ánemos. Tre artisti uniti in un’opera a Palazzo del Governatore

Parma 360 ha presentato al Palazzo del Governatore l’opera poli-autoriale ánemos di Edoardo Tresoldi, Studio Azzurro e Max Magaldi

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L’opera poli-autorale presente a Palazzo del Governatore. Foto di Mattia D’Annucci

Parma 360 Festival, sotto la direzione artistica di Chiara Canali e Camilla Mineo, ha presentato l’opera poli-autoriale ánemos di Edoardo Tresoldi, Studio Azzurro e Max Magaldi, tre artisti uniti attraverso linguaggi espressivi differenti. L’opera è visitabile a Palazzo del Governatore, in Piazza Garibaldi, fino al 30 ottobre, con ingresso gratuito.

I tre diversi linguaggi raccontano il respiro dell’evoluzione di una giornata nel suo paesaggio in un’unica opera che vuole presentare il rapporto casuale tra uomo e natura traducendolo in una dimensione sospesa tra il reale e il virtuale. Se l’architettura di Tresoldi detta le ritmiche spaziali dell’installazione, il suo contraltare è quello di essere Materia Assente che respira ed è resa mutevole dai racconti visivi di Studio Azzurro e dalle suggestioni sonore di Magaldi. Ogni visitatore, attraverso il proprio device, è in grado di aggiungere e amplificare gli elementi sonori nello spazio. 

ánemos si configura come un ambiente contemplativo, un percorso di ascolto e di scoperta in cui la percezione temporale è sospesa.

L’opera scultorea di Edoardo Tresoldi, le proiezioni video di Studio Azzurro e la sonorizzazione di Max Magaldi sono accompagnate da due ulteriori percorsi: da un lato la mostra fotografica di Vito Frangione incentrata sulle opere di Tresoldi e dall’altro i block-notes di Studio Azzurro, come racconto delle loro visioni artistiche.

L’artista Edoardo Tresoldi gioca con la trasparenza della rete metallica per trascendere la dimensione spazio-temporale e narrare un dialogo tra Arte e Mondo, una sintesi visiva che si rivela nella dissolvenza dei limiti fisici delle sue opere. Dopo gli studi artistici si trasferisce a Roma dove lavora nel campo della scultura, della scenografia e del cinema, ambiti che gli forniscono una visione eterogenea delle arti. Dal 2013 realizza installazioni in spazi pubblici, contesti archeologici, festival e mostre in tutto il mondo. Nel 2016 realizza, in collaborazione con il MiC, l’intervento autoriale nello scavo archeologico della Basilica paleocristiana di Siponto, convergenza unica tra arte contemporanea e archeologia. Nel 2018 realizza Etherea per il Coachella Music and Arts Festival negli Stati Uniti. Nel 2019 presenta Simbiosi per il prestigioso contesto di Arte Sella e fonda STUDIO STUDIO STUDIO, laboratorio interdisciplinare a sostegno di artisti, progetti di arte pubblica e produzioni di arte contemporanea. Nel 2020 inaugura l’installazione permanente Opera a Reggio Calabria e, insieme a YAC – Young Architects Competitions, fonda il progetto didattico TRAC – Tresoldi Academy.

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I block-notes di Studio Azzurro. Foto di Mattia D’Annucci

Studio Azzurro è un gruppo di ricerca artistica milanese, formata da molte persone che negli anni hanno contribuito a costruire un’atmosfera creativa. Dai primi anni Ottanta, Fabio Cirifino, Paolo Rosa (1949-2013) e Leonardo Sangiorgi danno vita a un’esperienza che nel corso degli anni esplora le possibilità poetiche ed espressive dei nuovi linguaggi tecnologici. A loro si aggiunge, dal 1995 al 2011, Stefano Roveda, esperto di sistemi interattivi.

Attraverso la realizzazione di videoambienti, cioè macchine narrative basate su uno scenario fortemente connotato, su sequenze videoregistrate di piccoli accadimenti e su una composizione di monitor ambienti sensibili, ma anche percorsi museali, performance teatrali e film, disegnano un percorso artistico trasversale alle tradizionali discipline.

Un particolare ruolo assume negli anni l’attenzione al Mar Mediterraneo, tessitura di genti, venti e culture. Dal 2002 è in corso un lungo viaggio lungo le sue sponde (Meditazioni Mediterraneo e Rivelazioni Mediterraneo), in cerca di quello che ci accomuna e che ha fatto di questo mare la culla di una straordinaria civiltà che oggi sembra perdere le proprie coordinate.

Foto di Mattia D’Annucci

Max Magaldi ha suonato come batterista in tutta Europa con diversi progetti musicali. A partire dal 2018 sperimenta azioni performative digitali che intrecciano musica, arte contemporanea e hackeraggio sui social network e sviluppa il concetto di murales sonoro: una sonorizzazione site-specific dello spazio pubblico che chiunque può ascoltare attraverso il proprio device. Con il progetto theDrama lavora sul tema dei migranti e realizza un murales sonoro per i porti petroliferi europei e uno per il cimitero dei giubbotti salvagente sull’isola di Lesbo. Nel 2019 realizza performance musicali per l’installazione Simbiosi di Edoardo TresoldiMerci, mostra dell’artista spagnolo Gonzalo Borondo. Nel 2020, durante il periodo di iperconnessione digitale causata dalla pandemia, inizia a lavorare a theVices/Devices, una serie di 7 installazioni multimediali che riflette su come i vizi capitali siano stati attualizzati dalla capillare diffusione dei device elettronici.

La mostra fotografica di Vito Frangione. Foto di Mattia D’Annucci

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