Mamma ho perso l’aereo…per il Qatar!

Vari nomi altisonanti guarderanno la loro nazionale dal divano in questa edizione dei Mondiali. Tra gli assenti di lusso Benzema, Manè e Sergio Ramos

É inziato il Mondiale delle polemiche, dei morti sul lavoro, delle rigide regole imposte dal paese ospitante (come i divieti sul consumo di birra ). Il primo a tenersi in inverno. L’ultimo, probabilmente, con Messi e Cristiano Ronaldo, che potrebbe vedere risolta (come se potesse mai risolversi) la diatriba su chi di loro sia il più grande di sempre.

Ma anche un Mondiale senza vari giocatori di spessore, lasciati a casa dalle loro rappresentative nazionali o costretti in un secondo momento ad andarsene. Da chi ha un pessimo rapporto con la dea bendata, chi si arrende all’inesorabile scorrere del tempo,passando per scelte tecniche clamorose, fino a casi di esclusione da parte dei compagni: i nomi sono importanti e danno l’idea della fine di un’era.

Un brusco risveglio per Karim the dream

La sua presenza al Mondiale era tra le più attese, forse la più attesa dopo Messi e Ronaldo. Dopo il mancato appuntamento mondiale del 2018 per una vicenda giudiziaria, Karim Benzema, stella del Real Madrid e centravanti tra i migliori di sempre, era pronto al riscatto in qualità di punta di diamante della nazionale francese.

Ma un infortunio al quadricipite della coscia sinistra rimediato nella seduta di allenamento con i Bleu sabato 19 novembre ha infranto il sogno del Pallone d’oro in carica, che è dovuto tornare a casa. Con ogni probabilità, la carriera del francese di origini algerine terminerà con una sola partecipazione al Mondiale, quella del 2014 in Brasile. La vicenda con Mathieu Valbuena, compagno di nazionale ricattato per soldi con la minaccia di diffusione di un suo video con contenuti sessuali, era infatti costata a Benzema un lungo calvario dato dall’esclusione dalla nazionale, cominciato a fine 2015 e terminato con l’Europeo del 2021.

I numeri vertiginosi della passata stagione e il 1987 sulla sua carta di identità dimostrano come Benzema sia come il vino, invecchiando migliora: 27 centri nella scorsa Liga, 15 reti in 12 presenze di Champions League, con molti goal pesantissimi nella cavalcata terminata in trionfo. Neanche a dirlo, capocannoniere in entrambe le competizioni.

The dream dovrà rassegnarsi a vedere il Mondiale dal divano, magari insieme al già folto gruppo di infortunati della Francia: Pogba, Kantè, Maignan, Kimpembe e Nkunku. La compagnia, a differenza della buona sorte, non manca.

La storia chiama, la fortuna riaggancia: Sadio Manè

Lui, in realtà, l’aereo non l’ha perso, ma lo ha preso con varie riserve. Stella del Senegal e del Bayern Monaco, Sadio Manè aveva riportato un infortunio alla testa del perone destro nell’impegno casalingo del club bavarese contro il Werder Brema dell’8 novembre scorso.

Il Ct del Senegal – Aliou Cissè- aveva comunque deciso di portarlo ai Mondiali, sperando in suo recupero; invece giovedì 17 novembre è arrivato il forfait della punta che, di fatto, complica terribilmente il percorso mondiale della sua rappresentativa nazionale.

Manè con la Coppa D’africa, Fonte: pagina Facebook di Sadio Manè

Manè si è sottoposto ad un intervento chirurgico la sera stessa, intervento perfettamente riuscito.

Miglior marcatore nella storia del Senegal con 34 reti in 94 incontri, Coppa d’Africa e premio di calciatore africano dell’anno conquistati nel 2022: dati che ben rendono l’idea di quanto peserà la sua mancanza.

Sergio Ramos e la tirannia del tempo

Mancherà anche lui ai Mondiali. Lo spagnolo ha vinto tutto con il Real Madrid e ha fatto la storia della nazionale spagnola, facendo parte di un grande organico in grado di fare bottino pieno dal 2008 al 2012, con 2 Europei e un Mondiale.

Gli ultimi 2 anni, trascorsi al Paris Saint-Germain non lo hanno, però, visto in buona forma a causa di numerosi infortuni: solo 12 presenze lo scorso anno con il club parigino. É un segno inesorabile dello scorrere del tempo che, a 36 anni, non lascia scampo nemmeno a lui. Sebbene nella stagione attuale stia ritrovando una buona condizione, nella lista dei convocati diramata da Luis Enrique il suo nome non compare.

Manca, quindi, il suo primo appuntamento mondiale un difensore incredibile, vero emblema del centrale moderno, capace di coniugare alla perfezione fisicità, passo e capacità di contrasto. E anche, strano a dirsi per un difensore, prolificità: sono 101 infatti le sue marcature con il Real Madrid. Il tutto con un pizzico – anzi, è il caso di dire un flacone intero- di irruenza: 29 cartellini rossi in carriera, record assoluto.

Basterebbe il nome, per appassionati e non, a dare l’idea di chi parliamo, ma ricordare anche una statistica in ottica mondiale non guasta: appartiene a Sergio Ramos lo scettro di giocatore più presente nella storia della nazionale spagnola, con 180 cartellini timbrati. Dietro di 13 presenze c’è il portiere Iker Casillas.

Menzione d’onore per altre due icone spagnole, simboli del Barcellona: Gerard Piquè, altro centrale storico dal fisico imponente, baluardo dei Blaugrana e Andrés Iniesta, regista dal tocco divino ora in Giappone. Entrambi, però, avevano già detto addio alla Roja dopo lo scorso mondiale, ed il primo si è ritirato proprio quest’anno dal calcio (giocato).

Quando le priorità cambiano: Toni Kroos

La sua assenza non è una sorpresa, siccome aveva già dichiarato la fine della sua avventura in nazionale dopo gli Europei 2021.

Ciò non toglie che farà comunque scalpore non vederlo al timone del centrocampo tedesco. Anche per lui, così come Sergio Ramos, il nome è una garanzia, un giocatore arcinoto a tutti gli appassionati di calcio. Toni Kroos ha fatto fortuna nel Bayern Monaco e nel Real Madrid, conquistando ben 5 Champions League. Con la nazionale tedesca ha conquistato il titolo mondiale del 2014.

Kroos esulta con Klose ai Mondiali di Rio de Janeiro 2014, Fonte: pagina Facebook di Toni Kroos

Centrocampista sopraffino, in possesso di un’eccellente visione di gioco, ma anche di un tiro dalla distanza velenoso. Si è dimostrato, in carriera, anche un buon tiratore di punizioni, come nel caso degli scorsi mondiali in una partita (vanamente) vinta all’ultimo respiro contro la Svezia.

Quella tra Kroos e la rappresentativa tedesca è stata una collaborazione intensa, con 106 presenze in 11 anni. Forse anche per questo, il giocatore ha deciso di mettere da parte la nazionale per poter dedicare più tempo alla sua famiglia.

Ma, a onor del vero, il tedesco l’aereo per il Qatar lo ha preso comunque: è infatti commentatore della Pay tv tedesca Magenta TV, insieme al fratello Felix.

I maya in guerra senza due amuleti: Chicharito e Vela

Ci sono giocatori che sono veri e propri talismani delle loro nazionali, nomi che spiccano tra i compagni di squadra e che diventano simboli della loro rappresentativa. Tra i tanti esempi possibili, ecco quello del Messico.

Carlos Vela e Javier “Chicharito” Hernàndez sono stati veri e propri esportatori di ‘messicanità’ in Europa, grazie al prestigio dei club in cui hanno giocato e al loro valore come giocatori. Sono stati, sì, perché nella lista dell’allenatore Gerardo “El tata” Martino, i loro nomi non si vedono.

Carlos Vela, ala destra dal mancino educato capace di disegnare traiettorie pregevoli, si è imposto in Europa con la Maglia della Real Sociedad, dopo aver vestito anche quella dell’Arsenal. Gli ultimi 4 anni di carriera lo hanno visto tornare vicino casa, con il club statunitense Los Angeles Fc, trascinato alla vittoria della MLS con 12 gol in 32 partite accanto a Giorgio Chiellini e Gareth Bale.

Vela in azione contro la Svezia ai Mondiali di Russia 2018, Fonte: pagina Facebook International Champions Cup

Le ragioni della sua assenza ai Mondiali, secondo la testata messicana El fubtolero , sarebbero dovute ad un cambio di priorità nella vita del calciatore, analogo a quello di Kroos: El tri, questo il nome della nazionale messicana, deve farsi da parte per fare posto alla famiglia. Altro fattore scatenante della sua assenza pare essere la scarsa remunerazione economica prevista dalle collaborazioni con gli sponsor organizzati dalla federazione messicana.

E che dire del Chicharito? L’attaccante messicano è fuori dai radar della nazionale da ormai 3 anni. Nelle tre edizioni mondiali disputate, vedere il suo nome in attacco era una consuetudine. Come potrebbe essere altrimenti? Parliamo del miglior marcatore all-time della Tricolor, con 52 reti in 109 partite, capace di segnare in tutti e 3 i Mondiali disputati, dal 2010 al 2018.

Gran parte dei suoi gol sono stati di rapina, non particolarmente apprezzabili esteticamente. Ma il suo tempismo e cinismo in area di rigore lo hanno portato a vestire maglie di prestigio mondiale come quella di Manchester United e Real Madrid, con un ruolo da comprimario. Anche lui milita ora negli Stati Uniti, negli LA Galaxy, e nella passata stagione vanta uno score di tutto rispetto: 18 reti in 32 presenze in campionato.

Hernàndez dopo il goal alla Corea del Sud ai Mondiali del 2018, Fonte: pagina Facebook Statistiche Calcio Mondiale

Anche a fronte di questi numeri, suona troppo debole il solo motivo della scelta tecnica per giustificare la sua esclusione. Suona invece già più verosimile la voce di un cattivo rapporto col mister Gerardo Martino.

Ma c’è dell’altro: sarebbero stati i compagni di squadra a volerlo fuori, a causa del suo comportamento durante un viaggio da New York a San Antonio della Tricolor nel 2019. Hernàndez avrebbe assunto due prostitute, e la voce di un’orgia organizzata dall’intera squadra si sarebbe rapidamente diffusa, mettendo a rischio il rapporto con le mogli di molti giocatori – che hanno quindi chiesto l’esclusione della punta di Guadalajara.

La notizia, riportata dal giornalista di ESPN Deporte Josè Ramòn Fernàndez Àlvarez una settimana fa ai microfoni di Proceso, ha poi fatto il giro del mondo ed è stata riportata da altre testate, raggiungendo anche l’Italia

Il Messico dovrà, quindi, presentarsi senza due frecce importanti al suo arco. Molto dipenderà dalle prodezze del portiere Ochoa e dai dribbling di Hirving Lozano, talentuoso attaccante in forza al Napoli.

Un tris d’assi fuori dal mazzo: l’Inghilterra

L’Inghilterra è pronta all’assalto mondiale, ma fa strano non vedere il nome di Ivan Toney tra i convocati.

L’attaccante in forza al Brentford, grazie alla sua attuale media di quasi 1 gol a partita e la doppietta al Manchester City, è salito alla ribalta del calcio mondiale. Ma questo non è stato abbastanza per il Ct Southgate, che lo ha lasciato fuori preferendogli il performante ma meno “pompato” mediaticamente Callum Wilson.

Toney, inoltre, è stato accusato dalla federazione calcistica inglese di avere violato oltre 232 volte il protocollo che regola le modalità di scommesse dei giocatori, tra febbraio 2017 e gennaio 2021, ed è stata avviata un’indagine. La notizia è stata indicata da varie testate come un possibile movente della sua esclusione. Ma un articolo del Mirror ribadisce che Toney è a casa per scelta tecnica, con Callum Wilson leggermente più inserito nel giro della nazionale.

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Toney e la sua classica esultanza, Fonte: pagina Facebook Pilkarskie Newsy

Altri due esclusi di lusso che probabilmente si aspettavano di partire, hanno in comune il campionato di appartenenza, la Serie A, ed il ruolo,difensore centrale: Chris Smalling e Fikayo Tomori.

Il roccioso difensore ex Manchester United ora in forza alla Roma sembra aver cominciato una seconda giovinezza da quando è nella capitale. È vero, Smalling non veste la maglia dei Tre Leoni da ormai 5 anni, ma le sue prestazioni convincenti facevano pensare ad un clamoroso ritorno.

Se su Smalling, quindi, qualche alibi Southgate lo ha, risulta arduo dire lo stesso per Tomori. Il classe 1997 ha traghettato con le sue prestazioni solide il Milan allo scudetto nella passata stagione. Nonostante l’attuale periodo di calo rispetto ai fasti dello scorso anno, le sue qualità non sono in discussione.  Il centrale di origini nigeriane guarderà, però, da casa colleghi come Eric Dier ed Harry Maguire, il difensore più pagato della storia del calcio (87 milioni il prezzo pagato dallo United per prelevarlo da Leicester), che proprio per la discrepanza tra le sue prestazioni e il prezzo esorbitante a cui è stato pagato, è diventato un meme vivente nell’opinione pubblica sportiva.

Fonte:pagina Facebook Rompipallone.it
Fonte: pagina Facebook Bleacher Report Football

Piccola honourable mention anche per il centravanti della Roma Tammy Abraham che però, a fronte di un magrissimo bottino di 3 reti in 15 presenze condito da errori grossolani, ha ben poco da recriminare.

Il mondiale qatariota sarà sicuramente avvincente, ma è indubbio che in questa edizione varie stelle, dalle più alle meno iconiche, mancheranno clamorosamente.

E allora, per forza di cose, il cielo di Doha sarà un po’ meno luminoso.

di Michele Bonucchi

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