Inaugurazione anno accademico 22/23. Rettore Andrei invita a superare la “cultura del risultato” e pensare alla felicità degli studenti

Ospite alla cerimonia anche il professore e politico Andrea Riccardi che riflette sulla guerra in Ucraina: "Pensare la pace vuol dire far crescere una coscienza di pace, perché l’opinione pubblica sia informata, attenta, responsabile, non ingabbiata nelle semplificazioni"

L’inaugurazione dell’anno accademico 2022-2023 dell’Università di Parma si è svolta giovedì 23 febbraio presso l’Auditorium Paganini. Alla cerimonia hanno partecipato i Rettori e le Rettrici degli Atenei italiani che si sono riuniti a Parma per l’assemblea della Conferenza dei Rettori delle Università italiane (CRUI).

La cerimonia è stata aperta dal coro universitario “Ildebrando Pizzetti” che ha eseguito diversi brani musicali. Il rettore Paolo Andrei e Marcella Gargano – direttrice generale per la formazione universitaria, l’inclusione e il diritto allo studio del Ministero dell’Università e della ricerca – hanno poi letto il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e della ministra dell’Università e della ricerca del governo Meloni, Anna Maria Bernini. Sono seguiti i saluti istituzionali del sindaco di Parma, Michele Guerra, e del presidente della CRUI, Salvatore Cuzzocrea. Tale cerimonia è stata trasmessa anche in diretta streaming sul sito web dell’Ateneo.

Il Rettore Andrei: “A ragazze e ragazzi voglio dire: non siete soli, l’Università vi ascolta”

“Per me si tratta dell’ultima inaugurazione dell’anno accademico da Rettore e ciò costituisce innanzitutto una grande emozione”: ha aperto così il suo intervento il Rettore Andrei. “L’Università ha cercato sempre di promuovere conoscenza, cultura e innovazione al servizio delle giovani generazioni e della società. Sono sempre stato innamorato dell’università ma questi anni intensi e complessi hanno fatto rinverdire questo amore e lo hanno reso più forte e consapevole”.

Nella sua lunga riflessione, il Rettore parla di come debba essere una Università oggi soffermandosi sulla “cultura del risultato” che tormenta tantissimi studenti e studentesse. “A loro, alle ragazze e ai ragazzi, voglio dire: non siete soli, l’Università vi vuole ascoltare, anche attraverso servizi psicologici e di counseling sempre più specializzati; pensati proprio per accogliere e prestare ascolto a ognuno di voi e accompagnarvi in ogni fase, più o meno facile, della vostra vita. Dobbiamo aiutare i nostri ragazzi e le nostre ragazze a trovare la loro ‘eccellenza’, la loro inclinazione naturale e passione, che è solo loro ed è diversa da quella di tutti gli altri; non possiamo educarli attraverso modelli culturali che li spingono a ricercare sempre e a ogni costo di essere ‘le prime e i primi della classe’, perché questo non genera automaticamente la loro felicità ma, forse, solo la soddisfazione di nostre aspettative non necessariamente coincidenti con il loro bene”.

Il Rettore ha poi elencato i progetti e le iniziative che l’Università ha intrapreso e su cui ha collaborato durante questi anni come il Polo Universitario Penitenziario (PUP), in collaborazione con l’Istituto Penitenziario di Parma per permettere agli studenti detenuti di studiare. Ma anche la “Notte delle ricercatrice e ricercatori” e gli “Aperitivi della conoscenza”, con lo scopo di diffondere la cultura alla cittadinanza tutta. Poi le iniziative in ambito sportivo, come “Dual Career”, per dare la possibilità a quegli studenti sportivi di conciliare la carriera universitaria con lo sport. Grazie a queste iniziative intente a valorizzare la qualità della ricerca, l’Ateneo ha ottenuto un riconoscimento da parte dell’ANVUR che la posiziona al nono posto a livello nazionale tra le università. L’ANVUR aveva già classificato anche lo scorso anno l’Università di Parma nella FASCIA A con un punteggio 7,88.

Il Rettore conclude la sua relazione ringraziando non solo studenti e studentesse, docenti e personale, ma anche il Comune di Parma, la Regione Emilia Romagna, le aziende e imprese della provincia che hanno da sempre collaborato con l’Università di Parma.

Martina Rega: “Studiare non può diventare sinonimo di parole come abbandono, suicidio, disperazione”

L’intervento di Martina Rega, presidente del Consiglio degli studenti, ha messo in primo piano il diritto allo studio come formazione personale e ha sottolineato come non si debba morire per lo studio, ricordando la studentessa di 19 anni che si è tolta la vita allo Iulm di Milano perché si sentiva inadeguata. “Studiare non può diventare sinonimo di parole come abbandono, suicidio, disperazione. La responsabilità è dell’Università e delle istituzioni. Si deve saper costruire un modello culturale che sappia far sentire tutti e tutte accettati nella comunità accademica”.

“Un pesce non riuscirà mai ad arrampicarsi su un albero, ma inserito in un lago contribuirà alla vita di un intero ecosistema. – continua Rega – È questo che significa diritto allo studio, essere messi nelle condizioni di dare il proprio contributo, apprendere i mezzi per far brillare le proprie qualità per migliorare il benessere collettivo e nei momenti di bisogno avere i mezzi per chiedere aiuto senza essere giudicati e peggio stigmatizzati”. Per questo motivo l’Ateneo ha accettato il dialogo con gli studenti con DSA, BES (Bisogni Educativi Speciali) e percorsi di counseling psicologico e inclusione.

Rega conclude parlando delle emergenze non accademiche ma che sono necessarie per gli studenti e le studentesse per vivere al meglio la propria carriera università. Parma è una città universitaria con moltissimi fuorisede e per essere al meglio deve saper “integrare il mondo del futuro con il presente, coinvolgere di più gli studenti non solo come fruitore del servizio ma valorizzando la sua formazione”.

Un’adeguata riconoscenza al personale tecnico amministrativo. Parla Carla Sfamurri

Carla Sfamurri, presidente del Consiglio del personale tecnico amministrativo, nel suo intervento ha parlato della sua professione che, come tale, è considerata la categoria meno retribuita del personale dell’università. A ciò si aggiunge anche la difficoltà nel fare carriera. Ha elencato quindi le azioni necessarie per rendere questa professione una prestazione efficace ed efficiente. Tali azioni sono: “Ripristinare gli stipendi; creare un sistema upgrade per poter migliorare la propria professione attraverso percorsi; rinnovare contratti per avere un riconoscimento nel lavoro”.

“Il personale tecnico amministrativo dell’Università di Parma – dichiara – ha dimostrato, in questi anni, di operare con elevate professionalità e tanto è disposto a dare per contribuire ancora allo sviluppo dell’Ateneo”. Sfamurri chiede quindi anche un maggior sforzo di allineamento all’efficacia e all’efficienza del privato.

“La pace è perduta”: la riflessione di Andrea Riccardi

La cerimonia si conclude con il discorso di Andrea Riccardi, professore emerito di Storia contemporanea presso l’Università Roma Tre nonché politico e attivista italiano, fondatore nel 1968 della Comunità di Sant’Egidio. Il suo intervento dal titolo “La pace perduta” arriva a un anno dall’invasione della Russia in Ucraina, dallo scoppio della guerra in Europa. “Con il prolungarsi della guerra in Ucraina, la pace è sempre più lontana” dichiara. In guerra tutti pagano il prezzo, ma è l’Ucraina che, con l’invasione della Russia, paga il prezzo più alto: molti ucraini sono senza casa, hanno visto la distruzione delle infrastrutture, le case danneggiate e le scuole distrutte. Ad oggi, l’Ucraina è il paese più povero d’Europa“. Quindi, alla domanda “perché si è perduta la pace?” rispondere non è facile.

“È cominciato da tempo questo smarrimento della pace. – spiega Riccardi – La pace è perduta in Ucraina ed è perduta da tempo in altri paesi. La guerra è la realtà. Pensare la pace vuol dire far crescere una coscienza di pace, perché l’opinione pubblica sia informata, attenta, responsabile, non ingabbiata nelle semplificazioni; perché la pace non può essere perduta troppo a lungo, altrimenti il mondo muore. Quindi ragionare, riflettere, con diverse opinioni, su tutto questo non è perdita di tempo, ma preparazione di tempi migliori per ritrovare la pace”.

La registrazione della cerimonia è visibile sul canale YouTube dell’Unipr a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=Nlu2xDbMWLg

di Giulia Mastrocicco

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