Casa natale di Arturo Toscanini: alla scoperta del museo nel cuore di Parma

Tra i protagonisti di I Like Parma 2023, il museo che rende omaggio ad un'artista che ha diretto le più grandi orchestre sinfoniche del mondo ha avuto anche il riconoscimento di Museo di Qualità

Il 25 marzo 1867 il celebre direttore d’orchestra Arturo Toscanini nasceva nel popolare quartiere dell’Oltretorrente, nell’abitazione che diverrà, in occasione del centenario dalla sua nascita, un vero e proprio museo nel cuore della città di Parma. La casa natale di Toscanini si trova infatti in Borgo Rodolfo Tanzi 13 e fu acquistata dai figli dopo la sua morte e donata alla città in ricordo del Maestro.

Sin da bambino Arturo Toscanini fu incline all’attività musicale e l’avvio alla sua illustre carriera risale al 1886 quando, durante una tournee in Brasile, ebbe l’occasione di sostituire il direttore d’orchestra Miguéz nella direzione, a memoria, della composizione Aida. Nel 1895 al Teatro Regio di Torino orchestrò la prima della Bohème di Puccini, il cui successo gli aprì le porte del Teatro alla Scala di Milano, il massimo tempio della lirica italiana. Dopo il successo riscosso in Italia, nel ‘900 Toscanini fu chiamato a New York per dirigere l’orchestra del Metropolitan affiancato, in un primo momento, da Gustav Mahler. Nel 1937 dirige il suo primo concerto in diretta radiofonica dagli Stati Uniti mentre si attenderà il 1948 per la sua prima esecuzione trasmessa dalla televisione.

Dopo una lunga carriera costellata di successi e riconoscimenti, di collaborazioni con i più celebri solisti e con i cantanti più famosi della scena lirica internazionale, Toscanini muore nel 1957 nella sua villa di Riverdale, a New York.

Fonte: sito web museo Toscanini

Il museo dedicato a Toscanini è stato uno dei protagonisti delle giornate “I like Parma. Un patrimonio da vivere” organizzate annualmente dal Comune di Parma e tenutesi, in questa IX edizione, sabato 1 e domenica 2 aprile 2023 in occasione dell’iniziativa #domenicalmuseo promossa dal Ministero per la Cultura.

Ogni scorcio dell’edificio è frutto di una commistione tra vita privata e attività artistica: cimeli, documenti e mobili provenienti dalle varie abitazioni in cui Toscanini ha vissuto, dipinti, locandine e fotografie arredano le piccole stanze del museo. Il percorso espositivo, rinnovato nell’allestimento, si snoda all’interno dei vari locali con l’intento di mettere in luce la personalità e la fama di Arturo Toscanini, definendo le tappe principali della sua carriera musicale e della produzione discografica.

Fonte: sito web Ministero della Cultura

Tra gli oggetti esposti nelle varie sale si possono ammirare la maschera funebre ed il calco delle mani, la giacca del frac usato dal Maestro in concerto e la famosa giacca con il collo “alla coreana”, utilizzata invece durante le prove e immortalata da Robert Hupka che fotografò più volte Toscanini. E ancora, una serie di bacchette direttoriali doni di diverse associazioni musicali, un metronomo del 1846, la partitura del Fra Gherardo con dedica autografa di Ildebrando Pizzetti e infine la maschera futurista di Amintore Galli.

Nella stanza natale spiccano i ritratti di Toscanini e della moglie Carla de Martini realizzati da Giacomo Grosso, affiancati da altri che raffigurano Verdi, Wagner, Catalani e Debussy. Politicamente schierato contro le dittature del fascismo e del nazismo, un pannello della stanza è interamente dedicato ad avvenimenti storici che mettono in evidenza l’impegno civile, morale e politico del Maestro.

Nella sala del pianoforte, che prende il nome dallo strumento lì esposto ed appartenuto al cantante lirico Aureliano Pertile al quale Toscanini fu molto legato, vengono raccolte testimonianze riguardanti Verdi e Wagner, due compositori fondamentali per il cammino artistico del direttore così come Giacomo Puccini, del quale diresse le prime assolute de La bohème, La fanciulla del West e Turandot. Oltre ai grandi compositori, nella stanza trova spazio il ricordo ai vari interpreti che furono diretti dalla bacchetta del Maestro come il già citato Aureliano Pertile, Lotte Lehmann, Enrico Caruso ed ancora Renata Tebaldi, Toti dal Monte, Claudia Muzio, Rosetta Pampanini, Titta Ruffo, Tito Schipa. Sempre nella sala del pianoforte è possibile ammirare il frac usato da Pertile in concerto, il costume del Nerone di Pietro Mascagni con sopra una caricatura di Ferdinando Autori, il costume di Jago appartenuto al baritono Giuseppe Valdengo, e il costume di Lohengrin indossato dal tenore Pietro Zeni.

Oggetti appartenuti ad Arturo Toscanini, conservati nel suo studio. Il mantello rosso appartenne al padre di Toscanini, che prese parte alla spedizione dei Mille di Garibaldi. Foto di Giovanni Perini

Al termine del percorso, nella sala audio-video della casa-museo, i visitatori potranno immergersi nella suggestiva atmosfera toscaniana attraverso la proiezione di filmati e l’ascolto delle sue più celebri esecuzioni musicali.

Il museo rende omaggio ad un artista che ha diretto le più grandi orchestre sinfoniche del mondo nei maggiori teatri d’opera e, nonostante egli ci abbia vissuto solo nel periodo della prima infanzia, la casa natale di Arturo Toscanini rappresenta uno dei luoghi simbolo non solo per le memorie del Maestro ma anche per la città, in quanto fa parte dell’istituzione Casa della Musica del Comune di Parma ed ha ricevuto, da parte della Regione Emilia Romagna, il riconoscimento di Museo di Qualità e come luogo significativo per l’assegnazione del marchio “Case e Studi delle Persone Illustri dell’Emilia-Romagna”. Il riconoscimento della Regione coglie anche l’inaugurazione di una nuova pannellistica e segnaletica che illustra il percorso espositivo della Casa Natale Toscanini, che è stata redatta nel rispetto delle Linee Guida per la comunicazione nei Musei del MIC che puntano ad una maggiore accessibilità dei testi. 

Uno dei molti riconoscimenti conferiti ad Arturo Toscanini dalle orchestre da lui dirette. Foto di Giovanni Perini
Lettera con cui Arturo Toscanini, nel 1949 (all’età di ottantadue anni), rifiuta la nomina a Senatore a vita. Foto di Giovanni Perini
Lettera autografa con cui Albert Einstein ringrazia Arturo Toscanini per l’impegno nella costituzione dell’Orchestra Filarmonica d’Israele, della quale diresse il concerto inaugurale. Foto di Giovanni Perini

di Giuliana Olindo

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