Pensare ai diritti dalla parte delle donne: la riscoperta di Olympe de Gouges

Storia del pensiero politico, disparità di genere e attualità si combinano nel seminario “Pensare ai diritti da parte delle donne: Olympe de Gouges” tenuto dalla professoressa Raffaella Gherardi e organizzato dal professor Fausto Pagnotta dell'Università di Parma

Olympe de Gouges, pioniera e paladina dei diritti delle donne già nella seconda metà del diciottesimo secolo, durante la Rivoluzione francese, è stata la protagonista della lezione-seminario “Pensare ai diritti dalla parte delle donne” all’Università di Parma, tenuta dalla professoressa Raffaella Gherardi, docente di Diritti umani e istituzioni politiche presso l’Università degli studi di Bologna. L’incontro parte dal volume da lei curato intitolato “La politica e gli Stati: problemi e figure del pensiero occidentale” (terza edizione, Carocci 2022).

Il seminario è organizzato e trova posto all’interno della prima lezione dell’insegnamento in Storia delle donne nel pensiero politico del professor Fausto Pagnotta, docente a contratto dell’Università di Parma, nell’ambito del Corso di Laurea in Scienze politiche e delle relazioni internazionali del Dipartimento di Giurisprudenza, Studi Politici e Internazionali.

Il seminario ha il patrocinio del Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Parma, dal Circolo Culturale Il Borgo e dall’Associazione Festa Internazionale della Storia di Parma.

Prima dell’inizio della lezione è intervenuta l’assessora ai Servizi educativi e alle pari opportunità del Comune di Parma Caterina Bonetti per indicare e ricordare l’impegno della Giunta in tema di parità dei diritti.

Il meritato spazio del pensiero politico delle donne

La politica degli Stati- a cura di Raffaella Gherardi

Gherardi spiega che episodi come quelli accaduti in Afghanistan nel 2021 e più recentemente in Iran ma anche avvenimenti più vicini a noi come il Sofà gate (tra la Von der Leyer ed Erdogan), l’uscita dalla convenzione di Istanbul della Turchia e lo scetticismo mostrato da parte di Ungheria e Polonia sul documento contro la violenza di genere “sono dei campanelli d’allarme da tenere d’occhio: donne e uomini, che viviamo in questo inizio del terzo decennio del nuovo millennio, non possiamo sentirci che profondamente sotto scacco quando ancora oggi, in tante parti del mondo, delle volte all’interno di insospettabili cornici in Occidente, vi è un’estrema difficoltà nell’ottenere dei diritti e una spaventosa facilità di perderli“.

Risulta evidente che questi problemi siano anche frutto della ghettizzazione e della sottovalutazione del pensiero politico delle donne e come ciò abbia spinto la Professoressa Gherardi a creare una nuova edizione del manuale in cui viene dato ampio spazio alle donne tra i grandi classici del pensiero politico.

In Italia, rispetto ai paesi anglofoni, gli studenti apprendono pochissime nozioni riguardo al pensiero politico femminile durante il loro percorso di formazione, come evidenziato dal professor Pagnotta: “C’è ancora tanto da fare, tanto da riscoprire. Questo volume ha il merito di aver focalizzato l’attenzione su autrici di cui i nostri studenti non sono assolutamente a conoscenza perché nel percorso scolastico non vengono trattate.  Un’inspiegabile amputazione a livello di genere che ha creato un vulnus che deve essere colmato, quindi ben venga che questo inizi ad essere fatto attraverso questo volume”.

Il volume curato dalla professoressa ha l’intento di interrogare il passato per rispondere alle domande del presente e, inoltre, può essere considerato il punto di partenza per invertire questa tendenza e dare la giusta e meritata importanza al pensiero politico delle donne.

Un’ulteriore passo in avanti è segnato dall’insegnamento Storia delle donne nel pensiero politico, tenuto all’Unversità di Parma. Insegnamenti così specifici ed approfonditi che focalizzano l’attenzione sulle figure femminili nel pensiero politico non sono diffusi. L’erogazione di questo corso dimostra così la continua ricerca di innovazione e attenzione ai diritti di genere dell’Ateneo che cerca di formare ed informare i suoi studenti sulle tematiche accademiche e non.

Olympe de Gouges: una femminista ante litteram

Durante il seminario si parla dell’impegno politico della de Gouges durante la Rivoluzione francese e della sua opera di maggiore importanza: La Dichiarazione dei diritti delle donne e delle cittadine del 1791, in cui rivendica l’assoluta uguaglianza politica e giuridica delle donne.

Il testo della de Gouges rappresenta una sorta di risposta e di ampliamento del testo simbolo della rivoluzione, La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 rivolta solo agli individui di sesso maschile, bianchi e proprietari. Ad essi la de Gouges indirizza il preambolo della sua opera domandandogli chi gli ha concesso la supremazia che esercitano sulle donne. Invece, alle donne stesse, si rivolge nella postfazione in cui le invita a ribellarsi alla soppressione dei nuovi rivoluzionari.

Le due Dichiarazioni vengono analizzate mettendo a confronto alcuni degli articoli e messe in evidenza le aggiunte apportate dalla de Gouges: ad esempio l’articolo 3 riguardante il concetto di Nazione originariamente riporta “Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione. Nessun corpo, nessun individuo può esercitare un’autorità che da essa non emani espressamente”; mentre l’articolo 3 della Dichiarazione dei diritti delle donne e delle cittadine recita “Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione, la quale non è altro che l’unione della Donna e dell’Uomo: nessun corpo e nessun individuo può esercitare autorità che non provenga espressamente da loro”. Ed ancora, nell’articolo 13 la de Gouges pretende che le donne possano svolgere qualsiasi mansione lavorativa, anche quelle che necessitano l’uso della forza o cariche istituzionali.

Significative le modifiche riguardanti l’articolo 16, che, nella Dichiarazione del ‘89, riporta “Ogni società in cui la garanzia dei diritti non è assicurata, né la separazione dei poteri stabilita, non ha una costituzione” mentre in quella della de Gouges recita “Ogni società in cui la garanzia dei diritti non è assicurata e non sia determinata la separazione dei poteri, è priva di una Costituzione; la Costituzione è nulla se la maggioranza degli individui che compongono la Nazione non ha cooperato alla sua redazione”.

Infine, assume un’estrema importanza la modifica apportata nel articolo 4 che nella Costituzione della de Gouges recita: “La libertà e la giustizia consistono nel restituire tutto quello che appartiene agli altri; così l’esercizio dei diritti naturali della donna ha come limiti solo la tirannia perpetua che l’uomo le oppone; questi limiti devono essere riformati dalle leggi della natura e della ragione“. In questo articolo viene messa in luce necessità di “garantire una serie di interventi sociali che reggano e che facciano sì che le donne possano poi effettivamente arrivare a fruire di questi diritti” commenta Gherardi.

Le modifiche, che in alcuni casi si limitano all’aggiungere la parola “donna” al testo originale, cambiano radicalmente la prospettiva della dichiarazione del 1789 e la estendono a tutti i cittadini e le cittadine francesi, facendo della inclusività e della parità di diritti i requisiti fondamentali della costituzione stessa. Inoltre, mettono in mostra una lettura estremamente innovativa riguardante il tema di chi è titolare dei diritti, quali sono i recinti all’interno dei quali si scrivono i diritti umani.

Un ideale costatole la vita

La de Gouges, scrittrice di professione, oltre alla stesura della Dichiarazione dei diritti delle donne e delle cittadine, ha dedicato la maggior parte delle sue opere alle questioni sociali, sostenendo riforme radicali e battendosi costantemente per il riconoscimento del principio di uguaglianza.

Partecipa attivamente alla Rivoluzione francese, o meglio alla prima parte della stessa, infatti, con l’ascesa del giacobinismo si schiera contro l’oscurantismo dei nuovi rivoluzionari e per questo motivo viene fatta condannare a morte da Robespierre nel 1793, al patibolo fu anche rinnegata dal figlio, costretto a farlo per proseguire la carriera militare.

Purtroppo, questa non è stata l’unica condanna subita dalla de Gouges, infatti, per molti anni non si è creduto alla possibilità che le sue opere venissero effettivamente scritte da lei. “Nel 1989, anno del bicentenario della Rivoluzione francese, Olympe de Gouges è ancora una perfetta sconosciuta” afferma la Gherardi.

Solo grazie ad una riabilitazione culturale avvenuta a fine degli anni Ottanta del Novecento, ora la de Gouges ha l’importanza che si merita e viene studiata nei manuali di storia delle idee politiche per i suoi ideali innovativi e avanguardistici.

La lectio è fruibile sulla piattaforma YouTube, nel canale ufficiale dell’Università degli studi di Parma e sul canale Sentieri del pensiero politico-Fausto Pagnotta: https://youtu.be/XLEtnf9WYVQ

di Matteo Obinu

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