SOStudenti – Come gestire le bollette tra coinquilini?

Qual è il metodo migliore per suddividere le spese delle bollette tra coinquilini? Come procedere quando uno di essi si accinge a lasciare l'abitazione? Questi e altri dubbi vengono chiariti da Francesca Campanini di Confconsumatori Parma

Accade spesso che quando ci si affaccia alla vita universitaria da fuorisede si debba fare i conti anche con alcuni aspetti problematici della vita tra coinquilini, come per esempio la gestione delle bollette. Quando si analizzano le spese dovute ai servizi di cui si gode, suddividere l’importo in base al numero dei coinquilini non è sempre il miglior metodo.

Abbiamo parlato di questo ed altro con Francesca Campanini, responsabile dello sportello Energia: diritti a viva voce di Confconsumatori Parma, che come nei precedenti articoli ci aiuterà a fare chiarezza sulle principali problematiche legate alla vita universitaria.

Qual è il metodo migliore?

Campanini esordisce dicendo che non esiste un metodo sempre attuabile ed efficace e che per esempio, nel caso di un servizio telefonico, è importante verificare se l’offerta sia flat o preveda scatto alla risposta. Nel secondo caso infatti, bisognerebbe scorporare le diverse voci presenti sulla fattura e suddividere quella che riguarda il costo delle chiamate in base al numero di telefonate effettuate da ogni singolo coinquilino.

“Per quanto riguarda le bollette di luce, acqua e gas, ancora una volta il metodo più semplice è quello di dividere matematicamente l’importo totale per il numero di coinquilini. Le voci di spesa che compongono il totale della fattura sono infatti riferite ai consumi o a costi fissi invariabili” spiega Campanini.

Non esiste quindi un metodo unico e sempre affidabile, inoltre è sempre importante mantenere un rapporto pacifico e solidale per evitare fraintendimenti e ulteriori inconvenienti.

Coinquilini che lasciano l’abitazione

Nel caso di trasferimento di uno dei coinquilini, avendo quest’ultimo già usufruito dei servizi, essi verranno fatturati in seguito alla sua uscita dall’abitazione. Anche in questo caso ci sono diversi metodi da seguire.

“Uno dei più utilizzati è quello di basarsi sui conteggi fatti con le fatture precedenti, in modo da avere un ordine di grandezza coerente con il consumo effettivo. Tale conteggio potrà poi essere conguagliato al momento dell’arrivo della fattura” spiega Campanini.

C’è inoltre un altro metodo, quello delle autoletture. “Poiché noi sappiamo con anticipo la data in cui il coinquilino dovrà lasciare la casa, abbiamo tempo per effettuare delle autoletture che ci permettono di conosce i consumi reali fino a quella data. Ci interesserà ovviamente l’intervallo di tempo che corre tra l’ultimo periodo già pagato in fattura e la data di rilascio dell’appartamento da parte del coinquilino.  A parte si sarà poi proceduto a calcolare la media del costo totale (cioè di tutte le voci di spesa) al mc e al kW utilizzando le fatture precedenti che si moltiplicherà per i consumi del coinquilino” spiega Francesca Campanini, che precisa che è sempre meglio evitare la suddivisione della spesa all’arrivo della fattura.

É tutto sulla questione suddivisione bollette tra coinquilini, ci vediamo alla prossima puntata di SOStudenti con Confconusmatori.

di Gabriele Scarcia

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