Addio a Jeff Beck, una leggenda del rock

La musica saluta il suo leggendario chitarrista, colui che ha cambiato la storia del rock

profilo Facebbook: Jeff Beck

Si è spento il 10 gennaio, all’età di 78 anni, Jeff Beck, pioniere della chitarra rock. A causare la morte dell’artista è stata una letale meningite batterica. È stato uno dei musicisti che ha cambiato la storia della musica rock, insieme a Jimmy Page, Eric Clapton, Jimi Hendrix con cui ha condiviso traguardi importanti della sua carriera.

Beck, le cui dita erano assicurate per 7 milioni di sterline, è stato fondamentale per l’evoluzione della chitarra moderna: ha di fatto contribuito alla definizione di questo strumento nelle sue diverse sfaccettature di genere, blues rock, heavy metal, fusion e hard rock. Nel corso della sua vita ha vinto ben otto Grammy, ha ricevuto l’Ivor Novello ed è stato inserito nella Rock&Roll hall of Fame, sia come solista che come membro degli Yardbirds.

Gli esordi negli anni ’60

Geoffrey Arnold Beck, nato il 24 giugno del 1944 a Wallington in Inghilterra, da piccolo cantava nel coro della chiesa e nella prima adolescenza incontra l’amore che lo accompagnerà durante tutto l’arco della sua vita, la chitarra.

Dopo aver frequentato la scuola d’arte a Londra, inizia la sua vera e propria carriera musicale con gli Screaming Lord Sutch. Nel 1965, quando Eric Clapton lasciò gli Yardbirds, Jimmy Page (futuro fondatore dei Led Zeppelin) lo raccomandò alla band per sostituire il padre di Layla.

Anche se la permanenza di Beck nei Yardbirds durò solo 20 mesi bastò per lasciare il segno nella storia del rock inglese. Con gli Yardbirds riuscì a incidere un solo album, Roger the Engineer (1966).

Dopo aver lasciato la band per motivi di salute, ne fonda una nuova chiamata Jeff Beck Group che includeva Rod Stewart alla voce, Ron Wood (futuro membro dei Rolling Stones), Nicky Hopkins al pianoforte e Mick Waller alla batteria. Con la nuova band incide due album, accolti molto bene dalla critica: Truth (1968) e Beck-la (1969).

Le band degli anni ’70

Alla fine del ’69, a seguito di alcune divergenze all’interno del gruppo, Stewart e Wood decisero di abbandonare. Beck ricreò, dunque, la band con Clive Chapman al basso, Max Middleton alle tastiere, Cozy Powell alla batteria e Bob Tench alla voce. 

La direzione artistica che prese il gruppo fu decisamente diversa rispetto alla precedente: si unirono elementi pop, rock, rhythm’n’blues e jazz, anticipando la fusion.

I Jeff Beck Group pubblicarono due album: Rough and Ready (1971) e The Jeff Beck Group (1972). Anche questa nuova formazione, però, si sciolse presto. Già nel 1970 Jeff Beck prevedeva una collaborazione con Tim Bogert e Carmine Appice, ma a causa di un incidente stradale, il progetto non si concretizzò subito. Solo nel ’72, i tre musicisti decisero di iniziare a lavorare al loro primo album come un trio: Beck, Bogert e Appice. Più tardi, nel 1973, il gruppo registrò un album dal vivo a Osaka: Live in Japan. Quando il power trio iniziò, successivamente, a lavorare al loro secondo album in studio, Beck lasciò la band nel 1974.Questo provocò la rottura finale.

fonte: Rock hard, ride free Tumblr

Poi da solista

Dal 1975 in poi, Beck si dedicò alla carriera da solista. Incise un album strumentale decisamente fusion, Blow by Blow che ricevette un successo inaspettato. Questo disco è considerato sia uno dei vertici della sua carriera, ma anche una pietra miliare del rock strumentale, il genere al quale l’album appartiene (fa eccezione il brano She’s a Woman, nel quale Beck ricorre all’utilizzo del talk box).

A differenza degli album precedenti, basati prevalentemente sul rock, approda su territori più funky e fusion (che erano decisamente in voga al tempo). Dal vecchio Jeff Beck Group, si avvale dell’apporto di Max Middleton, fondamentale per fornire una componente soul ad alcuni brani. Altro contributo degno di nota è Richard Bailey, batterista e sperimentatore di ritmi jazz funk e di tempi composti.

La collaborazione Beck-Depp

A giugno 2022 Jeff aveva iniziato a collaborare con Johnny Depp. A seguito della vittoria legale con la ex moglie dell’attore, Amber Heard, i due amici avevano inciso un album, 18. Johnny e Jeff si erano conosciuti nel 2016 e da lì iniziò una solida e sincera amicizia. Proprio lo scorso giugno Depp si era unito al chitarrista sul palco del The Sage di Gateshead (Inghilterra). Quel concerto è diventato simbolico, sia per il senso di liberazione dallo stress della causa per l’attore, sia come dimostrazione dell’enorme affetto che provavano l’uno per l’altro.

Numerose sono le collaborazioni del Gigante della Chitarra con artisti di altissimo livello, ricordiamo una delle ultime con Ozzy Osbourne nel brano Patient Number 9 incluso nell’ultimo album di Ozzy, Patient Number 9 (2022).

profilo Facebook: Jeff Beck

Top 10 di Jeff Beck

Ecco le sue canzoni più amate secondo…Rolling Stone.

1. Heart full of Soul – The Yardbirds (1965)

Si tratta del primo singolo degli Yardbirds dopo che Jeff Beck ha sostituito Eric Clapton come chitarrista solista. Rilasciato solo tre mesi dopo For Your Love, Heart Full of Soul ha raggiunto la Top 10 delle classifiche dei singoli nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in molti altri paesi.

Gli Yardbirds registrarono per la prima volta la canzone con un suonatore di sitar indiano che eseguiva le figure strumentali distintive.

2. Jeff’s Boogie – The Yardbirds (1966)

Jeff’s Boogie è un brano rockabilly con forti incursioni nel mondo country, nello stile fraseggio e nella scelta del suono della chitarra.

3. Stroll On – The Yardbirds (1966)

Stroll On è un pezzo psichedelico, tipico della British Invasion, è presente anche nel film Blow Up di Michelangelo Antonioni (1966).

4. Beck’s Bolero (1967)

Beck’s Bolero è un brano sperimentale, forse uno dei più iconici di Jeff Beck. Mescola il ritmo classico del Bolero con la chitarra elettrica quasi fusion.

5. I Ain’t Superstitious (1968)

Si tratta di una cover. Scritta da Willie Dixon e registrata per la prima volta da Howlin Wolf nel 1961 è stata riadattata e cantata da Rod Stewart in un momento in cui tutte le grandi band inglesi pescavano dal repertorio blues.

6. Cause We’ve Ended as Lovers (1975)

Cause we’ve ended as lovers è una ballata strumentale in cui Jeff esprime tutta la sua abilità nel trasformare la chitarra in uno strumento che imita la voce umana. Si tratta di uno dei suoi più grandi successi dell’album Truth (1969).

7. Blue Wind (1976)

Blue Wind, inclusa nell’album Wired, ha dimostrato la grandezza di Beck nella musica fusion. “Canzone movimentata, dura e furiosa” come l’ha definita Rolling Stone.

8. You Shook Me (1968)

Anche questo è un brano blues scritto da Dixon, riadattato dal JBG. Negli stessi anni ne usciva una versione simile suonata dai Led Zeppelin e dall’ex collega di band, Jimmy Page.

9. Superstition (1973)

Di Stevie Wonder, questa versione mostra come Jeff si sa muovere anche su generi abbastanza diversi dal rock puro, con un assolo molto funky.

10. People Get Ready (1985)

Jeff Beck e Rod Stewart si ritrovano dopo anni per questo singolo presente nell’album Flash di Beck. Inoltre è stato un successone commerciale. In questa versione canta Joss Stone.

di Sara Dell’Infante

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