Analfabeti dell’audiovisivo: capiamo davvero quello che guardiamo?

Nonostante i prodotti audiovisivi ormai ci circondino, siamo sicuri di essere pienamente consapevoli di cosa stiamo guardando? E se fossimo degli analfabeti di questo linguaggio?

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Lunedì 21 novembre si è svolta la prima masterclass del Parma Film Festival 2022 con Daniele Vicari, regista, sceneggiatore e scrittore. Si è parlato della diffusione del linguaggio audiovisivo ai giorni nostri, con l’obiettivo di approfondire questo tema, importante e pervasivo oggi più che mai. Non a caso uno dei primi esempi pratici che il regista ha sottolineato è stato quello di un bambino nato negli ultimi anni, a stretto contatto con cartoni, film o prodotti simili, ma lontano da libri e, in generale, dall’informazione scritta; l’analfabetismo, oggi, non è solo legato a scrittura e lettura. Del resto tutti noi generalmente siamo circondati da questo tipo di intrattenimento.

Negli ultimi anni si è sviluppata moltissimo questa forma di produzione di contenuti, e tra i motivi di questo trend c’è sicuramente la recente possibilità, per chiunque, di realizzare un video senza nessuna attrezzatura particolare, utilizzando semplicemente il proprio cellulare. Ma c’è una reale consapevolezza di quali siano le caratteristiche di questo tipo di linguaggio? In altri termini, quando ciascuno di noi realizza un video, ci rendiamo conto di cosa sta davvero registrando, decidendo di inquadrare qualcosa e tralasciando qualcos’altro? Perché, a pensarci, scegliendo cosa riprendere scegliamo anche cosa non riprendere e il rischio potrebbe essere quello di dimenticarci di questi aspetti o non farci affatto caso.

Del resto come potremmo tutti noi esserne pienamente consapevoli, se queste cose non vengono insegnate normalmente? Daniele Vicari ha parlato di questa esigenza come di un diritto che tutti noi abbiamo. Infatti, se questo linguaggio è così diffuso abbiamo il diritto di essere consapevoli di quali siano le sue caratteristiche, perché altrimenti si correrebbe il rischio di esserne facilmente ingannati.

Come si è verificato questo cambiamento?

Oggi è normale pensare di accendere un televisore e poter vedere un programma qualunque, accendere un cellulare e vedere un video, ma fino a non molto tempo fa una dinamica del genere era impensabile. Cosa è cambiato?

Sicuramente la facilità con cui possiamo reperire questo tipo di contenuti è tra le maggiori cause di questo sviluppo sempre più accelerato. La semplicità con cui possiamo mettere le mani su video, film, documentari e quant’altro non dovrebbe trarci in inganno però: il fatto che un contenuto sia facile da consumare non implica che se ne comprendano tutte le implicazioni. Forse è proprio questa la trappola del mondo audiovisivo, se la lettura richiede uno sforzo attivo, ascoltare e guardare sono due azioni che possono essere svolte più passivamente, con tutti gli svantaggi del caso. Ultimo ma non ultimo, le caratteristiche che li rendono così appetibili è la loro efficacia: è molto più commovente vedere qualcuno piangere, per esempio, che doverselo immaginare leggendo.

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Cosa possiamo fare?

Ma a questo punto torniamo alla prima domanda: dal momento che questo tipo di linguaggio è così diffuso perché non viene insegnato anche nelle scuole? La risposta, come detto dallo stesso Daniele Vicari durante la masterclass, è che molto probabilmente noi ci troviamo nella stessa condizione di chi, fino a non molti anni fa in Occidente ma ancora oggi in alcuni Paesi, non è in grado di leggere e scrivere. Infatti, così come un analfabeta è perfettamente in grado di comprendere quanto viene detto a voce, allo stesso modo per poter comprendere un prodotto audiovisivo non è necessario avere una conoscenza totale di questo linguaggio.

Ma è anche vero che in questo modo non si è in grado di cogliere tutte le implicazioni di ciò che viene rappresentato. In effetti anche con le più semplici tecniche di montaggio è possibile modificare a proprio piacimento il messaggio che si intende trasmettere a prescindere quasi dal materiale di partenza. Per questo motivo, sicuramente introdurre lo studio di queste questioni è un passo importante per poter comprendere più facilmente il mondo che ci circonda, creando una maggiore consapevolezza in tutte le persone.

di Nicola Sabatelli

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