Accademia Verdiana: da sei anni orgoglio di Parma e del suo Teatro Regio

Il Corso di Alto perfezionamento in repertorio verdiano attira ogni anno centinaia di persone da tutto il mondo. Intervista al nuovo direttore didattico Francesco Izzo per scoprire di più su lezioni e studenti

Foto di Teatro Regio Parma

L’Accademia Verdiana è un corso di perfezionamento rivolto a tutti quei cantanti lirici che desiderano specializzarsi nel repertorio verdiano. E’ stata istituita dalla Fondazione Teatro Regio di Parma e inaugurata nel 2016. Questo è dunque il suo sesto anno e i dodici giovani artisti vincitori delle selezioni del 2023 si preparano ad intraprendere un percorso che terminerà ad ottobre.

L’Accademia Verdiana rappresenta il fiore all’occhiello di una città per cui Giuseppe Verdi con la sua musica costituisce una colonna portante. Grazie al Regio, Verdi torna tra il pubblico che ancora ama il teatro d’opera e il canto lirico. Il colore delle tonalità vocali libera la bellezza di Parma, resa viva dal suono della tradizione, il cui valore continua ad essere trasmesso per un avvenire in divenire.

La didattica che va anche oltre al maestro Verdi

Francesco Izzo, docente di musicologia all’Università di Southampton (Londra), ha un legame stretto con il Teatro Regio di Parma, il Festival Verdi e l’Accademia Verdiana. Presso quest’ultima ha infatti prestato in passato l’attività di docente e da quest’anno è il direttore didattico.

I dodici giovani artisti che hanno superato l’8 febbraio scorso le selezioni intraprenderanno, spiega il professore, “un percorso di formazione con il contributo di molti docenti di varie discipline”. Dal 20 febbraio studieranno chiaramente canto, grazie ai docenti con i quali lavoreranno sulla tecnica vocale. Ma secondo il direttore didattico per diventare cantanti d’opera oggi non basta saper cantare o avere una bella voce, “serve anche avere una preparazione musicale molto approfondita e una cultura del canto verdiano”.

Francesco Izzo

Importante è inoltre saper stare in scena, quindi l’Accademia propone anche lezioni incentrate sulla messinscena, sulla regia, sulla recitazione e sulla postura in scena. Tra i docenti ci sono anche direttori d’orchestra, perché “un cantante deve sapere come si interagisce con loro durante un’esibizione” precisa Izzo.

Ad arricchire il percorso di formazione sono presenti anche musicologi che insegnano agli allievi come nasce un’opera e come si scrive un libretto.

Si tratta quindi di un percorso didattico di ampio respiro, che ha come principale obiettivo quello di allargare i propri orizzonti sia dal punto di vista tecnico che musicale. Infatti, sebbene gli allievi si concentrino maggiormente sul maestro Giuseppe Verdi, studiano anche le sue radici culturali e musicali, il melodramma italiano del primo ‘800. Si tratta di un percorso di approfondimento, ma anche di un percorso di arricchimento su molti livelli.

“Cerchiamo di esporre i nostri studenti anche alla musica dei predecessori di Verdi, – continua Izzo – quindi tutti i compositori del primo ‘800 italiano (Rossini, Bellini, Donizetti) e addirittura del tardo ‘700 (Mozart e altri autori), perché è impossibile cantare bene Verdi se non si conoscono gli autori che vengono prima di lui”.

Le selezioni all’Accademia Verdiana: candidature da tutto il mondo

Ogni anno si presentano tantissimi candidati, quest’anno sono stati oltre 90, ma il processo di selezione per partecipare è limitato e per il 2023 sono stati individuati dodici artisti che potranno entrare in Accademia. È un processo complesso, sia per i ragazzi stessi che affrontano la sfida, sia per i membri della commissione che devono attuare una severa scrematura. “Ovviamente c’erano tanti con ottime capacità, ma è un mondo molto selettivo questo, molto difficile. – precisa il direttore – Cerchiamo di offrire tutto il sostegno possibile e, sicuramente, anche per chi non è stato ammesso c’è chi poi andrà avanti nella sua carriera”.

Non si è cercata la presenza di un requisito in particolare perché, secondo il professore, “ciascun artista è unico: c’è chi magari ha doti vocali, chi è straordinario dal punto di vista dello strumento fisico, c’è invece chi dimostra particolare maturità musicale e c’è chi ha un tipo di voce particolarmente adatto per interagire con gli altri allievi dell’Accademia”.

Sono state fatte quindi tante considerazioni dalla commissione che, spiega Izzo, alla fine ha “individuato i migliori elementi sia dal punto di vista individuale che come parte di un gruppo, perché i dodici formano una piccola comunità che deve funzionare con una certa sinergia”.

Ma come funzionano le selezioni? Dal punto di vista procedurale, la commissione ascolta tutti i candidati nei primi due giorni delle selezioni. Ciascun candidato si presenta con cinque arie verdiane e ne cantano una a loro scelta. “Talvolta gli facciamo una piccola domanda, gli chiediamo di esibire un certo passaggio, concentrandoci su una certa caratteristica tecnica o difficoltà del brano in questione”.

Poi la commissione seleziona un numero ridotto di allievi per la finale (quest’anno erano ventidue) a cui chiede, tra le quattro che non hanno cantato, un’altra aria. Poi la commissione chiede a ciascun candidato la motivazione che lo spinge a voler fare parte di questa Accademia. Tra i requisiti per accedere al corso sicuramente l’esperienza è un aspetto importante da considerare, ma “non è decisiva. Noi investiamo sulla potenzialità”.

L’Accademia Verdiana è aperta ad artisti che hanno già cantato in teatro o hanno preso parte a importanti produzioni, ma è aperta anche ai giovani che hanno appena finito il Conservatorio e che quindi hanno un’esperienza limitata. “Alla fine le selezioni si basano su quello che noi sentiamo e per la commissione quello che sanno fare è la cosa primaria. È un livello molto alto in genere e ovviamente per questa Accademia andare a scegliere chi partecipa è difficile”, ripete il professore Izzo. I selezionati vengono poi annunciati sul sito web del Teatro Regio di Parma.

La commissione è stata ques’anno composta da sette professionisti. Una commissione abbastanza variegata, non composta tutta da soli cantanti o musicologi. L’esito delle selezioni è stata quindi la somma di varie prospettive ed esperienze. In questo modo è venuto fuori un parere il più possibile equilibrato. La commissione è stata costituita quest’anno da Cristiano Sandri, che era il direttore della programmazione artistica del Teatro Regio fino a poco tempo fa, e adesso è il direttore artistico del Teatro Regio di Torino. A presiedere la commissione è stato il Direttore didattico dell’Accademia Francesco Izzo. A far parte della commissione vi erano anche i rappresentanti dei partner istituzionali l’Accademia di Osimo e la Scuola di Musica di Fiesole, rispettivamente da Vincenzo De Vivo e Damiana Pinti, protagonisti di docenze più avanti. Inoltre, in commissione vi era anche Barbara Frittoli, soprano estremamente affermata, di fama internazionale, da sempre docente dell’Accademia; Annalisa Stroppa, mezzo soprano di altissima levatura che ha cantato all’ultimo Festival Verdi, “che sicuramente ci onorerà di una sua docenza quest’anno”, e Giannina Seccia che invece è una figura interna al Teatro Regio, “la cui presenza era anche per un discorso di risorse umane, oltre che per competenze teatrali e artistiche.”

Tra gli aspiranti allievi dell’Accademia ci sono sempre tanti candidati italiani, ma anche tantissimi candidati che vengono da tutto il mondo, “da vari paesi asiatici in particolare – racconta Izzo – Cina, Giappone, Corea del sud, dall’Europa dell’est e quindi Russia, Estonia, Moldavia, Georgia e dall’America Latina.” È insomma un panorama variegato, “un motivo di orgoglio per il Teatro Regio e per Parma per riuscire ad esercitare questo tipo di attrattiva per chi viene da lontano”.

Foto di La Repubblica Parma

Attestato finale e sbocchi professionali

La frequenza è obbligatoria e a chi completa l’Accademia Verdiana viene rilasciato un attestato di partecipazione. Gli allievi non devono sostenere un esame finale, perché “l’esame è ogni giorno di ogni mese, – spiega Izzo – è un programma molto impegnativo, un lavoro a tempo pieno per tutti i partecipanti e quindi è il completamento dell’Accademia che viene riconosciuto”.

L’Accademia rappresenta un trampolino di lancio per i giovani artisti, con l’augurio che possano arrivare ad avere una buona carriera. “Chiaramente siamo un’Accademia del Teatro Regio e la nostra ambizione inizialmente è proprio di coinvolgere i nostri allievi alle attività del Teatro Regio, quindi al Festival Verdi, o nelle opere in programma con partecipazione a concerti, iniziative ed eventi organizzati specificamente per mettere in luce gli allievi dell’Accademia”. L’obiettivo è quello di farli migliorare sul piano artistico, sperando che tutto questo porti a facilitare la loro carriera.

Vedere che gli allievi spesso fanno carriere anche importanti è motivo di grande soddisfazione. Tra le allieve più famose ci sono “Alessia Panza, che ha vinto il concorso con Luisa Miller, e Fan Zhou che è entrata all’Accademia del Teatro alla Scala. Questo ci dice che l’Accademia funziona, formiamo veri artisti” conclude Izzo che ci tiene a specificare che “si tratta di un corso di formazione professionale, non siamo un’agenzia, però possiamo dare l’opportunità di farli esibire” e rendere quindi visibile il bagaglio di conoscenze ed esperienze acquisito.

Riguardo ai dodici partecipanti all’edizione di quest’anno non sappiamo ancora nulla ma “sono di certo motivati”, riconosce il professore. Sarà tutta da vedere, o meglio da sentire.

di Fabiola Veca

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*