Everything Everywhere All at Once

Un viaggio nel multiverso caotico delle possibilità della vita: sogno o realtà?

Fonte : Imdb

Il giorno dopo aver visto Everything Everywhere All At Once è consigliabile consumare una colazione con doppio caffè, bagol e aspirina. Si proprio così, molto probabilmente passerete la notte in uno stato confusionale, cercando di realizzare ciò che si è visto.

Prodotto dai Fratelli Russo e A24, e diretto da Daniel Kwan e Daniel Scheinert in arte i Daniels, Everything Everywhere All at once è un viaggio caotico, magnetico, senza un inizio ed una fine, nel multiverso più credibile tra quelli rappresentati fino ad ora.

Film coraggioso, esilarante, folle che fuoriesce da ogni classificazione di genere; commedia, kung-fu movie, fantascienza, dramma. Riesce a passare dal demenziale a temi sociali e relazionali da una scena all’altra; forse grazie anche al montaggio di Paul Rogers, frenetico ma allo stesso tempo capace di dare il giusto spazio ai dettagli. Progetto complicato, ambizioso e riuscito. Al box Office (partendo da un budget di 25 milioni di dollari) riesce a fruttare 103 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando il primo film indipendente dopo la pandemia e nella storia di A24 a riuscirci.

Il destino, fantascientificamente parlando, piega l’entropia in esiti definibili, è un campo come la gravità, non attira il piccolo verso il grande, ma l’ignoto verso il noto. In poche parole elimina la casualità dallo spazio-tempo. I Daniels, che già ci avevano abituati alla loro follia narrativa con il loro riuscitissimo film d’esordio Swiss Army Man, eliminano la variabile del destino e ci lasciano fare i conti con il caos; il noto verso l’ignoto, anche dalla cosa più ordinaria si può generare lo straordinario.

Suddivisa in tre parti, la storia gira attorno a Evelyn Wang (una perfetta Michelle Yeong), proprietaria insieme al marito Waymond (Ke Huy Wan) di una lavanderia a gettoni sull’orlo del fallimento. 

Evelyn si ritrova nel caos: un matrimonio in crisi in procinto di finire, il rapporto conflittuale con il padre Gong Gong (James Hong) che non accetta le sue scelte di vita e un freddo legame con la figlia Joy (Stephanie Hsu). Come se non bastasse è perseguitata da l’impiegata numero uno dell’agenzia dell’entrate (una splendida Jamie Lee-Curtis) che vuole vederci chiaro sulla contabilità della sua impresa.

Fonte : Imbd

“Forse queste vi sembrano solo un mucchio di ricevute ma io ci vedo una storia… E so già come andrà a finire… Non finirà per niente bene!”

Ed è proprio mentre la Wang è nell’ufficio delle tasse, che si aprono le danze e viene catapultata nel multiverso (ogni cosa ed in tutti i posti), dove la protagonista scopre di essere solo una versione di sé all’interno di una molteplicità di universi paralleli. Evelyn dovrà attingere alle abilità delle variazioni della sua identità per sconfiggere Jobu Tupaki, nemico onnipotente in grado di vedere e vivere ogni possibilità del multiverso nello stesso istante.

Fonte : Imdb

Vi è mai capitato di fantasticare sugli esiti della vostra vita? Se potessimo vivere mille vite contemporaneamente, quale sarebbe la migliore ? La potenza di questo film è proprio la sovrapposizione del multiverso alla quotidianità.

 

Di Alessio Garritano

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