Come funziona un cinema d’essai?

Intervista a Ivan De Pietri, direttore dei cinema Astra e D'Azeglio di Parma

Quando si pensa al mondo del cinema, un aspetto molto interessante e che merita di essere approfondito è sicuramente quello del cinema d’essai. Vi siete mai chiesti, ad esempio, quale sia la differenza tra un cinema multisala e un cinema d’autore? O quale sia il tipo di programmazione proposta da un cinema di quest’ultimo tipo?

Secondo l’enciclopedia Treccani “In Italia si definiscono cinema d’essai le sale cinematografiche che informano la programmazione a criteri di qualità artistica e d’interesse culturale”.

Per comprendere meglio le dinamiche che si celano dietro la complessa struttura di un cinema di tal tipo, abbiamo intervistato Ivan De Pietri, direttore dei cinema d’essai Astra e D’Azeglio di Parma.

Caratteristiche di un cinema d’autore e Festival

In passato non c’era una normativa che regolamentasse i cinema d’essai, spiega il direttore De Pietri, “e quindi significava presentare del cinema di qualità, ma senza una percentuale precisa”. Solo in seguito il Ministero dei beni culturali in Italia “ha stabilito che un cinema d’essai deve, soprattutto se vuole essere riconosciuto dallo Stato e avere eventuali premi e contributi, realizzare una programmazione che per il 75% sia dedicata a film riconosciuti di qualità da una commissione esterna.”

Affinché un film sia qualificato d’essai, i premi ricevuti sono considerati un marchio di qualità, dal momento che possono amplificare l’attenzione del pubblico su un certo film che altrimenti sarebbe anche potuto rimanere sconosciuto. Ne è l’esempio il film Parasite che “è stato premiato al festival di Cannes e inizialmente non era particolarmente conosciuto: dopo il premio e per la sua qualità si è imposto come uno dei film sorpresa di quell’anno.”. In realtà, spiega De Pietri, non ci sono criteri precisi per identificare un film come d’essai o meno e quindi i cinema d’essai si differenziano dagli altri per l’organizzazione di iniziative, eventi e rassegne per cercare di coinvolgere il pubblico e soprattutto per diffondere la cultura cinematografica.

A proposito di Festival il direttore evidenzia che un evento come il Parma Film Festival sia molto importante per un cinema d’essai, soprattutto per dare maggiore attenzione a film di qualità, anche tramite l’organizzazione di incontri con ospiti importanti. Queste occasioni permettono, infatti, di dare la possibilità al pubblico di guardare in anteprima delle pellicole che verranno rese disponibili sugli schermi solo molto tempo dopo. E riguardo questo, infatti, il direttore ricorda come l’aver presentato un certo film durante il Festival abbia portato lo stesso ad avere spesso un maggior successo quando poi è stato proiettato nei cinema a Parma con la normale programmazione. Un altro esempio è Cold war del 2018, che “era stato presentato durante il festival, poi è arrivato in sala a Natale e il risultato di Parma è stato, in proporzione alle altre città, migliore”. C’è stato infatti un grande impegno da parte degli organizzatori del Festival nel cercare di imporsi alle ditte di distribuzione come un importante momento di promozione del cinema di qualità.

Per quanto riguarda la nazionalità dei film proposti, invece, il direttore spiega che il regolamento dei cinema d’essai impone che un’elevata percentuale dei film proiettati sia dedicata a film europei. In particolare i cinema Astra e D’Azeglio aderiscono anche ad un network di sale che si sono assunte l’impegno di promuovere soprattutto il cinema europeo, e quindi un quarto della programmazione è dedicato ad esso. Infatti, il cinema americano trova uno spazio ristretto nei due cinema.

A influire nelle scelte della programmazione incide inevitabilmente il gusto personale, anche se si cerca di non farlo prevalere. Le caratteristiche di una sala, spiega il direttore, sono importanti e vanno tutelate; tuttavia è anche importante cercare di allargare il pubblico in sala e per questo, spesso, vengono fatte anche scelte diverse.

Differenze tra il cinema Astra e il cinema D’Azeglio

A proposito della gestione dei due cinema di Parma, qual è oggi la differenza che intercorre tra le due sale?Ho preso la gestione del cinema D’Azeglio da poco, da quando se n’è andato il mio amico Luigi Lagrasta, nel gennaio di quest’anno, e già prima le caratteristiche erano simili: sono sale d’essai. Il riferimento del cinema D’Azeglio tuttavia dovrebbe essere, per la sua collocazione, più legato al mondo studentesco da un lato e dall’altro si trova in un quartiere popolare e quindi ha bisogno anche di iniziative che coinvolgano le persone, pertanto cerchiamo di fare delle proiezioni gratuite, anche di storia del cinema.” Infatti, nelle diciotto edizioni di questi anni chi ha voluto conoscere la storia del cinema ha potuto farlo attraverso i capolavori del passato. Inoltre il martedì al D’Azeglio vengono anche proposti film in lingua originale, con la rassegna The original ones. A dispetto di queste differenze, la programmazione del weekend coincide in entrambi i cinema.

Rispetto alla scelta di avere dei cinema di questo tipo, De Pietri spiega che il cinema Astra appartiene al Comune di Parma e prima di tutto per questo è stato privilegiato un discorso di tipo culturale, piuttosto che commerciale. “Parma è una città con una tradizione culturale cinematografica molto buona, in cui i primi cineclub sono nati negli anni ’50, e quindi si è voluto mantenere questa impostazione.” D’altra parte in città mancava un cinema d’essai negli anni ‘80/’90 e anche per questo si è preferito sviluppare questo tipo di programmazione. “In particolare, il cinema D’Azeglio è stato gestito prima da Lagrasta e per lui era imperativo avere una sala e proporre un cinema di qualità, a prescindere dai risultati.”

Costi di mantenimento di un cinema e sponsor

Parlando dei costi di mantenimento dei cinema sembra si tocchi “un tasto dolente”, perchè, spiega De Pietri, i costi delle sale sono aumentati e ci si aspetta un aumento importante anche per quanto riguarda i costi delle utenze, soprattutto perchè i cinema non hanno, salvo per qualche iniziativa isolata, sponsorizzazioni da parte di privati”. Per esempio, “a Parma c’è un accordo con il Comune (da rinnovare annualmente), con cui viene dato un aiuto alle sale per l’organizzazione dei vari eventi che altrimenti sarebbero insostenibili dal punto di vista economico”.

A questo proposito è stata organizzata anche un’iniziativa con l’Università di Parma, “L’università entra in sala” (quest’anno alla seconda edizione), che sarà replicata a partire da giovedì 3 novembre (qui la locandina), con cui vengono proposte delle lezioni di cinema gratuite. “Questa è un’iniziativa molto importante perchè permette da un lato agli studenti di vedere il film nel posto per cui è nato e con le caratteristiche tecniche e di coinvolgimento che una proiezione in sala dà rispetto ad una proiezione su altri supporti, e dall’altro consente al pubblico di approfondire, con una lezione accademica tenuta da un docente universitario, il film che si sta per vedere.”

I costi di noleggio di un film, invece, vengono resi disponibili per chiunque voglia proporre dei film con una percentuale sull’incasso del 50% senza dei minimi garantiti e “quindi questo condiziona anche le programmazioni.” Invece, i film di rassegne (o che fanno parte della storia del cinema) vengono resi disponibili con un prezzo minimo definito e questo, ovviamente, comporta dei rischi più elevanti.

Restrizioni e cambiamenti futuri

La pandemia ha costretto le sale cinematografiche a chiudere per diversi mesi nel corso del 2020 e del 2021 e, confrontando il numero di ingressi con le percentuali del 2019, c’è stato un calo del 73% e 64%.

Nel 2022, fino ad ora, è stato registrato un calo della frequenza del 54%, nonostante quest’anno non ci siano state restrizioni. È preoccupante inoltre il fatto che questi numeri siano maggiori in Italia, rispetto ad altri Paesi: per esempio, in Francia è stato registrato un calo minore, circa il 30%. Quindi sì, “il Covid ha inciso sulle abitudini delle persone: sono state costrette a rimanere in casa, qui hanno iniziato a vedere i film in altro modo e non è più tornata al cinema.” Il direttore spiega anche che, “come il teatro funziona benissimo perchè l’evento che propone non è replicabile tra le mura domestiche, succede la stessa cosa al cinema se viene proposto qualche evento particolare. E, infatti, c’è una maggiore disponibilità anche da parte dei registi e degli attori a seguire il proprio film per smuovere gli spettatori.”

Un elemento che sicuramente ha incoraggiato questo cambiamento è anche lo sviluppo delle varie piattaforme streaming. “Ci vorrà ancora un po’ di tempo affinché lo spettatore si renda conto che, nonostante vedere un film a casa sia una comodità, vederlo al cinema è un’altra esperienza. Questo ritorno potrà succedere quando da un lato la gente si sarà stancata di rimanere in casa, ma soprattutto se ci saranno film per cui valga la pena farlo. Quindi, è importante che la produzione rimanga su dei livelli qualitativi buoni.”

La convivenza di queste piattaforme con il cinema è però possibile, se si trova un equilibrio: come avvenuto per il film È stata la mano di Dio, di Paolo Sorrentino e prodotto da Netflix. In questo caso la produzione italiana si è concordata con la piattaforma affinchè fosse anticipata l’uscita cinematografica rispetto a quella televisiva. “E quindi – conclude De Pietri – se le piattaforme permettono di realizzare film molto belli, ne dovrebbe beneficiare anche il cinema. Quello su cui stiamo lavorando è cercare di far sì che queste finestre di tempo, tra l’uscita in sala e quella televisiva, siano maggiori, per evitare che il pubblico aspetti direttamente l’uscita televisiva”.

di Nicola Sabatelli

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