Lo studente fuorisede #3

VIAKAL? NO, GRAZIE

La vita da coinquilini non è come la mostrano nella pubblicità della Viakal dove da che ho memoria intuitiva e dotata di intelletto sono eternamente e sempre loro da 15 anni a questa parte.
Il coinquilino non ti pulisce il bagno al posto tuo perché la candeggina puzza.
E cosa più importante non ti permette che lo guardi col ghigno sorridente mentre nette gli spazi comuni al posto tuo.
Anche se vivi in un mondo social, Facebook Twitter Thumblr Google plus casa tua non sarà mai social.
Le condivisioni saranno sporadiche o del tutto nulle. Sfiga, Congiunture astrali, Saturno contro,segni zodiacali,scie chimiche in cielo? Come direbbe Adam Kadmon:”coincidenze? non credo”.
Lo studente fuorisede di rado la prima volta sceglie casa da solo: Accompagnato dal pater familias o da tutta la famiglia pronti a fare domande che S.F. manco si sognerebbe di fare. Per lui un letto in una stanza va più che bene.
Pater familias e prole seppur a visionare la stessa casa la vedono sostanzialmente in maniera opposta e contraria.
Per uno sarà: e le bollette? e il condominio? e la zona com’è? quanto dista dall’università? gli autobus? eh ma a lui va la stanza più piccola ingiusto fargli pagare la stessa cifra, e il proprietario che persona è??
Per l’altro, di fianco al pater familias, può essere la casa più cessa di Parma che ai suoi occhi sarà sempre e comunque l’antro delle ninfe. Con occhi allucinati di uno che si è sparato dell’LSD a colazione fantasticando viaggia nei meandri della propria immaginazione delle infinità possibilità che possono accadere nella sua stanzetta fredda e umida. E’ la natura dell’essere umano avvicinarsi alle cose pensando sempre al meglio.
Sarà il tempo poi a verificarle
.
S.F. guarda i suoi papabili inquilini e ovviamente li trova tutti simpatici affabili, si sente già nel gruppo. Non sa che nella maggior parte dei casi il buonismo nasce per paraculismo: Se non si riesce a piazzare la stanza vuota entro una certa data tutti devono far i bagagli e cercarsi a loro volta un’altra casa: Ne vale la pena far la faccia da culo? Ne vale.
Come in un puzzle, alla fine mancherà sempre l’ultimo pezzo per avere un’idea del tutto.
Una casa vista dall’alto è un tutt’uno che combacia in maniera coerente e corretta con lo spazio che occupa. Le persone interagiscono, si muovono, ma non formano una famiglia.
Dietro le porte chiuse delle singole in case che non ci appartengono si convive a proprio modo col proprio inferno o per altri il personale cielo nella stanza. E lì si nasconde il pezzo mancante, di ognuno.
Come diceva Ungaretti per un tappeto io lo dico per gli studenti fuorisede:
“Ogni colore si espande e si adagia negli altri colori. Per essere più solo se lo guardi.”

Poi se prendiam gusto a lavare i sanitari al posto degli altri finisce come quelli della Viakal, Fuori corso con gli stessi coinquilini e sempre con la paura che venga la mamma a controllare se tutto è a posto.
Che il Viakal c’entri col complesso d’Edipo?
Adam Kadmon

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