F1: è ufficialmente iniziata la stagione 2023

Il circus motoristico più prestigioso al mondo è tornato: le aspettative per un campionato combattuto e vivace ci sono tutte, nonostante il confermato predominio Redbull, ma che gara è stata quella del Bahrein?

Dopo un’attesa durata ben 3 mesi dalla stagione 2022, domenica 5 marzo nel piccolo stato nel Bahrein si è svolta la prima gara valevole per il campionato del mondo di formula uno che si prospetta essere una delle più competitive degli ultimi anni, con molte squadre e piloti pronti a lottare per il titolo mondiale. il Gp del Bahrein, è partito senza grandi sorprese, anzi, se non fosse stato per un fenomenale Fernando capace di riavviare la corsa, lo spettacolo sarebbe stato piuttosto piatto. A confermare quanto si era già intuito a partire dei test di febbraio, pare che la Redbull sia pronta a dominare l’intera stagione piazzando subito alla prima manche un podio con entrambi i piloti. A far fatica sono state le due outsider Ferrari e Mercedes costrette a seguire per l’intera gara con distacchi molto ampi. Nulla è servita la brillante prestazione del monegasco che a metà corsa ha dovuto fare i conti con una fragile centralina della Powerunit di Maranello ritirandosi malamente durante il 41°giro creando solo dubbi sulla fragile gestione sportiva italiana.

Formula 1, risultati GP Bahrain | Sky Sport

La certezza: Redbull

Sono i favoriti, punto. La RB19 si presenta come uno schiaccia sassi in grado di adattarsi in fretta a qualsiasi setup e condizione. La monoposto sviluppata da Adrian Newey, capo progettista ex McLaren, di certo non delude le aspettative dopo un 2022 costante, pur con qualche problema di affidabilità per quanto riguarda la power-unit. La RB-19, rispetto al modello dello scorso anno, non ha subito particolari stravolgimenti, se non per le pance che vengono ancor più estremizzate per permettere un miglior flusso dell’aria all’interno dei condotti venturi.

Oltre all’aggiunta di qualche sponsor nuovo, la monoposto non presenta – al primo sguardo – differenze sostanziali con la RB-18. L’olandese due volte campione del mondo, Max Verstappen, di fronte alle telecamere non nasconde il suo entusiasmo, definendosi felice e soddisfatto delle prestazioni della vettura, aggiungendo che l’obbiettivo sarà quello di essere veloci e vincenti. Nel Bahrein la monoposto dei bibitari è stata letteralmente “mostruosa”, dando conferma del buon progetto creato dal team austriaco. La domanda che tutti si pongono è: vedremo un costante monopolio da parte di Max Verstappen o ci saranno altri contender?.

Vinciamo l’anno prossimo: Ferrari

La parola d’ordine è “evoluzione”, ma senza rivoluzione. Questo è stata la filosofia seguita a Maranello per la progettazione della SF23 da parte di Enrico Cardile, “padre” della monoposto marchiata Ferrari. L’obbiettivo era quello di migliorare le prestazioni in rettilineo e il consumo gomme, senza compromettere il grande punto di forza della monoposto 2022: la percorrenza nei tratti curvi.

Si è lavorato sulla rastrematura delle pance laterali, spostando le prese d’aria sulla parte alta della fiancata; si è modificato il sistema sospensivo che, pur mantenendo la geometria Push-road, è stato ridisegnato, con l’obiettivo di ottenere un track rod più basso per motivi aereodinamici. Presentata in grande stile sul circuito Dino Ferrari a Fiorano, con tanto di Ferrari club e scolaresche, ha creato un certo alone di speranza intorno al cavallino che si è però in un certo senso sgonfiato durante lo svolgimento della prima gara nel circuito del piccolo stato del Bahrein.

Quella che si è vista è stata una prestazione deludente sin dallo svolgimento delle prove libere: appendici aerodinamiche, testate che non funzionavano, pezzi che venivano persi nei lunghi tratti dei rettilineo del tracciato e batterie cambiate lo stesso giorno prima della competizione, fanno capire come la scuderia di Maranello abbia fatto due passi indietro rispetto al 2022.

Punto di vera perplessità, poi, è stata la rottura della Power unit nell’ultima fase gara, che ha gettato nello sconforto l’idolo dei tifosi del cavallino, Charles Leclerc. Quello che traspare, è un volto rattristato dalla previsione di un anno all’insegna della mediocrità, considerando che il 2024 sarà l’ultimo anno di contratto con la scuderia di Enzo Ferrari.

La regina senza trono: Mercedes AMG Petronas

Il team anglotedesco con sede a Brackley è stato quello che ha deluso maggiormente le aspettative; la stagione 2022 è stat considerata un vero fallimento. D’altronde, quando si alza l’asticella delle aspettative, pretendendo di vincere un ottavo titolo mondiale, il terzo posto risulta disastroso: problemi come in primis, il porpoising o il bouncing e la filosofia zero pods delle pance laterali, non hanno dato i risultati sperati, né in galleria del vento, né in pista. Mike Elliot, direttore tecnico del team Mercedes ha ammesso, di fronte ai giornalisti di Sky sport Uk (Toto Wolff: This is one of the worst days in racing | Video | Watch TV Show | Sky Sports) che le difficolta della stagione passata sono state dovute ad errori di percorsi che hanno innescato reazioni a catena durate lo sviluppo.

La W14, capitana dal sette volte campione del mondo “Sir” Lewis Hamilton e dal giovanissimo George Russel, è scesa in pista con le migliori aspettative. Ma la realtà è un’altra: la monoposto con la stella a tre punte, per ora, non ha convito nessuno. La risposta del Team Principale Toto Wolf ,questa volta, è stata addirittura fin troppo sincera visto che, senza mezzi giri di parole, definisce la W14 un completo disastro al termine dell’evento sportivo. D’altronde, anche durante una dichiarazione stampa con i giornalisti di Sky sport Germania, aveva aggiunto: “Ci è mancato ritmo e i piloti sono stati costretti a spingere più del dovuto, per questo abbiamo avuto diversi problemi di degrado della gomma. Un completo mea culpa da parte della Mercedes, che spera in una Versione B attesa per la gara in Azerbaijan a Baku.

La sorpresa: Aston Martin

Regina dei test e nominata miglior outsider, la Aston Martin. Al debutto della sua terza stagione nella massima categoria motoristica, stupisce e meraviglia tutti quanti. La Amr 23, progettata anche grazie all’aiuto dell’ex ingegnere Ferrari Furbatto, ha portato per il 2023 una monoposto che racchiude diverse filosofie progettuali: l’anteriore è di chiara derivazione Redbull, così come lo sono anche le pance ed il fondo della vettura, per quanto riguarda il retrotreno ed il sistema sospensivo, sono di derivazione Mercedes, insieme alla Power-unit ed alla trasmissione.

Tutto ciò ha permesso di creare una monoposto perfetta per quanto riguarda il consumo gomme e la gestione della gara: infatti, con la mescola più dura, Fernando Alonso e i suoi 41 anni, hanno saputo ancora stupire, stampando giri veloci a non finire e piazzandosi sul podio dopo un incredibile sorpasso ai danni del suo ex compagno di squadra Lewis Hamilton.

Secondo l’asturiano, ci sono tutti i presupposti per finire terzi in classifica costruttori, come ha dichiarato durante la conferenza stampa del giovedì: che sia vero o no ciò dipenderà dagli sviluppi che l’Aston Martin sarà in grado di avere ma, per lo meno, vedere il due volte campione del mondo Renault lottare per l’alta classifica è una gioia per tutti quanti.

Si salvi chi può: Maclaren

L’ultimo e terzultimo posto in gara per il team inglese con sede a Woking, risultano come la sconfitta a Waterloo per Napoleone. Senza mezzi giri di parole, il primo round per il team che compie 60 anni dalla sua fondazione, è stato un completo sfacelo. Nessuno si sarebbe mai aspettato una caduta del genere, considerando i punti ottenuti nella stagione precedente.

Il team, guidato dall’ex direttore di pista di Fernando Alonso, si trova in pieno caos e “la risalita sarà più dura che mai“, ha affermato Andrea Stella alla stampa. L’unico bagliore di speranza, lo si è visto durante le qualifiche del sabato dove, un magnifico Lando Norris, è riuscito a prendere parte alla seconda sessione, al contrario invece, del giovane debuttante Oscar Piastri, che ha fallito completamente.

Le nostre pagelle

I Top della gara

La gara del Bahrain, pur non essendo stata ricca di colpi di scena rispetto al 2022, ha già mostrato chi durante il periodo invernale ha saputo lavorare o no.

Williams: da sfavorita che, partendo come “ultima del campionato” ha strappato un incredibile decimo posto con Alexander Albon, pilota affermato che ha già dimostrato il suo potenziale. Persino il debuttante ventitreenne americano ha saputo stupire: Logan Sargeant arrivato non troppo lontano dal suo compagno, ovvero dodicesimo, si è rivelato un’ottima promessa da tenere d’occhio. Che sia la volta buona per il team inglese di scrollarsi di dosso l’ultima e perenne posizione dello schieramento?

Valteri Bottas: altra menzione doverosa va fatta nei confronti del pilota finlandese, artefice di una splendida nona posizione con una non così brillante Alfa Romeo.

Lance Stroll: Bisogna citare infine anche la sua prestazione in Aston Martin. Di certo, il suo sesto posto non va paragonato con il podio del compagno di squadra Alonso se si considera che Stroll ha corso l’intero Weekend di gara con i polsi fratturati e il perenne dolore al piede. Sicuramente, quando tornerà in forma, saprà stupire maggiormente.

I flop della gara

Ferrari: in primis da citare il povero e sfortunato Charles Leclerc. Performante in tutto il weekend di gara, tranne che la domenica, durante la quale si trovato costretto non solo al ritiro, ma anche alle prese con una vettura che difficilmente gestisce bene le gomme.

George Russel: al via perde la posizione con il suo compagno di squadra, rovina successivamente lo stint delle gomme che le portandole all’esasperazione, ed infine si fa sfilare da stroll. Di certo, non si tratta di un buon avvio di stagione il suo costretto in una Mercedes che non esalta le sue doti di guida.

Ocon: Il francese eguaglia un incredibile record che appartava ad un suo connazionale, (Roman Grosjean) ovvero quello di ottenere il maggior numero di penalità in una stessa gara. Si piazza male in partenza, sostando cinque cm oltre il limite consentito; al via causa un leggero contatto; sbaglia a pagare la penalità assegnatagli in precedenza e ne subisce un’altra per via dell’eccesso di velocità in Pit-Lane. Per un pilota che corre nella massima categoria da ben 6 anni, questi errori sono davvero imperdonabili!

La F1 conquista gli Usa e Netflix

La formula uno, grazie alle sostanziose modifiche che ci sono state negli ultimi 5/6 anni da parte della FIA e di Liberty Media, ha trasmesso non solo un’immagine ‘più green’, grazie all’ausilio di motori ibridi e carburati sintetici (nel 2026), ma è riuscita a conquistare i cuori del pubblico americano.

Netflix con la pubblicazione del suo documentario Drive tu Survival a contribuito a destare l’interesse e passione per uno sport che difficilmente è alla portata di tutte le tasche. L’ingresso di nuove piste nel calendario di formula uno, create esclusivamente per lo spettacolo e il blasone come Miami e Las Vegas, sono l’esempio lampante di come la F1 abbia trovato un suo spazio nella programmazione americana. La formula uno è sempre stata competizioni che ha trovato in Europa la sua massima espressione, ma oggi per gli americani essa ha pareggiato in prestigio e visibilità le storiche Nascar e Indycar.

di Giorgio Lazzari

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