Concorso Documentari PFF2022: Peso Morto e Positivə, i vincitori secondo le tre giurie

Otto documentari sono stati presentati nella 25esima edizione del PFF, da Peso Morto a Rue Garibaldi il concorso ha spaziato per tematiche intime e di valore morale su cui è ancora necessaria una lunga e profonda riflessione

Locandina Parma Film Festival 2022 (Fonte: parmafilmfestival.it)

È appena giunta al termine la 25esima edizione del Parma Film Festival che tra incontri, interviste, prime visioni e documentari ha, ancora una volta, portato il cinema a Parma illuminando questo novembre freddo e tenebroso.

Le pellicole che quest’anno hanno partecipato al concorso del Festival sono state otto e, ognuna di loro, ha emozionato il pubblico in modi completamente diversi. In particolare, esse sono: Peso Morto di Francesco del Grosso, che, tramite la storia di Angelo Massaro, presenta come la giustizia possa condannare innocenti; Rent strike Bolognina di Michael Petrolini, che racconta il disagio di un gruppo di condomini che, messi alle strette dalla pandemia, protestano contro i padroni di casa che, a loro volta, vogliono far pagare loro l’affitto senza sconti; Rozzano 20089 di Maria Stella Regè, che apre gli occhi sulla periferia di Milano e sulla vita di strada che affrontano i ragazzi di Rozzano; Nascondino di Victoria Fiore, che racconta la triste e straziante storia di Entoni, tra le vie di Napoli; Innesti di Sandro Bozzolo, che dà adito alla storia familiare e intima di Ettore e della sua missione nel voler salvare i castagni di Viola Castello, comune piemontese famoso per le castagne; Fortuna Granda di Alberto Gottardo e Francesca Sironi che racconta la storia dei ragazzi di Goro (cittadina sulla foce del Po), eredi della tradizione della pesca alle vongole; Positivə – 40 anni di HIV in Italia di Alessandro Redaelli che, attraverso la voce dei suoi quattro protagonisti, presenta l’HIV in Italia tra passato e presente e, per finire, Rue Garibaldi di Federico Francioni che racconta l’odissea di due fratelli che dalla Sicilia arrivano a Parigi, in cerca di lavoro.

Quest’anno, a differenza delle edizioni passate, le giurie sono state tre: del Festival, popolare e studentesca. Quest’ultima, in particolare, è stata caratterizzata dalla presenza di cinque studenti della Magistrale in Giornalismo e Cultura Multimediale ed una studentessa del Liceo Artistico Paolo Toschi.

Mentre le prime due, all’unanimità, hanno decretato come vincitore il documentario Peso Morto di Francesco del Grosso, la giuria studentesca ha voluto premiare Positivə – 40 anni di HIV in Italia di Alessandro Redaelli. Sebbene siano due storie completamente diverse, ciò che le ha contraddistinte è sia la forza che la profondità del loro racconto.

Peso Morto, quando la giustizia non funziona

Locandina Peso Morto (Fonte: cinemaitaliano.info)

Che cosa succede quando la giustizia non funziona come dovrebbe? È questo l’interrogativo da cui parte Peso Morto, la storia di Angelo Massaro condannato ingiustamente a 20 anni di carcere per un delitto che non ha commesso.

La pellicola, di grande impatto visivo e commovente nella sua narrazione, ripercorre in maniera magistrale il lungo e travagliato percorso che ha portato Angelo al riconoscimento della sua innocenza e dell’errore gigantesco cui la magistratura italiana si è macchiata.

In 87′ minuti di visione, il regista Francesco del Grosso ha saputo condensare tutte le emozioni e gli anni di lotta continua del protagonista, portando sullo schermo una storia di resilienza e di perseveranza in cui lo spettatore apre gli occhi sugli errori giudiziari presenti in Italia. Oltre alla presenza del protagonista, il racconto vive anche della testimonianza della moglie Patrizia e dei due figli che, da un giorno con l’altro, hanno perso un padre ingiustamente, ma nonostante questo hanno continuato a lottare per la verità.

Foto di Parma Film Festival

La storia di Angelo non è l’unica presente sul territorio e, infatti, Errori Giudiziari è l’associazione che (a partire dal 1992) si occupa di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla presenza di innocenti nelle carceri italiane.

Positivə – 40 anni di HIV in Italia

Locandina Positivə – 40 anni di HIV in Italia (fonte: wireditalia.it)

Daphne, Simone, Daria e Gabriele, questi sono i quattro protagonisti di Positivə – 40 anni di HIV in Italia, diretto da Alessandro Radaelli, documentario che racconta e scandaglia miti e tabù legati ad una delle più note e (allo stesso tempo) ‘sconosciute’ malattie: l‘HIV.

Perché è ancora necessario parlare di Aids nel 2022? Perché ci sono ancora troppi interrogativi e troppe domande relative al virus stesso ed alle vite che si potrebbero vivere nonostante la malattia.

La pellicola, con uno stile pop e allo stesso tempo giornalistico, racconta senza veli il passato ed il presente di questa malattia e, anche attraverso le storie dei suoi protagonisti, celebra l’amore e la vitalità, oltre che sfidare i tabù legati al virus dell’HIV. Ogni protagonista racconta la propria storia, senza veli e senza maschere e, in modo fresco e genuino, ciascuno di loro svela la propria vita agli spettatori che rimangono commossi dalla loro forza.

Il racconto è attorniato anche da interviste a personaggi di spicco come il fotografo Oliviero Toscani, la cantante Loredana Bertè, lo scrittore Jonathan Bazzi e la psicologa Angela Infante che, un po’ come i protagonisti del documentario, raccontano del passato, di com’è stato vivere gli anni della scoperta della malattia e della paura che aleggiava tra la gente, delle precauzioni che si mettevano in atto (molto simili a quelle relative alla recente pandemia) e ai primi studi relativi ai possibili rimedi.

Ciò che Positivə porta sullo schermo è, pertanto, un racconto corale che, allo stesso tempo, presenta uno spaccato di vita che spazia da un passato che continua ad avere ripercussioni sul presente. Positivə è anche un racconto a cuore aperto di quanti convivono con la malattia e che, nonostante questa etichetta, vivono una vita tranquilla con il proprio partner e con i propri figli.

Nonostante la vittoria sia stata assegnata a questi soli due documentari, tutte le altre pellicole non sono state da meno e, anzi, a loro modo hanno conquistato il pubblico con le loro storie intime e familiari. Anche quest’anno, pertanto, il Festival ha saputo emozionare e, come sempre, ha saputo dare spazio a racconti di grande portata.

di Erika V. Lanthaler

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