Bocciata ingiustamente: ex studentessa vince la causa contro il liceo

Dopo 11 anni arriva la sentenza: la giovane architetto avrà diritto a un risarcimento di 10.000 euro per una bocciatura immotivata che le ha causato ritardi sia di carriera che di guadagni

Partiamo dall’inizio. Una giovane ragazza – attualmente architetto – che nel 2011 stava frequentando il terzo anno di liceo – ha dovuto rinviare il suo diploma per via di una bocciatura ricevuta contro ogni sua previsione. A quanto racconta la ex studentessa, lei e altre sue compagne hanno cercato di far sostituire la professoressa di matematica e fisica assegnata alla loro classe: “Il metodo di insegnamento non ci sembrava corretto, non imparavamo niente – racconta la ragazza – dava solo voti alti”.

Dopo aver fatto notare questo fatto ai professori e al preside dell’istituto, sembra che il rapporto tra loro e la professoressa sia diventato molto teso, in particolare con la protagonista di questa storia. Pare che la docente abbia iniziato a darle voti molto bassi portando la ragazza ad avere la media del 3 nelle sue materie. Il tutto è andato avanti fino alla fine dell’anno, quando la ragazza viene prima rimandata a settembre e poi, in conclusione, bocciata.

Non è ovviamente mancato il ricorso al Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) della Liguria, che è stato accettato. Il processo è durato la bellezza di 11 anni e si è concluso con la vittoria della ragazza, che è stata risarcita complessivamente con 10.000€.

È stato ingiusto il comportamento della scuola? Molto probabilmente la storia è più complessa di come è stata riportata, dato che la scuola ha il diritto di mantenere segrete alcune questioni, ma si può senz’altro giudicare quanto meno ‘difettoso’ l’atteggiamento tenuto dell’istituto nei confronti della giovane architetto.

La scuola dovrebbe essere un luogo sicuro per i ragazzi perché, soprattutto alle superiori, per la maggior parte di loro si forgia il carattere; le ingiustizie, specie in ambito scolastico, dovrebbero essere assolutamente evitate. Una bocciatura di questo tipo ha creato delle insicurezze e delle incertezze nella ragazza e il Tar stesso ha voluto sottolineare come “una bocciatura scolastica, specialmente se ingiusta, cagioni nell’alunno patema d’animo, afflizione, frustrazione ed angoscia”.

Riassumendo, la scuola avrebbe dovuto evitare la bocciatura e indagare su quale fosse stato il comportamento della professoressa nei confronti della studentessa? Un processo, 11 anni e 10.000€ di risarcimento dopo…sì, avrebbe assolutamente dovuto.

Presa coscienza (e vista la sentenza) che la scuola ha creato una situazione dove una bocciatura si è rivelata ingiusta, la vera domanda è: ma è davvero valsa la pena aspettare ben 11 anni per ricevere 10.000€ di risarcimento

La ragazza, anche se con un anno di ritardo, è riuscita a dare la maturità senza problemi e a laurearsi con 110 e lode quindi, di base, la bocciatura subita non ha causato nessun tipo di intoppo a livello di carriera universitaria o di entrata nel mondo del lavoro e non è cambiato quello che sarebbe stato, in ogni caso, il risultato finale.

Tuttavia, c’è qualcosa di un po’ più complesso, come dice la stessa protagonista: i profitti del suo lavoro hanno iniziato ad arrivare con un anno di ritardo rispetto al normale svolgimento di una carriera scolastico-universitaria e questo andrà a incidere sul versamento dei suoi fondi pensionistici. Lo stipendio annuo di un architetto in Italia (architetto base, senza anni di esperienza) è di 29.100€ all’anno (fonte: it.talent.com): questo vuol dire che, pur essendo stata decisa la cifra del risarcimento sulla base dello stipendio medio di un architetto, lei non ha effettivamente ricevuto tutto quel che ha perso con quell’anno aggiuntivo di studi, ma solo una minima parte.

Tutta la questione psicologica, inoltre, è sicuramente un punto fondamentale della vicenda, ma la discussione verteva principalmente sul fattore economico quindi – in definitiva – la fatica e l’attesa non sono proporzionali a quel che poi è stato concretamente ottenuto.

La sentenza definitiva, come anticipato, ha stabilito che il liceo dovrà risarcire la ragazza con una somma di 10.000€. Interessante e corretto, però, è soffermarsi su quello che ha dichiarato il Tar prima di emettere questa sentenza. Tralasciando la presa di posizione inerente l’impatto negativo che un comportamento del genere può avere su un alunno, il tribunale ha voluto dichiarare chele illegittimità riscontrate appaiono rimproverabili e non scusabili, sia per la loro numerosità, sia per la sussistenza (anche) del vizio di disparità di trattamento, particolarmente stigmatizzabile per il suo carattere ‘odioso’, tanto più in quanto inficiante l’attività valutativa condotta nell’ambito del sistema pubblico di istruzione e nei confronti di una ragazza minorenne”.

Con questa frase si è voluto sottolineare come questa situazione si sia creata per colpa di un comportamento sleale da parte di una professoressa. Questo non vuole in alcun modo far passare il messaggio che bocciare gli studenti non sia giusto, ma che per effettuare una bocciatura bisogna che ci siano delle giustificazioni adatte. 

Vero, questo ‘incidente di percorso’ non ha assolutamente modificato il risultato degli studi della nostra sfortunata protagonista e, dunque, aspettare 11 anni per ricevere un ‘premio’ che, molto probabilmente, non vale la fatica è forse un periodo troppo lungo. Però, la soddisfazione di sapere di essere sempre stata dalla parte della ragione potrebbe essere valsa l’attesa.

di Matilde Pinardi

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