prima del 1976, dove non era obbligato avere il certificafo di collaudio statico nè quello di agibilità. L’età media si aggira sui 53 anni. Inoltre, “ad oggi non si conosce il dato relativo al periodo di costruzione per circa un quarto di essi (10.571, 26%) e ciò è molto grave” scrive l’osservatorio.

Rispetto alla certificazione di prevenzione incendi complessivamente i dati non sono incoraggianti. Tra quelli con una percentuale più alta la Valle d’Aosta (51,74%), l’Emilia Romagna (49,50%), l’Umbria (47,80%), il Molise (47, 05%). Tra le regioni con le percentuali più basse: Lazio (12,21%, Calabria (18,75%), Sardegna (22,81%). In merito alla Scia- Segnalazione Certificata di Inizio Attività sono 3.075 gli edifici interessati, pari al 7,63% del totale.

Ad oggi, solo il 77% delle scuole possiede il Documento di valutazione dei rischi, quel documento che deve contenere le procedure necessarie per attuare le misure di prevenzione e protezione, e chi deve farle. E l’80% degli istituti ha un Piano di Emergenza, documento che deve stabilire le misure necessarie a ridurre i rischi in caso di emergenza.

Università e scuole crolli
Foto di RAI News

Come si legge nel XX rapporto, “va dato atto agli ultimi Governi, che, a partire dal 2015 come mai avvenuto prima, è stata invertita la rotta sull’edilizia scolastica a partire da alcune importanti decisioni e investimenti.
Oggi, grazie al PNRR, si ha la possibilità di contribuire in modo decisivo anche se non risolutivo all’ammodernamento e alla messa in sicurezza di una parte consistente dell’edilizia scolastica, alla costruzione di nuove scuole (ancora poche), di ambienti digitali, di mense, palestre e servizi 0-6″.

Per costruire le nuove scuole il PNRR offre dei fondi di 12,66 miliardi e le proposte dei nuovi edifici scolastici sono 216, di cui 6 in Abruzzo, 6 in Basilicata, 16 in Calabria, 35 in Campania, 23 in Emilia-Romagna, 9 in Friuli-Venezia-Giulia, 12 nel Lazio, 3 in Liguria, 15 in Lombardia, 9 nelle Marche, 2 in Molise, 9 in Piemonte, 12 in Puglia, 7 in Sardegna, 14 in Sicilia, 16 in Toscana, 2 in Trentino-Alto Adige, 6 in Umbria, 2 in Valle d’Aosta e 12 in Veneto. Le nuove scuole devono essere considerate come spazi aperti e inclusivi, dotate di sicurezza, sostenibilità ambientale, spazio di apprendimento e rinnovamento della didattica.

“Ma è altrettanto vero che saremmo miopi e poco previdenti – si legge ancora nel rapporto – se non guardassimo già al post PNRR, non solo in relazione alla gestione delle nuove strutture, con personale educativo non ancora formato e alla cosiddetta spesa corrente, come nel caso di asili nido e scuole dell’infanzia, ma soprattutto in relazione alla continuità dei fondi sull’edilizia scolastica, indipendentemente dal Governo in carica, affinché venga garantita in misura analoga per almeno altri 10 anni”.

Il fenomeno delle classi pollaio

Il rapporto ha anche rilevato un aumento del numero delle classi in tutte le regioni italiane, noto come il fenomeno delle “classi pollaio”. Questo tende a sfavorire una cattiva didattica perchè rende gli studenti poco attivi e un apprendimento poco interessante. 

Dal dossier di Tuttoscuola è emerso che 9.974 classi della scuola secondaria hanno più di 26 studenti: al primo posto si classifica il liceo scientifico con quasi 13% di classi sovraffollate, seguono poi il Classico con il 9,4% e chiudono gli istituti tecnici con il 7,1%. La massima concentrazione di classi sovraffollate è nei primi anni delle superiori.
Per l’anno scolastico 2021/2022, il Ministero si è impegnato a realizzare un piano sperimentale di intervento sulle istituzioni scolastiche con le caratteristiche richieste “ma tale investimento avrebbe riguardato circa 350 scuole” scrive il XX rapporto.

Una riduzione delle classi, tuttavia, può solo che migliorare il distanziamento, la sicurezza non solo fisica ma anche mentale, e favorire l’apprendimento degli alunni.

di Giulia Mastrocicco

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