Partigiani, resistenza e le Langhe: sessant’anni dalla morte di Fenoglio

Il 18 febbraio 2023 è stato il 60esimo anniversario della morte di Beppe Fenoglio: autore che meglio di tutti seppe raccontare la Resistenza

Beppe Fenoglio (Fonte: torinotoday.it)

Il 18 febbraio è stato il sessantesimo anniversario della morte dello scrittore piemontese Giuseppe (Beppe) Fenoglio, autore che seppe raccontare magistralmente le vicende della Seconda guerra mondiale, e in particolare della Resistenza, partendo dalle proprie esperienze personali.

Vita e carriera

Fenoglio nacque ad Alba il primo marzo 1922. Nella città natale frequentò poi il liceo-ginnasio, che gli permise di acquisire una buona conoscenza della narrativa inglese e della filosofia contemporanea.

Grazie agli studi liceali, nel 1940, si iscrisse alla facoltà di lettere dell’Università di Torino, che poté frequentare solo fino al 1943, quando fu chiamato alle armi e mandato a Roma per attendere a un corso per allievi ufficiali.

In seguito all’armistizio del 1943 ritornò nelle Langhe, dove si unì prima alla formazione partigiana di sinistra, le Brigate Garibaldi, per poi passare a quelle badogliane. Partecipò, quindi, nel 1945, alla vittoria degli antifascisti.

Proprio dall’esperienza partigiana derivano temi e ambientazioni che caratterizzano le sue storie, tra le quali spiccano i romanzi Primavera di bellezza, Una questione privata, Il partigiano Johnny e la raccolta di racconti I ventitré giorni della città di Alba.

Fonte: Resistenza, profilo Facebook

Purtroppo, ad eccezione de I ventitré giorni della città di Alba (1952), La malora (1954) e Primavera di bellezza (1956), tutte le altre opere uscirono postume.

Negli ultimi anni della sua vita Fenoglio iniziò ad imbastire numerosi abbozzi di romanzi e altri racconti ‘langaroli’, che sono stati raccolti, parzialmente, nel volume Un giorno di fuoco, pubblicato nel 1963.

Fenoglio si occupò anche di traduzioni, prevalentemente dall’inglese, la più celebre delle quali è La ballata del vecchio marinaio, di Coleridge; scrisse anche testi per il teatro e ne è un esempio la riduzione teatrale del romanzo Cime tempestose.

La carriera letteraria di Fenoglio si interruppe prematuramente a causa della sua morte, avvenuta il 18 febbraio 1963, a soli 40 anni.

I temi: guerra, partigiani e Langhe

Fenoglio è principalmente uno scrittore partigiano, che nei suoi romanzi racconta le vicissitudini di giovani protagonisti che sperimentano dolori, gioie e malcontenti sullo sfondo della Seconda guerra mondiale.

Ma l’obiettivo dell’autore non è solo raccontare delle esperienze partigiane: gli eventi accaduti riguardano tutti gli esseri umani e non solo chi li ha vissuti: per questo le storie di Fenoglio, ancora oggi, riguardano tutti noi.

Non è solo la storia della guerra in Italia e dei partigiani, è una storia di tutta l’umanità, che ancora oggi continua a verificarsi nel mondo.

Oltre alla guerra e alla Resistenza, tra le tematiche principali delle sue opere troviamo anche la vita nelle Langhe, che lo spinge spesso a scrivere storie che sono a metà tra testo scritto e racconto popolare.

La malora (Fonte: einaudi.it)

È proprio su questa linea che si colloca La malora (1954), romanzo che racconta le vicende di un povero contadino langarolo che osserva e racconta della miseria che colpisce la sua famiglia e nel quale l’autore coniuga magistralmente crudezza neorealista e un forte interesse per le radici familiari.

Ma le Langhe non sono solo uno sfondo, anzi, sono protagoniste di queste storie, descritte in alcuni passaggi come viventi e vive (“La città tremava come una creatura” scrive ne I ventitré giorni della città di Alba, quando i partigiani, sconfitti, sono costretti a fuggire dai fascisti, lasciando la città nelle loro mani).

A fondamento della sua opera vi è anche la tematica della gioventù perduta a causa di una guerra che spinge a pensare continuamente alla morte, ma è la stessa gioventù a permettere di imbracciare un fucile, di puntarlo e sparare al nemico; tematica presente ne I ventitré giorni della città di Alba (1952), composta da racconti che sono la più cruda, veritiera ed efficace rappresentazione della guerra civile che si è compiuta in Italia.

I ventitré giorni della città di Alba (Fonte: lafeltrinelli.it)

Sempre sullo sfondo della guerra civile italiana, Fenoglio scrive anche una storia d’amore e passione: Una questione privata (1963), in cui l’amore del protagonista, Milton, per una giovane donna, Fulvia, si trasforma in una passione folle e ossessiva nel momento in cui viene a sapere che la ragazza è innamorata del suo amico e compagno partigiano Giorgio Clerici; da qui la ‘questione privata’ del titolo.

Una questione privata (Fonte: ibs.it)

Il partigiano Johnny

Quella che probabilmente è l’opera più rappresentativa e, forse, più conosciuta di Fenoglio, è Il partigiano Johnny. Uscito postumo nel 1968, è questo romanzo ad attirare veramente l’attenzione del pubblico; ritrovato tra le carte dell’autore dopo la sua morte, era un ampio frammento, che probabilmente doveva costituire la seconda parte del romanzo Primavera di bellezza, uscito nel 1959 e nel quale il protagonista Johnny, dopo la formazione militare a Roma fugge a seguito dell’armistizio dell’8 settembre 1943, per unirsi ai ribelli nelle colline di Alba, ma viene ucciso quasi subito in combattimento.

Il partigiano Johnny (Fonte: einaudi.it)

Il partigiano Johnny, invece, espone la vicenda del protagonista tra i partigiani in modo molto più dettagliato, rispetto al romanzo del ’59, facendo anche ricorso a un linguaggio ricco di metafore e neologismi, e caratterizzato da uno stile sublime, che rende epico-tragica la narrazione della Resistenza.

Ma il romanzo riprende anche i racconti de I ventitré giorni della città di Alba: l’autore, qui, rielabora gli episodi già presentati in senso drammatico, cogliendo la costante presenza della morte dietro le imprese dei partigiani.

Un autore incompreso

Fenoglio non fu subito apprezzato dai suoi contemporanei, anzi fu spesso criticato per il suo modo di raccontare la guerra partigiana, poiché non parlava solo degli aspetti nobili che la caratterizzavano, ma anche di quelli più bassi compiuti nella quotidianità.

Tra i pochi che apprezzarono fin da subito le sue qualità di scrittore vi fu Italo Calvino, il quale affermava che Fenoglio aveva avuto il talento di descrivere la Resistenza proprio per quello che era stata: “La più selvaggi parata della storia moderna”.

Quello che la critica non riusciva a perdonare a Fenoglio era di non aver scritto di una Resistenza eroica, bensì di ragazzini ignoranti, che prendono le armi e vanno a combattere perché l’alternativa non li aggrada, che litigano fra di loro, che odiano e hanno paura, ma che alla fine riescono a vincere.

Centro studi di Letteratura, Storia, Arte e Cultura Beppe Fenoglio (Fonte: turismoinlanga.it)

Per apprezzare il talento di Fenoglio sono quindi occorsi diversi anni e solo a partire dal 2000 si sono intensificate le iniziative in sua memoria. Ne sono un esempio i film Il partigiano Johnny (2000) e Una questione privata (2017), tratti dai rispettivi libri.

Nel 2003, inoltre, nella città di Alba, è nato il Centro Studi di Letteratura, Storia, Arte e Cultura Beppe Fenoglio, situato all’interno dell’edificio in cui Fenoglio visse dal 1928 al 1959.

Nel 2005, poi, l’Università degli Studi di Torino gli ha conferito una laurea ad honorem in lettere.

di Alessia Imbrici

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