La Walt Disney spegne 100 candeline

Dal 1923 la mente brillante di Walt Disney sforna idee rivoluzionarie e controverse in grado di far emozionare piccoli e grandi

Walt Disney (fonte: D23.com)

Walt Elias Disney – questo il nome completo – nasce a Chicago il 5 dicembre 1901. Durante la giovinezza, ricercando una propria indipendenza economica, Walt svolge diversi lavori grezzi e spesso fallimentari: da un’attività di gelateria (la O’Zell Company) alla creazione di brevi spot pubblicitari a soli 40 dollari a settimana fino alla breve carriera nel cinema hollywoodiano. Trasformando il proprio garage come studio, Walt cominciò a lavorare al suo primo grande progetto Alice in wonderland, il quale nonostante fosse ancora una bozza piacque a una famosa casa distributiva di film, la California M. J. Winkler, che fiduciosa nel progetto – e in Walt – stanziò 1500 dollari. Le cose incominciano a ingranare dunque, ma visti i tentativi falliti alle spalle, Walt decise di farsi aiutare dal fratello Roy. Insieme fondarono la Disney Brother Studio nel 1923. Due anni più tardi Alice nel paese delle meraviglie ebbe uno straordinario successo e si cominciò subito a lavorare a un altro progetto: Oswald il coniglio fortunato. Il nuovo socio, Charlie Mintz, fece però il doppio gioco, staccandosi dalla società insieme a parte dello staff e incominciando a lavorare con Universal Pictures, la quale deteneva i diritti del personaggio.

Rimboccatosi le mani, il giovane Walt Disney inventò un nuovo personaggio che inizialmente doveva chiamarsi Mortimer, ma su consiglio della moglie, Lilly, si chiamò Topolino.
Ora tutti noi conosciamo l’enorme successo di questo personaggio, ma produrre Mickey Mouse non fu affatto facile, perché la concorrenza era davvero agguerrita, ma Walt Disney riuscì ad avere l’idea geniale e a giocare in anticipo rispetto alle compagnie concorrenti: sincronizzare il sonoro con la pellicola per la prima volta nella storia dei cartoons. Il 18 novembre 1928 il mondo scopre Mickey Mouse, a cui poi si aggiungeranno altri simpatici personaggi: Pluto, Paperino e Pippo.


Nel 1933 i laboratori dei fratelli Disney sfornano un nuovo capolavoro: I tre porcellini (qui il video). Questo cartone rappresenta lo sviluppo tecnico di quegli anni, proponendo caratteristiche stilistiche nuove come la profondità (attraverso la multiplane camera) e la qualità dei disegni nettamente più alta rispetto alla media dei cartoni degli anni Trenta.

Non accontentandosi, Walt inizia a esplorare il mondo dei lungometraggi, nonostante la disapprovazione dei soci e del fratello Roy in quanto si trattava di una scelta molto dispendiosa, ma Walt è inarrestabile e in pochi anni produce diversi capolavori, di cui il primo è Biancaneve nel 1937, seguito da Pinocchio, Fantasia con cui si raggiunge la miglior sincronizzazione tra sono e video e Bambi che propone per la prima volta il realismo su una pellicola.

Biancaneve e i sette nani (fonte: biccy.it)

Al contrario però delle favole e delle fiabe, la vita reale non è tutta rosa e fiori, e i problemi sono sempre in agguato. Il primo periodo di crisi si ebbe durante la realizzazione degli ultimi tre progetti, quando la Disney venne accusata di sfruttamento dei dipendenti che, per tale motivo, entrarono in sciopero, mentre il secondo fu durate la Seconda guerra mondiale quando Walt fu costretto a inserire la propaganda americana all’interno dei suoi cartoni animati. Famoso è il Der Fuehrer’s Face dove Donald Duck si trova bloccato nella Germania nazista e alla fine il protagonista si scopre vittima di un incubo (quello del nazismo per l’appunto).

Der Fuehrer’s Face (1943) fonte: YouTube

La fine della guerra non conclude il periodo difficile per Walt che viene accusato di razzismo per gli spezzoni antisemiti de I tre porcellini e di conseguenza il suo studio cade in una profonda crisi economica. Nonostante questo, Walt non interrompe mai il proprio lavoro e avvia la produzione di Cenerentola.

Con lo sguardo sempre attento e rivolto al futuro, Walt Disney comincia a fantasticare su cosa avrebbe potuto lasciare ai posteri. Anche in questa occasione, l’immaginazione di Walt riesce a sorprenderci, cominciando a lavorare alla costruzione di un parco divertimento. Questo sogno diventa realtà nel 1955 ad Anaheim, periferia di Los Angeles, quando viene inaugurato il primo parco divertimenti a tema, chiamato Disneyland.

Disneyland di Los Angeles (fonte: viaggi-usa.it)

Gli anni successivi sono caratterizzati da altri titoli di successo: Lilly e il vagabondo (1955), La bella addormentata nel bosco (1959), La carica dei 101 (1961), La spada nella roccia (1963), Mary Poppins (1964) e molti altri.

Nel 1966 giungiamo al termine della fantastica e imprevedibile fiaba che fu la vita di Walt Disney, a seguito della diagnosi di un tumore ai polmoni che lo portò a spegnersi nel dicembre dello stesso anno.

La famiglia Disney si allarga

La Walt Disney Pictures ha stretto una fruttuosa collaborazione con la Pixar, una casa cinematografica in rampa di lancio e specializzata in animazione CGI (computer-generated imagery). Dal loro incontro il primo film realizzato fu Toy Story, nel 1995, il primo lungometraggio sviluppato interamente con le nuove tecnologie.

Toy Story (fonte: it.mashable.com)

La grande fortuna della Disney fu quella di riuscire a capire il vero potenziale di un’innovazione del genere e nel 2006 acquisto la Pixar per 7,4 miliardi di dollari, realizzando così due capolavori: Inside Out (2015) e Coco (2017).
Le altre due fusioni che hanno contribuito a far diventare la Disney un gigante del settore sono state prima quella con la Marvel Entertainment nel 2010 e poi con 20th Century Fox agli inizi del 2018.

La scelta del CEO (Chief Executive Officer, in italiano l’Amministratore Delegato) di Disney, Robert Iger, è quella di realizzare dei film in franchising. Ogni gruppo di lavoro – Disney Studio, Marvel, 20th Century Fox, Star Wars – elabora e sviluppa i propri progetti in maniera autonoma.

Disney+ (fonte: disney.it)

Per quanto riguarda le pellicole, esse convergono sulla piattaforma streaming Disney+ a cui è possibile accedere con un abbonamento a partire dal 2019 e in Italia dal 2020, invece il merchandising e i parchi a tema vengono gestiti in maniera delocalizzata e ogni reparto si occupa dell’intero processo creativo.
Per quanto riguarda quest’ultimi, dopo l’apertura del primo storico parco, Disney è riuscita a creare un vero e proprio impero, inaugurando altri cinque parchi:

  1. Walt Disney World, Florida (1971);
  2. Tokyo Disneyland, Giappone (1983);
  3. Disneyland Paris, Francia (1992);
  4. Hong Kong Disneyland, Cina (2005);
  5. Shanghai Disney Resort, Cina (2016);

Caccia agli Easter egg

La parola Easter egg non ha nulla a che vedere con la Pasqua, ma è un termine dell’informatica che indica un’immagine o una scritta che gli sviluppatori nascondono all’interno di un prodotto.
Ma come ha fatto la Disney ha inserire questa tradizione all’interno dei suoi film? Facciamo qualche passo indietro.


Gli Easter egg sono piuttosto diffusi all’interno del mondo dello spettacolo, di conseguenza non dev’essere stato difficile per il team creativo della Disney introdurre questi piccoli dettagli nelle scene dei film, considerando il vastissimo repertorio in loro possesso. Oggi conosciamo in modo particolare gli Easter egg realizzati dalla Pixar, ma sembrerebbe che abbia solamente preso spunto da una strategia già ben oliata e avviata della Disney. A dimostrazione di quanto detto in una videointervista per Corridor Crew, l’animatore Disney, Tom Bancroft, ha portato come esempio il primo film di Aladdin (1992): nella scena dove il Sultano impila i suoi giocattoli è possibile riconoscere alcuni volti noti del mondo Disney e precisamente del film La bella e la bestia. Secondo Bancroft, questo Ester egg non sarebbe stato pianificato, ma gli animatori lo avrebbero inserito senza l’approvazione del regista, in quanto all’epoca non esisteva il fermo immagine e di conseguenza nessuno l’avrebbe notato. Ma è stato proprio grazie a questo che ha avuto inizio la “febbre” per gli Easter Egg, diventando una vera e propria tradizione molto amata dal pubblico.

25 Easter egg della Disney fonte: YouTube

Si possono trovare richiami ai grandi classici (sia Disney che Pixar), cameo nascosti, nomi o piccoli dettagli sullo sfondo che possono essere individuati solo se si guarda il film con grande attenzione. Questo ha spinto i fan più fedeli a una serie infinita di rewatch per cercare di essere i primi a individuare gli Easter egg che non sono ancora stati trovati e, inoltre, ha spinto quelli più creativi a elaborare diverse teorie che mettono in correlazione mondi fantastici diversi. Ce ne sono per tutti i gusti: da Tarzan che si ipotizza essere il fratello di Anna e Elsa (del film Frozen – Il regno di ghiaccio), ad Aladdin ambientato non nel passato, ma piuttosto in un futuro post-apocalittico, fino ad arrivare a immaginare un multiverso (esatto, proprio come quelli della DC e della Marvel) in grado di mettere in dialogo le storie e le trame dei diversi film.

Non ci resta che guardali e farci stupire ancora una volta dalla bravura della Disney. Del resto riuscire a farci sognare ad occhi aperti era il vero intento di Disney.

di Maria Cristina Chierico

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*