Cari prezzi, truffe e bollette: a Parma fuorisede colpiti dalla crisi affitti

Sono sempre di più gli studenti fuorisede che a Parma non trovano una sistemazione soddisfacente. I prezzi delle case sono aumentati e in molti siti online è più facile cadere vittime di truffe da parte di finti locatori

Affitti parma studenti fuorisede

La disperazione degli studenti fuorisede in cerca di stanze o appartamenti è il pane quotidiano per i cosiddetti “finti” proprietari. Diverse infatti le segnalazioni di truffe da parte persone che in gruppi Facebook o in siti come bakeca.it o subito.it postano annunci di stanze o case ben arredate a prezzi ragionevoli e costringono gli studenti a bloccarle pagando una o due mensilità. Poi, quando si accenna alla consegna di chiavi o a vederla, spariscono.

Su siti online come bakeca.it si possono trovare annunci di stanze anche abbordabili, ma bisogna stare attenti a chiedere le giuste informazioni per non rischiare di venire raggirati. Dall’altra parte può anche capitare invece di trovare stanze piccole, poco vivibile e vecchie, a prezzi di quasi a 500 euro con una caparra di tre mensilità. Prezzi che vanno oltre le capacità di uno studente fuorisede medio. O ancora, per quanto riguarda le agenzie immobiliari, alcune di queste chiedono di pagare una somma che può arrivare ai 200 euro prima ancora di vedere le stanze o appartamento. Insomma, cercare un affitto a Parma sta diventando sempre più complicato e rischioso.  

Le testimonianze degli studenti

Sono diverse le testimonianze di studenti iscritti all’università di Parma che ParmAteneo ha raccolto e alcuni di questo ancora non hanno trovato un alloggio in cui stare: Giada, per esempio, è una studentessa iscritta alla facoltà di Giornalismo che, dopo mesi alla ricerca di case, alla fine ha optato per lo studentato. É stata quasi vittima di una truffa da parte di un privato: “Ero così disperata, a metà ottobre ero senza casa e i corsi erano già iniziati da un mese e mezzo. Ero disposta a bloccare una stanza senza neanche vederla prima dal vivo, ma solo tramite foto. C’era questo bellissimo appartamento vicino alla stazione, ho chiamato la proprietaria, una persona straniera, con l’accento dell’est. Mi aveva detto che la casa era disponibile però aveva altri appuntamenti nel pomeriggio con altri studenti per vederla”. Presa dal panico la studentessa ha detto di volerla prendere. “La presunta proprietaria mi ha detto di mandare la caparra via PostePay, gli ho chiesto il nome dell’ intestatario ed è rimasta molto sul vago, si vedeva che c’era qualcosa che non andava, così ho chiuso la chiamata. Ne ho parlato con i miei genitori e loro, molto più svegli di me, hanno capito subito che c’era qualcosa che non andava. Mio padre l’ha chiamata, gli ha fatto un sacco di domande ma lei continuava a non rispondere, così abbiamo detto che ci avremmo pensato ma avevamo capito che era una truffa perchè si era dimostrata abbastanza disperata nel darci questa fantomatica casa”. Grazie a un parente finanziere che vive a Piacenza ha poi scoperto che all’indirizzo non esisteva nessun appartamento, c’erano solo uffici. 

Sofia, studentessa iscritta al primo anno di conservatorio e alla prima esperienza da fuorisede, non immaginava che in una città come Parma fosse così difficile trovare una stanza disponibile, introvabile quasi come se fosse a Milano o Roma. Ha iniziato a cercare stanze alla fine di agosto e ha trovato stanza esattamente due mesi dopo, a fine ottobre, grazie a una ragazza che l’aveva contattata tramite il suo annuncio sui social. E ancora la testimonianza di Maria Pia, studentessa fuorisede, anche lei incappata in annunci di case postati da “finti” proprietari, ma fortunatamente se ne è accorta in tempo. “Per capire se si tratta di una truffa a volte basta andare sui siti come subito.it e se l’immagine è una strada presa da Google è possibile che sia un raggiro, cose che una matricola o persone non è pratiche non sa e così viene fregata “.

E quando i proprietari di casa non vogliono affittare a studenti? Questa è la situazione di Elena e sua figlia che a settembre si è iscritta all’università di Parma. Per cercare una stanza hanno dovuto pagare 250 euro ad un’agenzia dedicata al “trova affitto”, ma non sono mai state contattate. Dopo un “furto” sventato all’Oltretorrente, per un appartamento e camere che costavano quasi 500 euro, alla fine, hanno optato per una soluzione da condividere con un’altra persona e solo dopo due mesi hanno finalmente trovato una sistemazione definitiva. Anche così, però, i proprietari non erano soddisfatti di aver affittato a studenti tramite contratto 4+4 compresi i mesi in cui la casa non sarà utilizzata. Poi sono arrivati i problemi in casa le varie utenze: “Ancora oggi non abbiamo la luce e la responsabilità sembra di IRETI che gestisce male le pratiche”, racconta. 

Che cosa propone la Regione Emilia-Romagna

L’Emilia Romagna mette a disposizione 40 milioni di euro, di cui 34 milioni dati dallo Stato, per sostenere tutte quelle persone o famiglie che sono in difficoltà economica per un intero affitto di un appartamento attraverso un contributo economico, il cosiddetto “Fondo Affitto”, che punta a dare sostegno ai cittadini per il pagamento dei canoni di locazione dovuto ai proprietari degli immobili a uso abitativo. 

Ad ottobre è scaduto il termine per presentare domanda per il Fondo Affitto e sono state 76.169 le richieste presentate dalle famiglia, rispetto al 2021 che erano state 51.981. I dati del 2022 sono ancora provvisori perchè devono essere ancora validate le varie domande per essere considerate effettivamente ammissibili.  La regione Emilia aveva semplificato la procedura con l’accesso tramite SPID sulla piattaforma digitale, così che i dati ISEE saranno scaricati in automatico senza dare al cittadino la necessità di scansionare e allegare tali documenti e i cittadini che hanno necessità di aiuto possono rivolgere al proprio Comune o anche a 300 enti privati localizzati su tutto il territorio dell’Emilia.

Il contributo prevede una somma di tre mensilità entro l’anno per un massimo di 1.500 in base all’ISEE che si presenta ed è tutto gestito dal proprio Comune in cui si vive in affitto. Sono due le possibilità cui i cittadini possono candidarsi: con un ISEE inferiore a 17.154 euro e un ISEE inferiore a 35 mila euro e con un reddito superiore al 25%. Non possono però candidarsi entrambe.

di Giulia Mastrocicco

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