“Il rosmarino non capisce l’inverno”: Matteo Bussola presenta a Parma il suo ultimo romanzo

Il rosmarino è una pianta forte e resistente, proprio come le protagoniste di questa raccolta di racconti. Donne che affrontano problemi ordinari, ma non per questo meno impegnativi e importanti

“Il rosmarino non capisce l’inverno”, edito Einaudi, è una raccolta di racconti, o meglio frammenti di vite di donne, che uniti insieme danno vita a una storia più grande: quella della resistenza delle donne che, proprio come il rosmarino, hanno la capacità e la forza di accogliere le cicatrici causate dalla vita e andare avanti, con ancora più forza di prima.

Matteo Bussola, per la presentazione del suo ultimo libro, è stato intervistato dalla giornalista Giovanna Pavesi e accolto dal Teatro Due di Parma in occasione del ciclo di incontri Altri Racconti, organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma per le festività natalizie.

Il ciclo di incontri vede la presentazione di autori contemporanei del panorama letterario italiano. Insieme a Bussola, che ha presentato il suo libro mercoledì 14 dicembre, sono ospiti Piergiorgio Odiffredi che, martedì 20 dicembre, presenta “Pillole matematiche. I numeri tra umanesimo e scienza”, e Alessandra Selmi che il 21 dicembre presenta “Al di qua del fiume. Il sogno della famiglia Crespi”.

“Il rosmarino non capisce l’inverno” è un romanzo dedicato alle donne?

Non esattamente, anzi, Bussola afferma che quando ha scritto queste storie lo ha fatto perché stufo di tutte quelle narrazioni al femminile cui le protagoniste sono stereotipate, in un senso o nell’altro (parliamo quindi di brave madri e perfette donne di casa, oppure di donne anticonformiste fino all’estremo). L’autore voleva quindi parlare di donne normali, che potremmo definire antieroine, che affrontano problemi ordinari, ma non per questo meno impegnativi e importanti.

Le tematiche che vengono affrontate nel libro non sono semplici, ma si tratta di problemi che potrebbero colpire tutte (nel libro si parla infatti di malattie come cancro e Alzheimer, ma anche di tradimento e difficoltà adolescenziali) e l’autore le affronta con maestria, presentando una serie di donne che, arrivate al punto di svolta, affrontano la vita con coraggio, decidendo di andare avanti.

Bussola afferma che il suo voler scrivere di donne risiede nel desiderio di conoscerle meglio, perché “lo scrittore è colui che non sa niente” e di conseguenza la scrittura diventa “il suo sguardo sul mondo, il suo modo per cercare di capire meglio quelle cose, quelle persone, quelle protagoniste che lo interessano”; per questo per lui scrivere di donne ha significato imparare a conoscerle e capirle meglio.

“Nessuno ti ha mai accusato di mansplaining per aver scritto di donne, essendo un uomo?” chiede la giornalista Pavesi. Bussola sostiene che “un uomo che scrive di donne, o una donna che scrive di uomini, è un falso problema che si è venuto a creare nella nostra società neanche molto tempo addietro, quando in realtà di fronte al dolore o all’abbandono soffriamo tutti allo stesso modo; pensiamo per esempio ad alcuni romanzi con protagoniste donne ma scritti da uomini come ‘Madame Bovary’ di Flaubert o ‘Anna Karenina’ di Tolstoj – per citarne solo un paio – che sono diventati grandissimi classici della letteratura, proprio per la loro capacità di raccontare le emozioni umane”.

Per Bussola, infatti, “quando si è troppo immersi nella materia che si sta descrivendo può succedere che si perda il quadro di insieme; così quando si scrive dell’altro sesso si è costretti a fare un passo indietro per avere una migliore visuale, che permetterà di offrire uno sguardo inedito sull’argomento”. Ed è proprio per questa ragione che per lui “sarebbe molto più difficile scrivere di uomini, perché si corre il rischio di non scrivere con troppa chiarezza di argomenti che si danno per scontati”.

Foto di Alessia Imbrici

Alcune curiosità sul libro

L’autore durante l’incontro rivela alcune curiosità interessanti riguardanti il suo libro, come il fatto che nasca in una situazione di “emergenza” creativa: Bussola stava scrivendo un altro romanzo, completamente diverso da questo, quando si è reso conto che le cose non tornavano, che non riusciva ad andare avanti nella scrittura. Ha così preso quattro racconti, tutti al femminile, che aveva già pubblicato sul settimanale F, per il quale cura la rubrica “Uno scrittore, una donna”, e li ha arricchiti facendo nascere una raccolta di racconti.

Il primo racconto che ha adattato, allungandolo dalle 3.500 battute alle 42.000, è quello di Aurora, che è anche uno dei personaggi preferiti dall’autore. La ragione per cui questa storia è stata allungata così tanto è che l’autore si è reso conto che c’era ancora tanto da raccontare, “così ho preso in prestito questa protagonista è l’ho fatta evolvere – afferma Bussola – perché quello che mi interessava veramente era racontare della legittimità del suo desiderio di non voler diventare madre, cosa che, da genitore che ha sperimentato cosa voglia dire essere esposti a una costante preoccupazione per i figli, comprendo molto bene”. Quello che voleva dimostrare tramite questo racconto è che “è assolutamente legittimo e comprensibile che al mondo ci siano persone che non desiderano quel tipo di spavento e dolore, perché sanno già che non saranno in grado di sopportarlo e di conseguenza il desiderio di non voler diventare madri è del tutto e pienamente rispettabile proprio come quello di volerlo diventare”.

Bussola, oltre ad essere uno scrittore è anche fumettista e questo sicuramente lo aiuta nel tracciare dei profili estremamente nitidi; egli infatti ragiona sempre per immagini e “quando scrivo realizzo immagini che sono fatte di parole e quando disegno trasformo le parole scritte in immagini” spiega; questo sicuramente lo ha aiutato anche nella realizzazione della copertina del libro, che “raffigura una donna che non è presente nei racconti, ma è una summa di tutte le protagoniste del libro”.

Infine, un’ultima curiosità: il titolo. L’autore ha cercato di proporre “Il rosmarino non capisce l’inverno” per tutti gli altri libri che ha scritto, ma le case editrici lo hanno sempre rifiutato, ma non per questo ultimo libro per il quale sembra invece adattarsi alla perfezione. Infatti, come sostiene Bussola, il rosmarino è una pianta forte e resistente, proprio come le protagoniste dei suoi racconti.

di Alessia Imbrici

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