Piazza Duomo, tra pochi mesi le impalcature saranno solo un ricordo

RESTAURO A CURA DELLA FABBRICERIA QUASI TERMINATO

incendio duomoManca poco. Dopo quasi sei anni dal ‘colpo di fulmine’ al campanile del Duomo di Parma, i lavori di restauro stanno per essere ultimati e, al massimo entro maggio, le impalcature diventeranno solo un lontano ricordo in una delle piazze più belle della città.

SEI ANNI FA – È il 22 ottobre del 2009 quando un fulmine raggiunge nella notte l’Angelo d’Oro del Duomo di Parma, con un boato che viene avvertito in gran parte della città e l’orologio del campanile che si ferma nell’attimo del colpo: 2:29. Un principio d’incendio viene domato dai vigili del fuoco, ma alcuni danni sono inevitabili. Le lastre di rame della cuspide sono rovinate e le fiamme arrivano a bruciare i sostegni di legno tra la protezione di rame e la muratura medievale. Tuttavia, il vescovo Enrico Solmi sostiene che si tratti di un miracolo: la distruzione della cattedrale romanica è stata evitata grazie alla croce tenuta in mano dall’Angel d’Oro che ha fatto da parafulmine. Da allora le impalcature ricoprono il campanile, ma in questi mesi i lavori, finalmente, dovrebbero essere ultimati.

LA SITUAZIONE ATTUALE – Si tratta di completare la base delle quattro facciate del campanile, mentre per la facciata nord i lavori proseguiranno per almeno due anni ancora. Il campanile dovrebbe essere ultimato, quindi, entro l’arrivo dell’estate. Responsabile delle operazioni è la Fabbriceria di Parma col presidente onorario, l’ingegnere Gualtiero Savazzini, che dichiara: “Si pensa di ultimare i lavori entro aprile o maggio e poi smontare i ponteggi. Adesso non si può lavorare a causa del freddo. Visto che non sono lavori murari ma di restauro e non si può intervenire con temperature inferiori ai 10 gradi”.
La riparazione della cuspide del campanile ha comportato la ricostruzione della balaustra e di una parte di muratura che era stata rovinata un po’ dal caldo dell’incendio e un po’ dal tempo. Si è trattato di un lavoro impegnativo perché “non sembra, ma la cuspide è alta più di 14 metri. È alta più del Palazzo Vescovile” spiega ancora Savazzini. Dopo la riparazione terminata alla fine del 2011 sono iniziati, invece, i lavori per il restauro delle facciate del campanile. “Cogliendo l’occasione della costruzione del ponteggio, abbiamo potuto studiare la situazione delle quattro facciate e abbiamo proceduto con il restauro delle parti in arenaria, che naturalmente si sfaldano con il tempo” continua l’ingegnere Savazzini.

campanile.restauro.artFINANZIAMENTI- Grazie agli attenti esami fatti alle facciate del campanile, mentre si procedeva al restauro della cuspide, è stato possibile anche pianificare i lavori nel dettaglio, senza sorprese. Tutto, infatti, è proceduto come previsto e non ci sono stati rallentamenti per motivi tecnici od economici. “Questi sono ponteggi molto costosi e per nostra fortuna sono di proprietà della Fabbriceria e non abbiamo dovuto chiederli a noleggio, altrimenti sarebbe servita una cifra imponente. Anzi -ironizza Savazzini-, c’era da vendere il Duomo e il Battistero”.

I finanziamenti per il restauro della facciata nord sono stati devoluti dall’8 per Mille e ammontano a 428 mila euro circa, mentre per la cuspide c’è stata per fortuna la copertura assicurativa della Cattolica Assicurazioni con un importo di 400 mila euro circa. Le quattro facciate del campanile, invece, hanno ricevuto un finanziamento da parte della Fondazione Cariparma di 320 mila euro e i restanti 320 mila si stanno raccogliendo da varie fonti come la Diocesi di Parma. Alcune entrate sono state raccolte con la vendita di piccole lastre di rame forgiate con il sigillo della Fabbriceria provenienti dalla copertura di rinascimentale che era stata rovinata dal tempo e dall’incendio del 2009. Inoltre, anche la multinazionale Farmaceutica Chiesi e altre hanno donato alla causa.

Vi è stata, infine, la pubblicazione di un libro sui danni dell’incendio che ha apportato altri fondi con la sua vendita. “Dal 1980 al 2010 abbiamo avuto la fortuna di avere molti finanziamenti da banche, privati e dallo Stato. Questo -conclude Savazzini- ci ha permesso di fare un buon lavoro infatti in 30 o 40 anni sono stati spesi più di 6 miliardi di euro per il mantenimento delle strutture”.

angel d'oro duomoL’ANGEL D’ORO- La statua presente sulla sommità del campanile aveva riportato dei danni dall’incendio provocato dal fulmine del 2009: l’angelo tiene in mano una croce e questa, per il caldo, si è deformata. Fortunatamente si trattava di una copia, in quanto l’originale viene tenuto dal 1951 nel Museo vescovile di Parma. Approfittando della situazione si sono attuate ulteriori migliorie e restauri oltre alla riparazione dei danni dell’incendio; si è infatti sostituito il cuscinetto e il meccanismo di metallo posti alla base dell’angelo che permettono la rotazione di questo in base al vento.

STORIA- Il Duomo di Parma, vero e proprio capolavoro architettonico del Medioevo, è costruito in stile romanico. La cattedrale odierna risale al progetto di ricostruzione voluto da Onorio II (antipapa del 1061) e terminato nel 1074. Il Duomo ha vissuto tre epoche di costruzione e ricostruzione. La prima risale al IV-V secolo. Poi, tra il ‘400 e il ‘500 sono state edificate le cappelle laterali e i dipinti alla cupola del Correggio e in quest’ultimo secolo, i lavori che vediamo tutt’ora.

LA FABBRICERIA- La Fabbriceria è l’organismo che fin dal Medioevo si occupa dell’amministrazione e della manutenzione della Cattedrale e fu costituita nei primi decenni del dodicesimo secolo. Il Trattato Lateranense del 1929 portò a sette il numero dei fabbriceri. Oggi, i fabbriceri, sono nominati dal Ministro degli Interni su proposta del Prefetto della città, sentito il Vescovo cui spetta la designazione di due fabbriceri. Il loro incarico è triennale e ad essi è affidata la Fabbrica della Cattedrale, testimone della vita della città e della Diocesi.

 

di Arianna Belloli, Paola Cavallo, Federica Russo

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