Crisi della carta stampata: statistiche, dati e prospettive future

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L’industria della carta vive, da un anno a questa parte, un periodo estremamente complicato. L’aumento vertiginoso del costo della materia prima, legato principalmente alla crescita esponenziale dei prezzi dell’energia, sta mettendo a dura prova la sopravvivenza di un settore essenziale come quello cartaceo.

Negli ultimi anni, complici la pandemia da Covid-19 che ha cambiato inevitabilmente abitudini quotidiane e condizioni socio-culturali, e la guerra in Ucraina che ha causato un rincaro inevitabile delle risorse fondamentali, le catene di approvvigionamento delle materie prime hanno subito un brusco rallentamento.

A dare l’allarme negli scorsi mesi sono stati gli stessi editori e le relative associazioni: hanno fatto infatti particolarmente discutere del problema le parole del Presidente della Federazione italiana degli editori Andrea Riffeser Monti, intervistato da Repubblica, il quale sottolineava la sua crescente preoccupazione per la crescita all’apparenza inarrestabile del costo della carta stampata.

Monti si è focalizzato nello specifico su un’analisi economica, sottolineando come, a partire dal secondo semestre del 2021, il prezzo della stessa materia sia cresciuto del 100%, con continui aumenti a renderne più complicato l’acquisto da parte del consumatore e la relativa fruizione. Non solo: anche la stessa assenza sul mercato della risorsa causa ancora oggi inevitabili rallentamenti e mette in sofferenza l’intera industria.

Numeri in crescita: perché si parla di crisi?

Nonostante le evidenti problematiche, però, alcuni esponenti del settore cartiero, quali il direttore di Assocarta Massimo Medugni intervistato nel magazine Materia Rinnovabile, hanno sottolineato come il mercato della carta sia tutt’altro che fermo e viva piuttosto una situazione di forte tensione: dopo il lockdown del 2020, infatti, il comparto è andato in ripresa soprattutto per quanto riguarda il contesto Nazionale.

Come suggeriscono anche i dati forniti da Comieco (Consorzio Nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi a base cellulosica), la produzione di carta ha subito un forte sali-scendi, passando dai 9 milioni del 2019 e crollando l’anno successivo di oltre 400 tonnellate. Ma nel 2021, a sorpresa, c’è stato un rimbalzo e una crescita che ha addirittura superato i dati iniziali, probabilmente derivanti dalla crescita nel settore di grandi cartiere e degli imballaggi e soprattutto da una maggiormente elevata domanda di mercato.

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Da ciò emerge dunque che non si tratta di una crisi della richiesta, bensì da una difficoltà da parte delle aziende di gestire il forte aumento dei costi di gas ed energia aumentati drammaticamente nell’ultimo anno. Il costo dell’energia sul prodotto finito è di circa il 20%, pertanto – se il costo aumenta – la cartiera deve riuscire a recuperare i costi e aumentare inevitabilmente il prezzo per il compratore. A ciò si collega inevitabilmente l’aumento dei prezzi di produzione dell’1,5% con un’inflazione dell’8,5, che però non tiene conto del contestuale costo della carta.

Dopo lo scoppio del conflitto ucraino inoltre, numerose aziende si sono trovate costrette a rallentare la propria produzione o addirittura ad arrestarla, visti i costi insostenibili. Altro motivo per cui si parla di crisi sono gli intoppi delle catene di approvvigionamento, che producono non solo una crescita inevitabile del prezzo, ma anche una vera e propria ‘assenza di carta’.

Quali soluzioni? L’opinione del Professor Marzio Zanantoni

Il settore della carta è certamente indispensabile per molti comparti, tra cui quello dell’informazione. Sono pertanto necessarie misure innovative per sopperire alle carenze e ai rincari, come ad esempio l’ottimizzazione di pratiche di riciclo di carta e cartone da parte delle aziende, soluzione già attiva, ma che avrebbe ancora margini di miglioramento.

Oggi più che mai è necessaria una corretta sensibilizzazione sul tema, al fine di aiutare a ridurre i consumi e continuare a fare presente la problematica, perché possa arrivare, in maniera chiara e concisa, il messaggio. Anche nel nostro piccolo, inoltre, è importante ridurre i consumi e soprattutto gli sprechi, acquistando prodotti ecologici e riutilizzabili che possono essere riciclati.

Del problema della crisi della carta stampata ha parlato anche Marzio Zanantoni, docente di Management per l’editoria: “Gli aumenti del prezzo della carta si sono effettivamente sentiti negli ultimi tre trimestri, quindi da marzo 2022 in avanti. Le cause sono da rintracciare soprattutto nella situazione del rincaro energetico e delle materie prime a costi contenuti”.

Secondo il dato fornito dall’Associazione Italiana Editori è possibile rilevare un aumento complessivo del 70% circa.  “È penalizzato maggiormente il comparto scolastico il quale – ci spiega Zanantoni – deve concentrare le stampe in pochi mesi”. Agli insegnanti, infatti, viene chiesto di scegliere quali libri di testo adottare per l’anno scolastico successivo nel mese di maggio; la loro scelta viene poi comunicata dalla scuola alle varie case editrici che avranno così contezza di quante copie dovranno far stampare in un periodo che è allora limitato: si inizia in estate con l’obiettivo che tutto sia pronto per l’inizio della scuola. Con la crisi della carta succede che le librerie vengono rifornite all’ultimo momento e per un numero di copie spesso insufficienti. I genitori possono avere, quindi, difficoltà nel reperire i libri in tempo e si rischia che gli alunni rimangano sprovvisti.

Ogni anno, verso la fine di gennaio, si tiene un seminario per professionisti del libro nella Scuola per librai a Venezia. Durante quest’ultima edizione si è discusso sulle prospettive future del mondo del libro e sono stati forniti aggiornamenti sulle novità, confermando la vitalità del libro. Si è guardato ai bisogni dei lettori e a come soddisfarli attraverso una analisi statistica degli acquisti.

I risultati complessivi hanno portato ad affermare che questo aumento del prezzo della carta non ha gravato sulla novità. Di questo era certo anche il professore Zanantoni, il quale preannunciava qualche settimana prima dell’evento: “Quando la Scuola librai di Venezia darà i dati definitivi dell’anno 2022 ci si accorgerà che il numero di novità stampate è addirittura superiore rispetto a quello dell’anno scorso e quindi l’aumento del prezzo della carta ha inciso solo sul numero di copie stampate.”

Inoltre, secondo il professore Zanantoni, è difficile che l’editoria cartacea possa essere sostituita da quella digitale: “l’ebook non avrà mai una presa sostanziale perché il fatturato sull’ebook è comunque un fatturato minimo”. L’unico periodo in cui effettivamente vi è stato un aumento della vendita degli ebook è stato quello del 2020, “perché durante la pandemia era difficile reperire i libri. A parte questo momento il libro fisico è ancora enormemente preferito rispetto all’ebook.”

“Ormai la carta è diventato un esempio di economia circolare in quanto è riuscita a coniugare la sostenibilità con il riciclo dei prodotti – dice il professore Zanantoni – infatti, la carta è rinnovabile, riciclabile, biodegradabile e compostabile”. Il modello di economia circolare consiste nel riutilizzo dello stesso materiale all’interno del ciclo produttivo.

Così diminuiscono le quantità dei rifiuti e l’energia utile a produrre il materiale da zero e il prodotto avrà più di una vita. “La carta è un elemento che rimane costantemente rinnovabile. C’è solo da far sì che ritorni ad un costo non più soggetto a fenomeni quali la guerra, l’inflazione e tutti quei fenomeni collegati a elementi che hanno portato questo enorme rincaro dell’energia.”

Affinché il mondo libraio (e non solo) ritorni alla normalità, secondo il professore, il primo auspicio “è che si possa ritornare a una situazione economica di stabilità.”

di Roberto Ligorio e Fabiola Veca

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