Roy Lichtenstein. Variazioni Pop in mostra a Palazzo Tarasconi

In occasione del centenario della nascita dell’artista una mostra a Parma dedicata all'America e alla Pop Art

Nel centro storico di Parma, a Palazzo Tarasconi, inaugura l’anno dedicato all’America e alla Pop Art con una mostra ad uno dei suoi esponenti di rilievo: Roy Lichtenstein. In occasione del centenario della nascita dell’artista, gli spazi del palazzo si colorano grazie all’esposizione di più di 50 opere appartenenti a prestigiose collezioni europee e americane.

Lichtenstein, originario di New York, inizia la sua carriera artistica nel 1948 come litografo e sperimenta la xilografia ma è ricordato soprattutto per le famose grafiche realizzate dopo il 1960. Nel pieno della corrente della Pop Art, il suo lavoro si focalizza sulla sperimentazione delle tecniche di riproducibilità tecnica accostate alla pittura, fotografia e materiali extrapittorici come plastica e tessuto. Impossibile non ricordare i Ben Day dots, tipici dei fumetti, riprodotti minuziosamente nei suoi quadri.

Lichtenstein si fa, infatti, portatore della cultura del tempo -pervasa dal potere delle immagini e votata alla serializzazione- tramite la sua arte. Qualunque sia il soggetto trattato, le opere di Lichtenstein sono caratterizzate dall’immaginario popolare americano e dalla fascinazione per la riproduzione meccanica.

La mostra, curata da Gianni Mercurio, ripercorre l’intera carriera dell’artista seguendo un andamento cronologico a cui si fa coincidere uno sviluppo tematico.

Fumetti

La prima sezione dell’esposizione è dedicata ai fumetti. Fra le prime opere grafiche di Lichtenstein abbiamo delle stampe in cui la qualità delle immagini e il colore erano volutamente imperfetti, tali da evocare la mediocre origine tipografica. Tra i soggetti di questa sezione spicca il riferimento a quelli tipici dei fumetti, guerra e azione ma anche temi amorosi. In tali opere la figura della donna rispecchia gli ideali pop, dipinta sempre sognante o inquietata.

A separare questa prima sezione dalla seconda, dedicata alle nature morte, vi sono due grandi striscioni in feltro, Pistol e Thunderbolt, su cui sono rappresentate ancora immagini ispirate ai fumetti: una pistola e un fulmine.

Still life

La natura morta secondo Lichtenstein è pervasa dal colore e dalle forme geometriche. In questa sezione possiamo ammirare anche quadri che ridiscutono le opere dei grandi maestri, da Picasso a Mondrian, da cui l’artista prese ispirazione.

Landscape

I primi “landscapes” sono realizzati nel 1964 e si rifanno a immagini realizzate da altri artisti piuttosto che alla natura stessa perché l’obiettivo di Lichtenstein non era riprodurre la realtà, ma l’immagine che di questa davano gli sfondi dei fumetti. È proprio in questa serie che ritroviamo altre sperimentazioni con materiali extrapittorici: gli sfondi sono realizzati con il Rowlux, un foglio di plastica lenticolare con la superficie ondulata che suggerisce un’idea di movimento all’osservatore sempre diversa a seconda della sua angolatura.

Interiors

Interiors ha come tema la visione dell’oggetto per Lichtenstein, che in questa sezione lavora sulla percezione visiva dello spazio in pittura con uno stile che richiama l’architettura modernista. Inoltre, c’è un lavoro di autoreferenzialità: ciò che cattura l’attenzione in queste opere sono proprio i quadri che vi appaiono, che riproducono precedenti lavori dello stesso Lichtenstein.

Reflections

Roy, da sempre affascinato dall’idea del riflesso, rappresenta questo effetto nelle sue opere realizzando puntini di diverse dimensioni e linee di diverso spessore. In queste opere torna anche l’uso del Rowlux, di cui si sfrutta la complessa interazione delle molte sfaccettature di luce. In questa serie si combina la composizione di quadri precedenti a motivi che simulano l’effetto dei riflessi.

Nudes

L’ultima serie esposta viene dedicata ai nudi, arrivata più tardi (1994-1995) rispetto alle altre serie, in cui la figura della donna è funzionale ad una narrazione: ragazze ritratte nella sfera intima, molto distanti da quelle sorridenti protagoniste delle prime opere. La novità tecnica è invece introdotta dall’uso del computer per la composizione e per le diverse gradazioni dei puntini.

Accanto a questa serie troviamo un’unica, ultima, opera dedicata alla musica, a cui l’artista era appassionato. Le note musicali ritratte nel quadro “The Artist’s Studio, The Dance” sottolineano l’importanza della musica nella sua vita.

Sarà possibile visitare la mostra tutti i giorni dal martedì alla domenica presso Palazzo Tarasconi (Via Farini,37) dalle 10.00 alle 19.30, fino al 18 giugno 2023.

di Pradama Caputo

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*